Ieri 10 gennaio abbiamo partecipato all’incontro promosso dal CLAT a cui erano state invitate tutte le sigle sindacali. Oltre a noi di USB erano presenti COBAS, CUB, SNATER e a titolo personale alcune RSU di SLC, FiSTEL e UILCOM. CISAL non era presente ma aveva inviato le proprie riflessioni con una mail. UGL non pervenuta. I rappresentanti CLAT hanno fatto appello di massima all’unità, proposto una manifestazione nazionale da tenersi di sabato e illustrato le loro proposte.
I delegati dei sindacati confederali, nel commentare i vari punti presentati dai Clat, hanno riconfermato i loro accordi sulla produttività, sulla timbratura in postazione e sulla solidarietà. Nessun cenno di ripensamento o di possibilità di lotta per provare a cancellarli. La linea di subalternità al padrone non cambia. Ma anche se si fossero pronunciati diversamente non avevano mandato dalle loro segreterie di prendere decisioni. Noi abbiamo rinnovato la richiesta ai sindacati di base e al CLAT di cercare l’unità non formale ma di sostanza, cioè nei contenuti: quale rinnovo di contratto di primo e secondo livello, rifiuto del jobs act e ciò che ne consegue, trasparenza nelle trattative, pari diritto di partecipazione per tutte le RSU elette e per tutte le sigle sindacali, aumenti salariali dignitosi.
Riteniamo anche che le proposte del CLAT siano interessanti e in gran parte condivisibili, ma abbiamo fatto appello a guardare oltre le condizioni dei tecnici e ad integrarle con proposte anche contro le vessazioni che l'azienda sta imponendo a tutte le figure professionali presenti in azienda. Rivendichiamo totale solidarietà ai lavoratori licenziati di Almaviva anche perché questo accordo infame è l’anteprima del rinnovo del ccnl delle telecomunicazioni e condanniamo la resa senza condizioni di governo e segreterie nazionali confederali e di categoria che li hanno abbandonati al loro destino: si trovano i soldi per le banche ma mai per i lavoratori.
In ultimo abbiamo chiesto uno sciopero nazionale di settore, che comprenda quindi anche i call center e tutte le aziende regolate dal contratto delle telecomunicazioni, non da tenersi di sabato per essere più efficace. Siamo convinti che questa può essere l’occasione per voltare pagina, ma l’unica unità percorribile si costruisce solo su obiettivi condivisi e chiari che ad oggi i sindacati confederali non possono e non vogliono garantire.
Aderente
alla FSM