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18 gennaio 2009 - Infopal
200.000 a Roma per la Palestina e per il boicottaggio di Israele
di Marco Santopadre - Radio Città Aperta
Siamo tutti palestinesi
18-01-2009/09:19:28 --- Ieri pomeriggio il centro di Roma si è riempito di bandiere palestinesi e di kefje, per dire basta al massacro del popolo palestinese e per invitare al boicottaggio nei confronti di Tel Aviv. Già dalle 15 la piazza dove era convocata l’iniziativa, Piazza Vittorio, era così piena che gli organizzatori – oltre alle comunità palestinesi il Forum Palestina, i sindacati Cub, Cobas e Sdl, e poi il Prc, la Fiom, il Pdci, Sinistra critica, la Rete dei comunisti, il Partito comunista dei lavoratori ed altri ancora - hanno schierato il camion di testa e gli striscioni di apertura all’altezza di Santa Maria Maggiore.
'Bush Barack assassini, giù le mani dai bambini'
Moltissimi i bambini, anche molto piccoli, che sfilano con i genitori. E proprio la denuncia dei bambini vittime dei bombardamenti israeliani è infatti uno dei tratti salienti della protesta. A sottolinearlo anche l'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche in Italia. Dietro lo striscione 'Gaza, noi siamo tutti con te', sfilano le mamme: alcune portano in braccio dei fagotti di stoffa bianca macchiati di rosso. Ci sono anche alcuni bambini che urlano al microfono lo slogan: «Bush, Barak assassini, questa non è una guerra ma un massacro»
Grande enfasi negli slogan e nei cartelli che mostravano foto delle vittime di Gaza e, in alcuni casi, paragonavano il disprezzo del governo israeliano per le vittime civili al nazismo. "Genocidio nazista a Gaza", si legge sugli striscioni, e ancora: "27 dicembre 2008 giornata della memoria"... mentre la folla grida "Israele Terrorista" e "Palestina Libera". Nel corteo erano visibili anche stelle di David con sopra stampate svastiche, tante kefiah, bambole insanguinate e foto di bambini morti, le vittime dei bombardamenti su Gaza. Sono comparsi anche cartelli inneggianti a Michele Santoro e alla trasmissione di giovedì sera di 'Annozero' tra i manifestanti: «Santoro grazie per la verità e la sincerità», si legge su uno dei cartelli. Altri manifestanti invece inneggiavano all'Intifada: "Palestina grida unita: Intifada per la vita".
''Israeliani assassini, giù le mani dai bambini''. Era questo lo slogan più urlato, in italiano e in arabo, dai manifestanti. ''Siamo arabi - spiega uno di loro - veniamo da diversi paesi e non tutti dalla Palestina e, dopo un tam-tam con le nostre associazioni in Italia e a Roma, abbiamo scelto di essere qui oggi a manifestare contro la guerra e contro chi uccide i bambini, le vere vittime di questa carneficina''. Un gruppo di donne regge uno striscione con la scritta: ''Italiani, aiutate i bambini a vivere''. Una di loro, italiana, madre di due figli, dice: ''Non si può tacere di fronte a tutte queste vittime che sono soprattutto bambini''.
Una decina di mamme palestinesi con in braccio i loro bambini aprivano il corteo organizzato a Roma dal Forum Palestina. Erano moltissimi i bambini, principalmente arabi e della comunità palestinese in Italia, che hanno sfilato per le vie di Roma nella manifestazione. "Bush, Barack assassini, questa non è una guerra ma un massacro", uno degli slogan che i bimbi urlavano ai microfoni. Nidhal ha sette anni, capelli corvini ricci, e tanta rabbia contro la guerra. Con Kadija, 11 anni, e Arige, 8 anni, apre il corteo sventolando bandiere palestinesi e gridando slogan. Nidhal, come racconta sua madre, tunisina in Italia da tanti anni, ha voluto a tutti i costi vedere le immagini della guerra trasmesse in tv. ''E ho avuto gli incubi, ho sognato che uccidevano anche me'', spiega. A lui, per qualche minuto, è stato dato il megafono e il compito di scandire lo slogan di inizio corteo: ''Palestina terra mia, Israele via via''. Nidhal aspetta che gli adulti intorno a lui ripetano la frase, e poi riprende. Accanto a lui Kadija e Arige spiegano: ''sbagliano gli adulti - dicono tenendo in mano la bandiera della Palestina - se pensano che noi non capiamo nulla della guerra''.
