Si è svolto il previsto incontro con il Ministro della Giustizia, On. Alfano.
La RdB P.I. auspicava che il Ministro, dopo 10 mesi dal suo insediamento, arrivasse più preparato sulle problematiche che affliggono il personale amministrativo e gli uffici giudiziari.
Invece, allo stato dell’arte, apprendiamo che l’unico progetto di riforma della Giustizia sul quale era preparato ed ha lavorato in questi mesi, riguarda la modifica della Costituzione, del codice Penale e Civile ed un progetto di nuova edilizia carceraria. Mentre di riqualificazione, di tagli alle piante organiche, di uffici al collasso e di trasferimenti bloccati nulla sapeva, e di conseguenza alcuna risposta ha potuto dare: pertanto, ha rinviato qualsiasi decisione al nuovo incontro, che di dovrà tenere a breve, previa consultazione con il proprio staff sull’impatto economico che avrebbe la riqualificazione di tutto il personale. Al Ministro Alfano chiediamo di stupirci con effetti speciali, e che, nella prossima riunione venga a dirci che sarà in grado di riqualificare tutti i dipendenti ed aumenterà le piante organiche. Questa è l’unica risposta che ci aspettiamo dopo 10 lunghi anni.
La RdB P.I.
- ha ribadito che la situazione lavorativa in cui versano i circa 40 mila dipendenti degli uffici giudiziari è ormai diventata insostenibile;
- ha chiesto al Ministro perché non è intervenuto sul Governo per chiedere una deroga al taglio del 10% della spesa previsto della legge 133/08 (vedi “decreto Brunetta”), che avrebbe evitato la riduzione delle piante organiche di ben 3256 unità ed il blocco degli interpelli
- ha evidenziato le contraddizioni circa la possibilità di realizzare il “Processo Telematico”, tanto pubblicizzato, tenuto conto che allo stato attuale gli uffici hanno in dotazione computer obsoleti e solo un terzo dei dipendenti ha un indirizzo di posta elettronica per giunta neanche certificata;
- ha chiesto al Ministro se si rende contro delle pesanti ripercussioni in termini di carichi di lavoro che avranno sui lavoratori le riforme del codice penale e civile che si appresta a varare: sull’argomento ha citato in via esemplificativa le gravi conseguenze che ricadrebbero sugli uffici del Giudici di Pace;
- ha sottolineato che finora il servizio Giustizia è stato assicurato grazie al sacrificio e l’abnegazione dei lavoratori amministrativi.
Con rammarico evidenziamo che l’On Alfano non ha ritenuto di spendere una sola parola di comprensione sull’episodio rappresentatogli, che riguardava una lavoratrice del Tribunale di Roma finita al Pronto Soccorso. Il suo unico torto è stato quello di voler impedire la sottrazione di alcuni atti da un fascicolo e per questo ha ricevuto “un cazzotto” in faccia.
Parimenti il Ministro non speso neanche una parola sull’attacco portato ai lavoratori dal Primo Presidente della Corte di Cassazione nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario.
La RdB P.I. in assenza dunque di risposte concrete sulle risoluzioni delle problematiche poste, conferma lo stato di agitazione del personale che a partire dal giorno 23 Febbraio p.v. ,a partire dagli uffici giudiziari di Roma e di seguito di tutta Italia, inizierà una protesta basata sul rispetto delle norme e delle procedure previste dal codice e dal garante della Privacy. RdB P.I. sollecita tutti i lavoratori e le R.S.U. ad unirsi alla protesta a difesa della dignità dei diritti e del salario.