Come preannunciato nei giorni precedenti ieri si tenuto l'incontro tra le OO.SS ed il sottosegretario con delega al personale e alla contrattazione on. Baretta. Abbiamo affrontato l'incontro con la precisa volontà di rappresentare dinanzi all' autorità politica, che negli anni scorsi disertava sistematicamente il confronto sulle Convenzioni, i tanti problemi irrisolti che riguardano il personale delle Agenzie fiscali ed intorno ai quali da anni promuoviamo mobilitazioni con i lavoratori.
Nel nostro intervento, quindi, abbiamo espresso tutta la nostra contrarietà nei confronti di quelle politiche che da anni costringono i lavoratori delle Agenzie fiscali ad una riorganizzazione permanente proprio ogni qualvolta che la macchina fiscale inizia a carburare: ed abbiamo anche espresso la nostra preoccupazione che la paventata riforma degli assetti ordinamentali (abolizione delle province) possa impattare anche sul nostro comparto esponendoci ad una ennesima riorganizzazione a solo qualche mese di distanza dalla precedente.
Ma abbiamo anche avanzato una serie di proposte concrete e praticabili che vanno nella direzione di valorizzare il personale, arginare gli effetti della contrazione salariale e rafforzare la macchina fiscale. Questo perché siamo fermamente convinti che esiste una correlazione stretta tra l'aumento della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e sui pensionati ed il continuo disinvestimento del personale . Non crediamo sia un azzardo affermare infatti che, se non si investe sul personale non si riuscirà mai ad invertire quel trend per cui le tasse sono sempre e soltanto i soliti a pagarle. Investire o meno sul personale è naturalmente una scelta tutta politica.
Per questo abbiamo chiesto che il governo assuma l'impegno di derogare al blocco delle assunzioni, a cominciare dall'assorbimento degli idonei dei concorsi già espletati, e rimuovere gli ostacoli normativi ai passaggi di area interni. Chiunque può intendere che la lotta all'evasione non si può fare con un personale sottodimensionato e sottoinquadrato.
Sul fronte della contrattazione integrativa, per dare certezza nei tempi e negli importi al nostro salario accessorio abbiamo chiesto che almeno il 50% delle risorse stanziate con il comma 165 siano stabilizzate. Sempre sul fronte della valorizzazione del personale sosteniamo da tempo che vi è la possibilità concreta di finanziare il completamento delle progressioni economiche, in quanto si tratta di procedure totalmente autofinanziate che, quindi, mal si conciliano con le norme sul contenimento della spesa che attualmente ne sanciscono il blocco.
C’è infine da superare l’anomalia che coinvolge personale dei monopoli: la fusione a freddo con le dogane non ha comportato l'equiparazione dell'indennità dei lavoratori dell'ex AAMS con quelli delle dogane. Una anomalia incomprensibile che crea una ingiustificata disparità di trattamento creando nell'ambito della stessa Agenzia livelli salariali differenti.
Le risposte fornite dall' on. Baretta hanno confermato le nostre preoccupazioni sul probabile impatto dell'abolizione delle province sugli assetti territoriali dell'agenzia anche se, ad oggi, ancora non si conoscono le modalità e le forme con le quali si misurerà questo processo. C'è stata da parte del sottosegretario una apertura ad un confronto con le OO.SS sui temi dell'accorpamento, della riorganizzazione e sul disegno di legge di delega fiscale e ad una calendarizzazione a breve degli incontri.
Crediamo che per commentare l'incontro (che sarebbe rimasto un semplice desiderio se il 4 luglio, durante la riunione sullo schema di convenzioni con la parte pubblica, tra la rassegnazione di quasi tutte le sigle sindacali, USB non avesse puntato i piedi chiedendo fortemente una convocazione con l'autorità politica competente) non abbia granché senso utilizzare le normali categorie (positivo o negativo) o usare toni trionfalistici o, al contrario, dimessi.
Il fatto che si è aperto, dopo anni, uno spazio di interlocuzione con l'autorità politica, non è in sé la soluzione di alcun problema, perché nessuno ci regalerà niente se non saremo capaci di riempire quello spazio accompagnando le proposte con il giusto livello di mobilitazione e protagonismo sindacale. E' questo, come sempre, il nodo del problema. Ed è questo ciò che può trasformare un semplice confronto in una reale opportunità per i lavoratori.