''Ecco come riducono i nostri figli'' ha detto stringendo una bambola insanguinata una donna palestinese. Migliaia le bandiere palestinesi e poi il Corano alzato col coro ''Allah e' grande, no al forte che uccide il debole''. Sopra le teste del fiume umano sono spuntate anche scarpe, qualcuna appesa sull'asta delle bandiere. Un simbolo dichiaratamente anti Bush dopo il gesto, ormai icona, del giornalista iracheno. Poi ancora slogan contro Bush e il ministro della difesa israeliano Barak. Insieme alle bandiere palestinesi, di gran lunga le più numerose, anche bandiere rosse, quelle dei sindacati di base e dei movimenti, e kefiah rosse e nere legate intorno al collo e poi, come colonna sonora, ritmi orientali e occidentali. Il lungo serpentone ha sfilato senza problemi per tre ore buone, prima di arrivare a Porta San Paolo. Si è fermato solo due volte, per pochi minuti. La prima volta per osservare un minuto di silenzio ''per i martiri di Gaza' di fronte alla Fao in viale Aventino. La seconda volta per permettere ad alcuni manifestanti musulmani di fermarsi a pregare al tramonto, i fedeli inginocchiati sulle bandiere palestinesi accanto al Colosseo. Mentre il corteo scorreva alcuni partecipanti hanno lasciato sui muri scritte come: "Israele assassino di bambini", "Sionisti razzisti", "Usa, Italia, Israele stati canaglia", "Bush e Olmert boia", "Intifada" e "Stop al massacro" (quest'ultima accompagnata dalle sagome di decine di bombe). Tantissimi gli slogan e gli striscioni che invitavano al boicottaggio degli interessi economici e politici israeliani in Italia, oltre che delle imprese italiane che collaborano con l’economia di guerra israeliana. Su molti cartelli campeggiava un ‘No 729’ che - ha detto Vittorio Arrigoni in un intervento registrato da Radio Città Aperta trasmesso dal palco in Piazza di Porta San Paolo – ‘deve diventare il nostro mantra’.
Ebrei contro l'occupazione
Nel corteo tanti palestinesi, tanti arabi, gli attivisti delle associazioni e dei comitati di solidarietà con la resistenza palestinese e libanese, e poi i giovani dei centri sociali e delle facoltà universitarie, gli studenti medi, gli insegnanti mobilitati da mesi contro la Legge Gelmini, e poi ancora lo spezzone di Sport sotto l'Assedio, quello delle Donne in Nero, il Manifesto, molte Ong e realtà italiane, per portare solidarietà alla popolazione civile di Gaza e chiedere lo stop della strage. L'Ism aveva una barella con lenzuola macchiate di rosso. All'invito a manifestare hanno aderito anche gli attivisti della Rete degli Ebrei contro l'occupazione, oltre al collettivo Statunitensi contro la guerra. Durante gli interventi finali si è ricordata la presenza di un dirigente del Partito Comunista Israeliano, mentre vari oratori hanno ringraziato vivamente i Presidenti Chavez e Morales che nei giorni scorsi hanno avuto il coraggio di cacciare i rappresentanti diplomatici e commerciali di Tel Aviv, ‘cosa che dovrebbero fare tutti i nostri governi invece di collaborare con i massacratori’. Gli organizzatori del corteo pro Palestina hanno scelto Porta San Paolo come punto di arrivo perché ''luogo-simbolo della Resistenza antifascista e antinazista a Roma''. E intorno alle 19 la testa del corteo arriva in questa piazza mentre la coda è ancora in via dei Fori Imperiali ed arriverà a destinazione che gli interventi finali, durati più di un’ora, sono terminati già da un pezzo e chi è venuto dalle varie città d’Italia in pullman o in treno si affrettava già a raggiungere le stazioni per tornarsene a casa dopo la lunghissima giornata.
