L’USB Lavoro Privato di Taranto ha presentato un esposto-denuncia al Ministero del Lavoro, alla Regione e alla Procura della Repubblica di Taranto sull’uso strumentale del ricatto occupazionale messo in atto dal Gruppo Riva nei confronti dei lavoratori dello stabilimento tarantino.
“Nel caso specifico (CIG-CIGO, cassa in deroga), è evidente l’avvenuta violazione delle leggi in materia di ammortizzatori sociali – si legge nell’esposto - dato che l’Ilva non rispetta neanche il corretto strumento della comunicazione ai dipendenti, in quanto ciò avviene su ordine verbale dei preposti aziendali, a mezzo telefonata e, proprio quando lo si ritiene “necessario”, attraverso lettera raccomandata”.
Prosegue l’esposto: “Si verifica, inoltre, che tanti dipendenti vengano chiamati a svolgere lavoro straordinario, oltre alla commissione di appalti ceduti ad imprese esterne, come nel caso del reparto ponteggiatori, per i cui dipendenti l’azienda Ilva risulta aver fatto ricorso alla cassa integrazione, mentre le relative attività vengono svolte, appunto, da altre società”.
“Si fa notare, infine, che la legge prevede l’azzeramento delle ore di ferie del lavoratore prima di porlo in cassa integrazione. Accade, invece, che l’azienda Ilva usi un metro e due misure, tenendo in forza presunti fedelissimi che conservano centinaia di ore di ferie, mentre restano a casa coloro che hanno azzerato tali ore. Alla luce di quanto sopra, confidando nell’autorevole intervento delle Istituzioni in indirizzo, l’USB chiede che vengano effettuate le indagini che i casi sopramenzionati richiedono”, conclude l’esposto.
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