Interveniamo in merito alle vicende ormai note dell’incendio che ha colpito alcuni giorni addietro la zona di Morloquio.
Purtroppo è sempre l’ultimo anello della catena a dover subire l’onta e sorbirsi le colpe; in tal caso i vigili del fuoco.
Sulla vicenda potremmo affermare che tutti hanno ragione: gli abitanti, i giornalisti, il direttore regionale dei vigili del fuoco e soprattutto gli operatori vigili del fuoco.
Gli abitanti hanno visto le loro case lambite e danneggiate dal fuoco ed alcuni di essi hanno lasciato le testimonianze dell’evento; i giornalisti presumibilmente hanno fatto il loro dovere di riportare la cronaca; il direttore regionale dei vigili del fuoco -Ing. Claudio De Angelis- ha esplicitato qual è la realtà dei fatti, già tra l’altro esposta in anticipo alle autorità competenti circa due mesi fa.
I vigili del fuoco, gli ANGELI CUSTODI DEGLI ITALIANI, hanno fatto il loro dovere, non sempre facile, non sempre realizzabile; nessuno riesce ad opporsi alle forze distruttive del fuoco o dell’acqua, e, soprattutto i vigili del fuoco che oggi si trovano a dover fronteggiare il fuoco con dispositivi di protezione individuale scarsi, usurati ed insicuri (è emblematica la vicenda dei guanti di protezione), automezzi scarsi, usurati e maltenuti, scarsezza di uomini a comporre squadre spesso sotto numero.
Insomma una situazione insostenibile, diverse volte denunciata da questa organizzazione sindacale, non ultima in occasione del trasbordo nel porto di Gioia Tauro di armi chimiche provenienti dall’Iraq; in quella occasione l’USB denunciò, per l’ennesima volta, i problemi di scarsezza di uomini, mezzi, attrezzature e soprattutto lo stato di abbandono e incuria con cui erano tenute queste ultime presso il comando di Catanzaro, capofila regionale per il nucleo NBCR.
Ma, nel nostro paese, fintanto che non succede qualcosa, fintanto che non ci scappa il morto, l’opinione pubblica sta a guardare e gli operatori vanno avanti toccando ferro.
Noi come USB continuiamo a denunciare con forza lo stato di disorganizzazione, precarietà, pressapochismo con cui viene gestito oggi il soccorso in Italia, un paese in cui il territorio è tra i più fragili d’Europa, più esposti a rischi di ogni genere (vulcanico, tellurico, erosione delle coste, frane, smottamenti, alluvioni, incendi, incidenti industriali, incidenti nel settore trasporti e incidenti sui posti di lavoro).
Nel nostro paese la macchina dei soccorsi è polverizzata sempre più in organismi che fungono da carrozzoni politici e non stiamo qui ad elencarli, un paese in cui le competenze per il soccorso tecnico urgente vengono devolute a semplici associazioni, un paese in cui l’organizzazione del soccorso dei vigili del Fuoco sta subendo un ulteriore abbattimento a seguito del riordino, che solo la Usb ha invano respinto da sola.
A tutto ciò si aggiunga lo stato disastroso in cui è stata fatta precipitare quella che doveva essere la regione “prediletta” dei tanti politici nazionali e regionali che hanno finito di spolpare anche la spina dorsale della regione più depressa d’Europa; una Europa che prevede 1 vigile del fuoco per 1500 abitanti e che in Calabria ne vede solamente uno ogni 15.000, anche a Morloquio!
L’unica cosa di cui siamo certi dei pompieri Calabresi è la buona volontà, lo spirito di abnegazione e di sacrificio, il mettersi a disposizione per turni di lavoro che spesso vanno fino a 24-36 ore a volte senza vedere la retribuzione -come avvenuto per le precedenti campagne antincendi boschive-, la professionalità acquisita mettendosi a disposizione in orario straordinario ma senza essere retribuiti; le trasferte con mezzi propri e senza rimborsi come avviene nel comando di Catanzaro da un paio di anni, lottando -come a Catanzaro- contro certe logiche di qualche dirigente poco incline a dirigere.
Quali colpe possono avere i lavoratori vigili del fuoco Calabresi se, prodigandosi e mettendo a rischio la propria incolumità e la stessa vita, spesso ci riescono solo parzialmente perché non hanno mezzi o perché devono accollarsi competenze non proprie?
Sarebbe opportuno ed auspicabile che dalle testate giornalistiche venissero fatti propri gli appelli che questa USB propone da decenni per potenziare il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e soprattutto per sostenere il progetto che vedrebbe il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco alle dipendenze dirette della Presidenza del Consiglio ed a capo della Protezione Civile, per poter disporre di una struttura moderna e funzionale, slegata dalle logiche politiche, efficiente ed all’altezza di un paese europeo.
Coordinamento regionale VVF Calabria