'Difendiamo Michele Santoro'
''Difendiamo il conduttore televisivo Michele Santoro dalla crocifissione pubblica bipartisan cui viene sottoposto''. Lo ha affermato Marco Ferrando del Pcl alle agenzie. ''Michele Santoro - dice - ha semplicemente documentato quella brutale disumanità dei crimini sionisti che l'informazione pubblica assolve o rimuove. Il vero ''reato'' che viene imputato è solo questo: non la scortesia delle parole verso Lucia Annunziata, ma la verità controcorrente dei fatti documentati. Come dimostra l'intervento di censura dell'ambasciata israeliana. Per questa stessa ragione la difesa di Michele Santoro e di AnnoZero, non e' solo la difesa di un diritto democratico: ma e' parte dell'opposizione doverosa alla guerra criminale - quella si' indecente - oggi condotta contro il popolo palestinese''. Jacopo Venier, del Pdci, invece se la prende con la propaganda del governo. "Evidentemente e' il nervosismo che fa parlare Bocchino (che aveva invitato la sinistra a manifestare di meno, ndr), perché sa bene che la stragrande maggioranza del popolo italiano e' indignata del massacro che il governo di Israele sta compiendo al popolo palestinese e la manifestazione di oggi di Roma ne e' la prova. Inoltre, non indignarsi, non manifestare o stare zitti di fronte a quanto sta avvenendo a Gaza, dove sono finora morti 1.200 persone, equivale ad essere complici del massacro". Tra le forze della sinistra radicale ieri in piazza a Roma anche Sinistra critica. "Siamo in piazza - spiega in una nota Flavia D'Angeli, portavoce del movimento nato da una scissione del Prc - con convinzione per contribuire a fermare il vero e proprio massacro compiuto sulla pelle dei palestinesi". "Il successo del corteo romano - spiega D'Angeli - dimostra che esiste la possibilità di una solidarietà non ambigua, come quella manifestata ad Assisi, e soprattutto non ipocrita. L'ipocrisia che invece viene dispensata a piene mani da coloro che oggi attaccano Santoro e che non piegano un sopracciglio di fronte alla strage di bambini che la scellerata strategia di Israele ha prodotto". "Siamo con i palestinesi - dice ancora l'esponente di Sc - per la semplice ragione che a essere occupati, da oltre quarant'anni, sono i loro Territori e sono loro a subire l'oppressione e la violenza di un governo e un esercito straniero. Anche su questo tema la sinistra è tale se sa scegliere e sa schierarsi", conclude D'Angeli. Negli interventi finali Sergio Cararo, del Forum Palestina e della Rete dei Comunisti, non nascondeva la soddisfazione degli organizzatori per una partecipazione che è andata oltre ogni previsione: ‘Avevamo promesso che avremmo riempito Roma di bandiere palestinesi, e lo abbiamo fatto. Da domani tutti saremo impegnati con il boicottaggio, le sanzioni e il disinvestimento nei confronti degli interessi economici israeliani.” E poi un attacco alla stampa di regime che in questi giorni ha censurato le immagini del massacro israeliano a Gaza e le iniziative di solidarietà col popolo palestinese. “I giornalisti veri sono sotto le bombe, a Gaza, a raccontarci la verità. Gli altri ci fanno vergognare di essere italiani” ha detto tra gli applausi Samir Al Qariouti, giornalista palestinese.