COMUNICATO
IL SISTEMA DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE VA RIVISTO: ACCOLTA LA NOTA DI USB DAL GABINETTO DEL MINISTRO.
Nel ringraziare il Gabinetto del Ministro per l’accoglimento delle Ns osservazioni circa le modalità di conciliazione riportate al punto 1.8 della Direttiva di Misurazione della Performance individuale del 10 Novembre 2015, USB chiederà al Ministro la rivisitazione di tutto il contenuto se non, come già fatto in precedenza, l’inapplicabilità, stanti i compiti specifici svolti dalla Componente Civile. Infatti, allo stato attuale tale sistema penalizza solo il Lavoratore, con particolare riferimento al caso di mancata accettazione da parte del Valutatore in sede di Conciliazione.
Il caso in questione, che riguarda la procedura, a cui tutti i Dipendenti Civili sono sottoposti, deve in sostanza tendere a tutelare, in qualsiasi tentativo di mediazione e nel grado di giudizio,un confronto paritario, e non in virtu’ di un processo in cui la controparte è avvantaggiata, ossia, vertere sulla base di dati e risultati professionali obiettivamente quantificabili.
La procedura di conciliazione è infatti tesa a ridurre tali motivi discrezionali, come strumento deflattivo del contenzioso. Ma in tali casi qui prospettati, si produce l’effetto contrario, aumentandolo a dismisura e allungando tempi di invio all’OIV e definizione della pratica. USB interviene nell’ottica del bene dell’amministrazione affinché si preveda la correzione dei limiti imposti dalla procedura, poiché il sistema collaudato proceda al minimo dei problemi che si possono risolvere solo allorquando la discrezionalità non prevalga sull’imparzialità e obiettività del giudizio”
Come noto, la Direttiva prevede che il Lavoratore o Valutato, in caso di disaccordo sul punteggio attribuito dal Valutatore, può formulare nei 10 gg. successivi dalla notifica osservazioni allo stesso, il quale può confermare il punteggio o modificare la scheda con un nuovo punteggio.
Nel caso di conferma del punteggio attribuito, il Dipendente può avviare la procedura di conciliazione, richiedendo una Valutazione in seconda istanza presso l’Organo di Vertice, facendosi assistere eventualmente da un Rappresentante sindacale o persona di propria fiducia.
Ove sulla proposta di conciliazione sia stato acquisito il consenso delle parti, ossia Valutatore e Valutato, si procede alla modifica della scheda finale con l’attribuzione del nuovo punteggio che in ogni caso non può essere peggiorativo rispetto a quello attribuito inizialmente.
Il problema che USB ha evidenziato al Gabinetto del Ministro riguarda la circostanza in cui il VALUTATORE non accetti l’esito della Commissione di Conciliazione di Vertice che, di fatto, vanifica quanto predetto a tal punto che il Lavoratore ha quale unica possibilità per far valere le proprie ragioni, il ricorso a proprie spese in sede giurisdizionale.
E’ del tutto evidente che il VALUTATORE che non accetti l’esito della Commissione di Conciliazione di Vertice, verrebbe assistito dall’Avvocatura di Stato ed a spese dei Contribuenti ANCHE IN CASO DI SOCCOMBENZA.
Per USB Difesa, pertanto, il Valutatore sebbene esprima un giudizio che investe aspetti di discrezionalità discutibili, deve essere assoggettato ad alcuni limiti tra cui l’accettazione dell’esito della Commissione di Vertice. E nel caso di mancata accettazione, le spese legali per l’eventuale promozione del ricorso, devono ricadere a proprio carico.
Infatti, non è possibile che si “sottoponga il valutando ad un metro di giudizio dichiaratamente opinabile in alcune parti, fuorviante e che esula dall’obiettivo a contenuti di imparzialità ed esponendo palesemente tale sistema ai limiti palesi rivelatisi nel contenzioso (di cui sopra.”)
Il Coordinamento Nazionale O.S. USB P.I. Difesa
Allegati: 1 (Lettera del Vice Capo Gabinetto - Dott.ssa Luisa Riccardi)