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Comunicati Stampa

Il sorcio in bocca al sindacato che piace ai padroni

Nazionale,

Abbiamo più  volte affermato, non a caso, che negli anni Novanta tangentopoli si fosse fermata sull'uscio dei sindacati complici. Tutto venne travolto, tranne l'utile sindacato che pure era platealmente coinvolto in mille affari poco chiari. Quello stop, che comunque portò  conseguenze come l'uscita dei rappresentanti sindacali dalla gestione diretta di importanti amministrazioni pubbliche come ad esempio l'Inps, lo paghiamo oggi e la vicenda che ha coinvolto molti esponenti della Cisl Lombardia è lì a testimoniarlo. Sarà la magistratura ad appurare se le pesanti accuse dell’inchiesta della Procura di Milano, che vede indagati 12 dirigenti sindacali, troveranno conferma, come purtroppo sembra inevitabile. Ma quello che ora ci interessa evidenziare, e di cui nessuno parla, riguarda le relazioni particolari tra la Cisl e le aziende partecipi della truffa all’INPS.

Ci chiediamo che interesse potessero avere delle aziende a prestarsi al gioco. Come mai un padrone decide di favorire un'organizzazione sindacale al punto di accollarsi finte assunzioni per consentire un raggiro contributivo? Che interesse ha? Qual è la contropartita? Se poi il giochetto viene replicato in decine di aziende, come sembra di capire dagli atti giudiziari, allora viene da pensare che ci si trovi davanti ad un teorema, una pratica oliata, sperimentata e di vecchia data che viene replicata all'infinito, ogni qualvolta serva.

Ma il sindacato che gode di tanta generosità potrà poi condurre una battaglia a difesa dei diritti dei lavoratori di quell'azienda da cui riceve un beneficio così rilevante? Si sentirà libero di svolgere il proprio ruolo di controparte senza cedimenti, ammiccamenti, compiacenze con il padrone? Secondo noi no, e questo è l'aspetto che ci sembra dover mettere in risalto, al di là del pur grave reato che c'è dietro.

Fare sindacato per noi significa assumere la totale difesa degli interessi dei lavoratori e per fare questo occorre che il sindacato sia libero e indipendente, che non abbia padroni, che non sia corrotto, che non sia mantenuto dalle sue controparti, insomma che non sia servo dei padroni.

La vicenda della Cisl Lombardia, la pratica sporca scoperchiata dall'inchiesta, che potrebbe essere pratica diffusa e in essere anche per altre organizzazioni in grado di avere relazioni particolari con le aziende,  segna un altro duro colpo alla credibilità dell'istituzione sindacato, che molti  ancora si ostinano a voler identificare con Cgil, Cisl, Uil.

C'è, e cresce ogni giorno nonostante il criminale silenzio da parte di troppi organi di informazione, un'alternativa a questo modo di fare finta di essere sindacato. Questa alternativa fatica a emergere in tutta la propria forza a causa dell'ostracismo che incontra proprio da parte degli utili sindacati che ricattano le aziende costrette, dai rapporti di forza, ad intrattenere relazioni sindacali con USB o con altre organizzazioni di base. Oggi però quelli che coltivano e difendono con ogni mezzo, lecito e illecito, il proprio monopolio della rappresentanza sindacale, hanno subito un duro colpo che, siamo certi, allontanerà molti lavoratori, finalmente liberi di scegliersi il sindacato che più gli piace piuttosto che quello che piace ai padroni.

 

Unione Sindacale di Base