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Argomenti locali Scuola

Iniziativa di RdB-USB sulla scuola

Lamezia Terme,

Vogliono la fine della scuola pubblica!

Per i tagli imposti dalla Gelmini, nella scuola calabrese molti perderanno il posto, qualcuno si è preso la briga di contarli? Noi sì: dal 1 settembre 2010, ben 1.522 posti in meno per i docenti, e circa 800 per il personale ATA.

Dunque, in una Calabria già disastrata, oltre 2.300 famiglie saranno senza lavoro, eppure la cosa non sembra preoccupare, allarmare o indignare. Probabilmente si pensa che toccherà ad altri.

Ma il blocco degli scatti di stipendio per tre anni (che costerà circa 1.000 euro per gli ATA e fino a 3.000 euro per i docenti) toccherà tutti, non solo i precari, ma anche chi già lavora stabilmente nella scuola, e sono soldi questi che non si recupereranno più.

Per non parlare della perdita di qualità e dignità della scuola!! Infatti, anche se la scuola riguarda tutti, dal momento che ognuno ha un figlio, un nipote, un congiunto che la frequenta, della sua qualità e della sua dignità sembra non interessare nessuno.

L’aumento delle soglie di “riempimento” delle classi (si arriva ad un massimo di 33 alunni per le superiori e di 27 per le elementari e medie) rende inevitabilmente difficile l’instaurarsi di un rapporto fra docente e alunno per cui le difficoltà, le carenze ma anche le eccellenze, non vengono individuate, appiattendo e sterilizzando la didattica.

Anche la sicurezza delle classi è fortemente penalizzata: l’elevato numero di studenti per classe rende non solo inadeguate le strutture, ma anche fuori norma i criteri di sicurezza. Solo in Calabria sono 1.428 gli edifici a rischio sicurezza!

Sono stati tolti ben 8 miliardi all’istruzione pubblica (un terzo dell’intera manovra finanziaria), mentre è stato istituito un bonus di 19 mila euro a classe per le scuole private.

Per la Calabria, poi questo “governo, amico del Sud”,:

  • ha tolto 20 milioni di euro all’Università di Cosenza definita come una delle migliori in Italia per la didattica e la migliore per i servizi;
  • ha invertito la destinazione dei fondi FAS (per legge all’ 85% al Sud e al 15 % al Nord) passandola al 60% al Nord e il 40 % al Sud. Mentre ancora non ci è chiara la vicenda sui fondi (circa 30 milioni di euro) per l’edilizia scolastica in Calabria.

·         ha previsto la chiusura di un importante Ente di Ricerca: ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro) con sede nella zona industriale di Lamezia Terme; E poiché la ricerca sulla sicurezza non serve, sono stati tagliati anche 500 milioni di euro per la sanità calabrese.

Gli unici aumenti previsti sono per i presidi, gli insegnanti di religione (?), per non parlare poi delle spese militari per cui sono previsti un aumento di ben 25 MILIARDI di euro!

Si aspetta ora il prossimo decreto nomine degli "insegnanti fatte per merito, non per scorrimento automatico". Ma non è chiaro come e da chi venga valutato il “merito”, che probabilmente includerà un “mettersi il bavaglio”.

La nostra Costituzione, di sano impianto democratico, che prevede uno Stato fondato sul lavoro, non piace al nostro Presidente del Consiglio, infatti l'ha definita un“inferno”. 

Il vero inferno, invece, è quello che stiamo vivendo tutti noi lavoratori a causa dei tagli, "giustificati" dalla crisi economica, che non abbiamo certamente provocato noi!

VOGLIONO LA FINE DELLA SCUOLA PUBBLICA,

MA NOI NON CI STIAMO

 

LA “CRISI” VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA!