Una tragedia nella tragedia quella avvenuta a Genova, che scoperchia un vaso di Pandora. La morte di un ragazzo, Andrea, segna un lutto immenso nella comunità ligure e i magistrati puntano il dito contro l'inefficienza dei soccorsi. È successo al Quadragneto, a Colleferro e oggi a Genova! Si potrebbe disegnare una mappa delle tante volte che, giustamente, la magistratura ha dovuto fare il suo decorso, puntando il dito verso chi doveva salvare, ma ha avuto delle difficoltà. La storia si ripete e si ripeterà se non mettiamo il soccorso nella possibilità di poter operare senza il solito affanno.
"In ritardo l'intervento sul posto di un numero adeguato di personale qualificato al soccorso acquatico di superfice, adottando manovre di salvataggio scorrette in luogo di quelle che sarebbero state efficaci, ritardando comunque la manovra che avrebbe consentito, dopo più di un'ora di immersione nel fiume Entella, l'estrazione di Andrea" sono queste le parole che raccontano una parte di verità, dimenticando che il soccorso ha necessità di investimenti urgenti partendo dal personale, ai mezzi, alle sedi e ad una formazione altamente professionale, elementi depauperati dalle continue leggi di bilancio. Questo non giustifica cosa è accaduto in Liguria, ma dobbiamo comprendere che se il soccorso non funziona a pagarne le spese sono tanto i cittadini quanto noi Vigili del Fuoco.
Ai Governi che si sono succeduti poco ha importato la gestione vera del Corpo Nazionale. A loro sono interessate più le passerelle quando l'evento era di rilevanza nazionale. Un terremoto, un'alluvione o il crollo di un ponte per loro non è un momento di riflessione e una base su cui rimboccarsi le maniche, ma soltanto un palcoscenico dove poter dire qualcosa di retorico. "Grazie ai Vigili del Fuoco, per la loro incessante opera", è questa la frase più ridondante utilizzata a L'Aquila, Amatrice e a Genova, se la scolpissimo su una targa e la posassimo in ogni città d’Italia, si potrebbe onorarla quotidianamente perché la prevenzione è un miraggio in un paese che dimostra la sua fragilità ogni secondo della giornata. Oggi dobbiamo affrontare il problema di come riuscire a dare risposte al territorio senza dover pagare un prezzo in vite umane. Oggi serve parlare di soccorso come un principio universale che pone al centro di tutto la salvaguardia tanto del territorio quanto delle persone.
Oggi la prevenzione deve essere anche progettualità e pianificazione in funzione della tutela del patrimonio collettivo. Abbiamo deciso di confrontarci con la popolazione, in un momento di dolore, per un ricordo sempre vivo nel nostro cuore ma anche di confronto con chi chiede soccorso quotidianamente e con la politica che ha il coraggio di assumersi impegni seri per migliorare le nostre condizioni di lavoro.
GENOVA 11 APRILE 2024 ORE 17
PARCO DEL PONTE ALLA RADURA DELLA MEMORIA
Coordinamento Nazionale USB VVF