Durante l’incontro sindacale del 16 dicembre, la Direzione ha scoperto le carte. Dopo aver detto per settimane che il tempo per iniziare il percorso delle fasce a partire dal 2019 non era sufficiente, nascondendosi dietro i ritardi legati alla presentazione della piattaforma sindacale e alle circolari, con interpretazioni della norma ampiamente discutibili, ieri ha scoperto il suo gioco. Il problema non è mai stato il tempo a disposizione per dare le fasce, certamente ristretto ma tecnicamente sufficiente. La questione è che pensano di dare la fascia solo facendoci pagare un conto salato. Anzi salatissimo. Con la chiarezza che non difetta certo al nuovo DA, la Direzione ha sostanzialmente presentato lo “scambio” (sostanzialmente un vero e proprio ricatto) tra la fascia nel triennio 2020-2022 e il raddoppio del fondo per gli incarichi di funzione, il cui costo arriverebbe a 500 mila euro! Una cifra spropositata, senza alcun legame con la realtà attuale: per le PO oggi sono sufficienti 280mila euro. Una cambiale in bianco con un prelievo forzato per tutti i dipendenti di circa 250 euro a testa, con la giustificazione che “questi soldi andrebbero distribuiti al comparto”. Una richiesta che insieme all’erogazione della fascia non lascerebbe sul fondo ulteriori risorse (solo una tantum per un anno per i fondo fasce).
La controproposta della RSU e delle OOSS è stata la fascia in due anni a tutto il personale e la possibilità di ampliare l’attuale spesa di 280 mila euro per PO “sino ad un massimo” di 350mila euro sulla base di risorse oramai stabilizzate nel fondo e legate all’accordo del 2009, solo dopo un confronto sulle reali esigenze e sui criteri e certamente non prima del completamento del percorso delle fasce. Accettando la proposta sindacale, avanzerebbero ulteriori risorse che potrebbero essere utilizzate sulla base della piattaforma della RSU e delle OOSS, intervenendo in modo stabile sui “fondo fasce” e incentivando alcune attività e funzioni particolari.
Al termine della trattativa la Direzione ha proposto uno “sconto” sulla richiesta iniziale di 50mila, portandola a 450mila euro, proponendo la fascia nel biennio 2020-2021 e la “una tantum” per i fondo fascia. Uno “sconto” inaccettabile per la RSU e tutte le OOSS. Vorrà dire che i fondi non spesi nel 2019 verranno divisi tra tutti i Lavoratori a novembre del 2020 come residui.
E’ inaccettabile che il risultato della "visione riorganizzativa" del DG, che i lavoratori hanno subito e che spesso ha comportato uno scadimento del lavoro e una approssimativa riconversione ad altre attività, si scarichi ora anche economicamente sul fondo del comparto. Gli errori fatti e la scelta che si sta delineando in merito alla figura dirigenziale (lo ricordiamo, individuata ora come "gestionale" ovvero tecnicamente "non competente"), non possono essere pagati dai Lavoratori con un prelievo di 250mila euro. Così come è assurdo che a seguito di una riorganizzazione oramai conclusa da tempo con incarichi di funzione scaduti e delegittimati da una proroga indiscriminata a “tempo indeterminato”, la Direzione non si sia presentata agli incontri neanche con uno straccio di ipotesi organizzativa delle strutture complesse e semplici e degli incarichi necessari. Nessuna mappatura dell’esistente, nessuna ipotesi organizzativa. Solo una generica richiesta di “100 incarichi da 5mila euro”.
La trattativa ripartirà a gennaio, con un tavolo tecnico sui fondi. Disponibili a discutere di tutto, ma con la consapevolezza che dopo 10 anni la fascia va data a tutto il personale, senza scambi o ricatti.
La rappresentanza USB di Arpa Piemonte