La tristissima contrapposizione tra personale ispettivo e amministrativo dell’ INL, a seguito della contrattazione sul FUA 2017, sia a livello centrale sia a livello territoriale, è la dimostrazione tangibile della perdita del potere di acquisto dei salari reali anche dei dipendenti pubblici e di come le criminali politiche liberiste e di austerità ricaccino le lavoratrici e i lavoratori di ogni settore dentro i recinti del corporativismo più spinto, deriva mortale per la democrazia.
Il CCNL Funzioni Centrali, dopo otto anni di blocco contrattuale, destina ai dipendenti ministeriali una manciata di spiccioli insufficiente a recuperare anche la sola inflazione registrata tra il 2017 e il 2018.
L’ordinamento professionale è restato tale e quale e a farne le spese sono, come al solito, i lavoratori più sfruttati, cioè quelli della prima e seconda Area.
I sindacati che firmano contratti collettivi pessimi fanno poi credere ai lavoratori maggiormente svantaggiati di riequilibrare le storture sui tavoli della contrattazione integrativa dove, in realtà, seminano pie illusioni e dove creano veri disastri.
La quota del 25% delle risorse del FUA 2017 da destinare al personale che non svolge attività ispettiva (in gran parte proprio dell’Area B) “…nell’ottica di definire una più equa distribuzione delle risorse” è stata una trovata indecente e pericolosa che ha avuto, come risultato immediato, quello di scatenare il putiferio tra gli ispettori ricacciando tutti, ispettori e amministrativi, dentro i recinti corporativi più beceri.
L’accordo, infatti, come è noto, è stato respinto da molte RSU territoriali scatenando le ire dei sindacati faine e dell’Amministrazione che, nella persona del papa/Diana, ha rispedito ai mittenti gli accordi sottoscritti senza la fatidica quota del 25% al personale amministrativo. Come noto il FUA è quella parte di salario la cui ripartizione e distribuzione è riservata alla contrattazione decentrata, ovvero all’interno dei luoghi di lavoro.
È grave già il fatto che le stesse organizzazioni sindacali - firmatarie del CCNL a perdere - si siano arrogate il diritto di stabilire in maniera niente affatto decentrata il quadro di riferimento della contrattazione decentrata. Ma il fatto che, sulla base di una condizione palesemente inesistente, il personale tutto sia espropriato, con un atto d’imperio della parte datoriale, della stessa facoltà contrattuale è di una gravità’ assoluta.
Il dott. Diana non ha né le facoltà e né le prerogative papali e non ha il diritto di imporre quanto spetta alla contrattazione decentrata di stabilire.
Ora occorrerebbe un moto di orgoglio da parte del personale tutto, a cominciare dalle RSU, da qualunque componente sindacale siano state indicate, per rivendicare il rispetto almeno formale dei propri diritti e delle proprie prerogative.
Dubitiamo che chi ha interessi diversi dalla pura e semplice difesa dei diritti e delle condizioni dei lavoratori, chi semmai assiste silente, se non complice delle malefatte che si compiono sotto il suo naso, abbia la dignità ed il coraggio di rivoltarsi a tutto questo.
A oggi, comunque, il risultato ottenuto appare chiaro: lavoratori cornuti e mazziati e democrazia azzerata. Grandi!
USB P.I. Coord. Naz. Lavoro INL e ANPAL