Nasce all’ILVA di Taranto
il sindacato
dei Lavoratori e per i Lavoratori:
USB - Unione Sindacale di Base
Chi siamo?
Siamo un gruppo di Lavoratori dell’ILVA stanchi di essere usati e manipolati.
Cosa vogliamo?
Creare l’alternativa sindacale e rappresentare tutti coloro che non si riconoscono nelle politiche sindacali di fim-fiom-uilm.
Un nuovo modo di fare sindacato. Proprio per questo la struttura USB dall’ultimo dei Delegati fino al Coordinatore provinciale sarà composta esclusivamente da Lavoratori. Chi è già in pensione, a cui va il nostro rispetto, può contribuire sindacalmente in altro modo. Tutto ciò per evitare, come da anni succede nelle organizzazioni sindacali in ILVA, che a decidere per i lavoratori siano coloro che non vivono più la stessa nostra condizione.
Cosa vogliamo cambiare all’ILVA
Vogliamo che l’ILVA ottemperi a tutte le prescrizioni disposte a suo carico. Per fare ciò ci vogliono due elementi fondamentali: la volontà e i soldi e finora non si sono visti né l’una, né gli altri.
Con i 146 milioni di euro stanziati (di cui 90 previsti per la Vecchia AIA) non si bonifica nemmeno la direzione. Si deve fare un programma con tempi prefissati, serio e soprattutto trasparente che permetta da subito di intervenire con obiettivi certi e senza giochi di prestigio: le decisioni le devono prendere i lavoratori dell’ILVA e i cittadini di Taranto.
Basta con la “cabina di regia” regionale barese, che sino ad oggi ha prodotto il nulla (vedi i quattro atti di intesa).
Basta con le bugie; non siamo al 70% di produzione e, soprattutto, se gli impianti inquinano vanno fermati e ripristinati nel rispetto di chi ci lavora e della popolazione.
Basta “fiduciari” … rimandiamoli da dove sono venuti. Tanti di loro non hanno mai avuto considerazione dei Lavoratori e della nostra città (vedi il fiduciario Corti che chiamò “africani” i lavoratori dei rivestimenti).
Basta bonus di migliaia di euro a fine anno a capi e capetti. Questo meccanismo ha prodotto silenzio su morte e malattie. Quei soldi quantomeno siano distribuiti ai Lavoratori.
Basta soldi ai circoli “privati” come la “Fondazione Vaccarella”, dove lavorano pensionati e “amici degli amici” e che vengono frequentati dalla Taranto “bene”. L’ILVA si riprenda il Circolo e i 438 mila euro che ogni anno versa per la stessa gestione ai sindacati concertativi fim, fiom e uilm. Con quei soldi si apra un fondo, gestito direttamente dai lavoratori e per i lavoratori dell’ILVA e le loro famiglie, vittime di malattie a causa dell’inquinamento e di infortuni sul lavoro.
Obiettivi principali:
- Cancellare il ricatto occupazionale che vede contrapporre salute e sicurezza al posto di lavoro.
- Un lavoro che uccide non è un lavoro, vogliamo produrre acciaio e reddito, non morti e malattie.
L’USB ritiene che si debba puntare ad un Accordo nazionale che, partendo dalle caratteristiche del lavoro nella siderurgia, tuteli specificatamente le condizioni di salute e sicurezza dei Lavoratori del settore.
L’USB, inoltre, si dichiara a favore della nazionalizzazione della fabbrica, così come anche la Costituzione prevede in questi casi, e della riconversione industriale, qualora l’ILVA non volesse adeguarsi a quanto richiesto dalla legge e dalle normative italiane ed europee.
L’USB-ILVA invita tutti i Lavoratori a firmare
il Documento di richiesta per l’azzeramento delle RSU attuali,
poiché non più legittimate a rappresentare i Lavoratori dell'ILVA.
Insieme per riportare il diritto sul posto di lavoro …
con l’USB, con i lavoratori e con i cittadini,
per una nuova fabbrica!
USB Lavoro Privato - ILVA Taranto