Abbiamo appreso dagli organi di stampa che è stata respinta la richiesta di archiviazione per l’incendio di via Siepelunga avvenuta la mattina di Natale del 2006 dove purtroppo ha trovato la morte il signor Aldo Montini.
Disposta l’imputazione coatta per quattro colleghi.
Come Vigili del Fuoco, prima ancora che come sindacalisti, vogliamo ribadire che le squadre sono arrivate in tempi rapidissimi e che l’incendio dell’appartamento era in stato avanzato, fatto questo che ha pregiudicato la possibilità di salvare il povero Montini.
Oggettivamente l’incendio di via Siepelunga è uno di quegli eventi nei quali un Pompiere non si vorrebbe mai trovare, cioè l’ impossibilità di portare soccorso.
Nel caso specifico questa impossibilità non è stata determinata da inefficienze, ma semmai da un ritardo nella chiamata dei soccorsi, come altrimenti spiegare un incendio in stato così avanzato all’arrivo della prima squadra avvenuta pochi minuti dopo la chiamata al nostro centralino?
Comprendiamo le ragioni della famiglia Montini alla quale và tutta la nostra solidarietà, compreso il figlio che in quell’incendio ha riportato gravi lesioni, ma ripetiamo: all’arrivo dei soccorsi la situazione era già compromessa.
Riaprire oggi il caso, magari per istruire un processo, ci appare una ingiustizia verso chi ha sempre fatto il proprio dovere al meglio delle proprie possibilità.
Poi ci sia concesso come organizzazioni sindacali ricordare che sono anni che denunciamo la grave carenza di organico e i tagli indiscriminati al comparto dei Vigili del Fuoco, se non sono stati la causa diretta della morte del Montini in quel triste Natale, potranno in seguito, anche a breve, determinare la chiusura dei distaccamenti, la mancanza di addestramento, l’inefficienza dei mezzi e delle attrezzature.
Allora si, che ci troveremo ad affrontare processi per inefficienza, che devono essere evitati con politiche più lungimiranti ed accorte, mirate a riconoscere finalmente il ruolo fondamentale che i Vigili del Fuoco svolgono in questo Paese.