Si è tenuto presso l'Ospedale Mandic di Merate il presidio di protesta organizzato dall'USB contro la chiusura serale e notturna del Pronto Soccorso. Una scelta che verrà assunta in conformità con i dettami della normativa regionale che prevede la chiusura per 12 ore al giorno delle strutture di PS che non hanno almeno 100 accessi medi giornalieri. Quello di Merate ne ha "appena" 92.
Davanti ai cittadini che si sono radunati all'ingresso dell'ospedale, l'USB ha ribadito la necessità di tutelare i servizi pubblici quali diritto irrinunciabile dei cittadini, denunciando la gestione della sanità sempre più orientata a dare maggiore rilevanza ai fattori economici che non a quelli relativi alla salute, in linea con la politica da "comitato di affari" che da troppi anni governa il sistema sanitario regionale e che avuto tra gli effetti le condanne per corruzione di Formigoni, Mantovani, Rizzi e molti altri tra amministratori e imprenditori della salute.
E' emersa anche con forza la necessità di tutelare il Punto Nascite dell'Ospedale, a rischio di chiusura per le medesime logiche, non raggiungendo la soglia imposta dalla regione di 600 parti all'anno.
L'USB ha annunciato che l'iniziativa di ieri è solo l'inizio di un percorso di lotta che avrà la sua prossima tappa nella convocazione di un'assemblea cittadina alla quale l'USB inviterà a partecipare, oltre che la cittadinanza dei comuni del bacino dell'ospedale, tutte i soggetti che vorranno opporsi a questo processo di smantellamento della sanità pubblica.