La scorsa settimana i Lavoratori dell’ILVA avevano lanciato una “colletta” per raccogliere la solidarietà dei colleghi di lavoro di Stefano DELLI PONTI, che da tempo sta lottando per la propria vita a causa di una gravissima forma tumorale.
I Lavoratori hanno risposto in massa attraverso la devoluzione di oltre 9 mila ore di lavoro in favore di Stefano. Oggi la vicenda ha avuto l’ennesimo amaro epilogo! Come troppo spesso accade a Taranto e all’Ilva.
Una Delegazione di Lavoratori, insieme a Stefano, si è recata negli Uffici della Direzione dell’Ilva con i moduli firmati da oltre 3000 Dipendenti e chiedere che il corrispettivo economico fosse devoluto direttamente a Stefano per sostenerlo nelle costose cure mediche. Ma nessun dirigente dello Stabilimento si è "degnato" di riceverli dimostrando insensibilità persino di fronte ad un semplice atto di solidarietà.
Per protesta verso questo ingiustificabile atteggiamento alcuni Rappresentanti USB, insieme alla Delegazione di Lavoratori, hanno “occupato” pacificamente l’ingresso della Direzione dell’Ilva.
Per Francesco Rizzo del Coordinamento USB - Ilva Taranto "I vertici Ilva non hanno preso neanche in considerazione l'ipotesi di riceverci anche solo per ascoltarci. Il messaggio per noi è chiaro: per queste persone i lavoratori non hanno neanche il diritto di aiutarsi tra di loro".
L’azienda dal canto suo, non trova il tempo di ricevere Stefano ma lo trova per rilasciare un comunicato stampa per dire che anche se i Lavoratori decidono di “devolvere” una parte del proprio salario, guadagnato con il proprio lavoro, devono “rispettare le regole ….” e “le eventuali raccolte di denaro a favore di dipendenti in difficoltà che, in ogni caso, sono demandate alle organizzazioni sindacali rappresentative in azienda".
Siamo alla follia!!! Ma all’Ilva di Taranto, sappiamo, che la “follia” è quotidianità.