Il sistema di appalti e subappalti produce povertà.
Mentre il gruppo Poste Italiane conferma nel secondo trimestre del 2023 il trend di crescita già evidenziato a inizio anno, segnando un nuovo record, migliorando del 11% i ricavi nel settore Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione, nei bassifondi del mondo degli appalti della controllata SDA, precarietà ed incertezza sul futuro tornano prepotentemente e ciclicamente alla ribalta, riproponendo sempre lo stesso scenario.
È quanto stanno vivendo, ancora una volta, i corrieri della Filiale Sda Roma 2 di Pomezia, alle prese con i guai finanziari dell’ennesimo Consorzio, che ha smesso di pagare gli stipendi e non fornisce garanzie per il futuro.
Solo negli ultimi 9 anni sono ben sei le aziende che si sono susseguite nell’appalto, tra cooperative, finte Srl, ipotetici Consorzi, tutti, per motivi diversi, destinati alla stessa sorte. Da due mesi i drivers di Pomezia ricevono lo stipendio in surroga direttamente da SDA, tramite acconti che non bastano ad arrivare a fine mese e da settimane si autogestiscono nel lavoro in mancanza di riferimenti aziendali, confermando, se ancora ce ne fosse bisogno, che gli operai senza padroni sono in grado di produrre ricchezza e reddito, i padroni senza gli operai no.
Da oltre un anno, stanchi della precarietà e dell’incertezza del futuro, i corrieri di Pomezia, nucleo ormai storico dell’USB, hanno avviato una campagna, diffusa poi a livello nazionale, per chiedere l’internalizzazione a SDA/Poste Italiane.
Questa mattina i lavoratori si sono riuniti in assemblea per rilanciare la mobilitazione e per chiedere garanzie sui pagamenti e sulla continuità occupazionale, pronti nuovamente alle barricate a difesa della propria dignità
GLI APPALTI SONO UNA MONTAGNA DI MERDA
#schiavimai
USB Lavoro Privato - Logistica
5 settembre 2023