La confusione attorno al tanto decantato decentramento del welfare dei quartieri è totale.
Questa è la denuncia degli operatori degli sportelli sociali dei quartieri insieme agli assistenti sociali e gli educatori professionali, ora nell’area educativa dell’infanzia, riuniti in assemblea convocata da RdB il 27 gennaio 2009.
Il decentramento, frutto di un accordo politico tra l’Amministrazione e CGIL Cisl e Uil del 24 giugno 2008, sta producendo dei frutti amari per i cittadini ed i lavoratori dei Servizi Sociali Territoriali., che hanno rappresentato un quadro disomogeneo a velocità differente nei 9 quartieri, con opportunità diverse per l’utenza.
Sono stati effettuati tagli pesanti alle risorse, alcuni servizi sono scomparsi( buono latte), altri spalmati su tutti i quartieri( Emergenza), il risultato è una caduta di qualità del servizio stesso.
Il servizio Emergenza , prima centralizzata ora affidata ai quartieri, risente della riduzione delle risorse operate con il vergognoso bilancio previsionale 2009 e delle differenze territoriali.
Il quartiere Porto, ad esempio, non riesce a far fronte all’emergenza legata alla vicina stazione, Prati di Caprara Ospedale Maggiore, per mancanza di fondi e di personale.
Vi sono esempi di decentramento di alcuni servizi( Borsa Lavoro, contributi disabilità) che appaiono assurde per la disorganizzazione che ne è derivata. A ciò si aggiunge una difficoltà enorme nella gestione del periodo di transizione dal “centralizzato” ai quartieri, tutto scaricato sui lavoratori.
Per gli operatori degli sportelli sociali il disagio è notevole, da quello logistico(locali inadeguati senza la necessaria riservatezza), a quello della formazione (overdose d’informazioni spesso inefficaci e tardive) ed l’utilizzo di nove applicativi per l’attività di sportello e di back-office. Spesso si trovano completamente soli ad affrontare situazioni molto delicate.
Gli assistenti sociali devono far fronte all’attività quotidiana, ricorrendo allo straordinario a cui si aggiunge l’attività di emergenza.
Gli educatori professionali sono i più colpiti dalla confusione creata dall’A.C. in quanto su di loro si è abbattuta la scure della modifica del ruolo derivante dalla separazione tra ruolo sociale ed educativo, che non permette più il confronto continuativo fra assistenti sociali ed educatori.
Il risultato è una continua sofferenza tra operatori ed utenza che , ha peggiorato il servizio offerto e le condizioni degli operatori.
Forte criticità è rappresentato dal Servizio Adulti, ancora in via Sabatucci, inadeguato alla richiesta che arriva da un’ utenza in fascia di età 55-65 aa che si trova sempre più spesso a fare i conti con la perdita del posto di lavoro, della casa, cure sanitarie e problemi psicosociali, a cui l’operatore dello sportello non è in grado di dare nessuna risposta.
In questo momento di crisi economica, anche a seguito di spot pubblicitari ingannevoli da parte dell’A.C., lo sportello sociale viene vissuto dal cittadino come un erogatore di risorse aggiuntive e non semplicemente come porta di accesso ai servizi.
Intanto ad oggi mancano i contratti di servizio con le Asp, che dovevano rappresentare lo strumento per la reinternalizzazione dei servizi appaltati alle cooperative ma che saranno solo i subappaltatori di servizi affidati loro dall’Amministrazione.
Certamente per i Servizi Sociali ,dopo 4 mesi dalla riorganizzazione, siamo ancora nella confusione per non dire allo sbando.
Tutto ciò sta passando nel silenzio più assoluto, visto il periodo di campagna elettorale: nessuno vuole che si sappia come sta andando il decentramento dei servizi ai quartieri, soprattutto quelli che l’hanno votato.
Le forze politiche si devono far carico di questi problemi in maniera concreta, rivedendo anche la decisioni
assunte nel recente passato, che hanno prodotto questo caos.
L’A:C. deve riaprire subito il confronto con i lavoratori e le organizzazioni sindacali per rivedere l’accordo firmato in giugno da alcune oo.ss.
Bologna, 29/01/2009
P. RdB Comune di Bologna
Vilma Fabbiani