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Indire, lavoratori in sciopero il 6 marzo

Nazionale,

L’assemblea del personale INDIRE del 23 febbraio, dopo aver discusso delle iniziative USB (conciliazione e incontro ad FP del 22 febbraio), ha deciso per lo sciopero, decisa e convinta.

Il personale ha anche chiesto ad USB che, prima di stabilire la data dello sciopero nella conciliazione del 6 marzo al Ministero del Lavoro, si renda disponibile a condividere piattaforma e data dello sciopero con quelle OO.SS. che intendono rispettare l’impegno preso rispetto ai propri iscritti nei giorni scorsi.

Ma prima di definire il percorso, per arrivare allo sciopero vanno chiariti alcuni aspetti che derivano dall’attività di USB e dei lavoratori Indire in questo periodo.

Innanzitutto, durante la conciliazione (obbligatoria per indire lo sciopero), sottolineiamo che l’ente ha voluto  partecipare, poteva tuttavia rifiutare il tentativo e permetterci lo sciopero. Nella riunione di conciliazione, oltre all’impossibilità di convocare lo sciopero prima delle elezioni, USB ha deciso di accettare la proposta di rinvio al 6 marzo per due motivi. INDIRE ha ribadito che mette sul piatto 1,9 mln per le assunzioni e per noi, al di là dell’attuale PTA, era il dato necessario e lo abbiamo portato al tavolo di Funzione Pubblica. Inoltre c’era necessità di decidere la possibile prima data di sciopero insieme con i lavoratori, decisione che si è concretizzata ieri in assemblea.

Ma il risultato più importante riteniamo di averlo ottenuto venerdì 23 febbraio alla Funzione Pubblica dove abbiamo portato ai vertici tecnici del Ministero (dietro mandato diretto del Ministro) la lettera del presidente e la bozza di PTA. documenti su cui abbiamo discusso lungamente. Appare chiaro che Funzione Pubblica ora ha un quadro più chiaro sul precariato INDIRE grazie alla manifestazione USB. Anche se  INDIRE può decidere il piano assunzionale come ‘desidera’, i decisori politici e tecnici potranno intervenire sugli effetti come il danno erariale derivato dai possibili licenziamenti/mancate assunzioni che si prospettano se i 122 precari non saranno assunti nel biennio 2018/2019. Va sottolineato infatti che dopo entrerà in vigore per i TD che hanno meno di 3 anni l’articolo 54 del nuovo contratto SCUOLA che ha cancellato il contratto quinquennale (una delle poche disapplicazioni insieme con l’articolo 5, più volte richiamato da alcune OO.SS. anche in INDIRE). USB ha inoltre richiesto ad FP e al Ministro di considerare che l’investimento di circa 3 mln di euro, più i soldi dell’ente, possono già nel 2018 (il finanziamento di 57 mln a regime permette di ‘anticipare’ alla seconda parte dell’anno, raddoppiando il numero di assunti) consentire l’assunzione di quasi tutti i comma 1 (che come tali non possono essere esclusi o riselezionati dall’ente) e predisporre le assunzioni totali nel 2019. E’ importante chiarire che la FP ha escluso, sulla base delle interazioni con il MEF, ogni possibile utilizzo di finanziamenti come PON o fondi ministeriali per assumere, riconducendo ai 1,9 mln le somme disponibili nell’ente.

Con queste due iniziative USB ha costruito gli strumenti per lo sciopero. Sappiamo che i vertici INDIRE ‘pagheranno’ politicamente l’eventuale applicazione del loro piano assunzionale, che abbiamo poco tempo per bloccarlo e non possiamo tergiversare, che la nostra proposta (1,8 mln sul precariato, 4 II livelli e 10 III livelli selezionati con l’articolo 22 comma 15) è politicamente ed amministrativamente nel mandato del legislatore che RENDE PRIORITARIE LE STABILIZZAZIONI A FRONTE DI UN CHIARO ABUSO TUTTO DA ATTRIBUIRE AI VERTICI DEGLI ENTI DI RICERCA. Sottolineiamo queste parole, dette al tavolo dalla parte pubblica, perché deve essere chiaro che la lotta INDIRE ora deve uscire dall’ente e, visto il quadro politico, deve essere usata per denunciare che l’ENTE può stabilizzare e non lo fa, predisponendosi a contenziosi e danno erariale.

In considerazione di quanto detto, ed in risposta al personale, USB si presenta al tavolo della conciliazione del 6 marzo con la determinazione di: ottenere le stabilizzazioni per i comma 1, proporre selezioni riservate agli interni per i livelli III e II, presentare il piano delle mobilitazioni, senza dimenticare la piena applicazione della raccomandazione europea sulla ricerca e l'integrazione del personale, a  tutti i livelli, nella discussione sul futuro dell’ente.

Qualora INDIRE risponda per l’ennesima volta negativamente, USB convocherà lo sciopero dell’ente ad oltranza con la prima giornata compresa tra il 16 marzo ed il 23 marzo. USB non determina la giornata di sciopero e apre la riunione di conciliazione del 6 marzo a quelle Organizzazioni Sindacali che ritengono di condividere strumento e piattaforma (ovviamente stilata in maniera ed insieme al personale in una apposita assemblea congiunta). Il 6 marzo USB convocherà la prima giornata di sciopero, e nel rispetto della normativa, attuerà successivamente alle prime indizioni, lo sciopero ad oltranza chiamando i lavoratori di tutto l’ente a sospendere le attività con l'obiettivo di porre i vertici di Indire sotto i riflettori dell’opinione pubblica per le conseguenze dello stesso sciopero.

Dopo l’assemblea di venerdì, USB richiama il personale alla documentazione di tutti quegli atti verbali e scritti che possano risultare forma di coercizione più o meno chiara da parte del vertice o di eventuale personale incaricato dagli stessi. Risponderemo ad ogni tentativo di eventuale minaccia, emarginazione o prevaricazione in maniera collettiva e determinata, anche usando gli strumenti legali.

I vertici dell’INDIRE  hanno la possibilità di riscrivere l’ente in maniera non paternalistica e proiettarlo verso i nuovi vertici che li sostituiranno nei prossimi anni. Dopo mesi di trattative, USB il 6 marzo dirà basta.


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