Ci chiedevamo 7 anni fa a cosa avrebbe condotto l'operazione a costo zero INL, quali effetti avrebbe avuto. Ebbene, il risultato ottenuto, oltre alla depressione salariale per il personale ex ministeriale e l'amplificazione delle disuguaglianze normative e retributive con INPS e INAIL, è quello di essere terreno di caccia di questa o quella parte politica che, insediato il proprio Ministro, mette i propri fiduciari ai posti di comando e fa della vigilanza uno spot per campagne sul contrasto al lavoro insicuro e sottopagato.
Ma l’istituzione dell’INL non doveva servire a garantire indipendenza alla funzione di vigilanza (Convenzione OIL n. 81)? Non avrebbe dovuto realizzare quell’autonomia funzionale capace di liberarci dalla burocrazia ministeriale?
Niente di tutto ciò, purtroppo, mentre abbiamo prova della nostra esistenza solo quando siamo oggetto della richiesta del raggiungimento obiettivi da parte di un Ispettorato debole e incapace di valorizzare il proprio personale.
Ma, dicevamo, cerchiamo di stare ai fatti.
L’INL ha trasmesso ieri alle OO.SS. la riorganizzazione prevista da apposita norma del D.L. 75/2023 (in conversione in Parlamento) in forza della quale il Direttore ha riorganizzato in autonomia, senza passare da un DPCM come 7 anni fa, l’articolazione territoriale dell’INL, le competenze delle direzioni centrali e delle sue strutture periferiche.
Provvedimento emanato l’indomani dell’informativa data solo ad alcune sigle sindacali che, in pieno stato di agitazione, hanno deciso di sedersi al tavolo. Insomma, il personale dell’INL vede un giorno i propri rappresentanti uniti nel mandare un segnale forte e chiaro al Ministero, mentre cinque giorni dopo, senza aver ricevuto alcun riscontro dal vertice politico, qualcuno sceglie di ascoltare la narrazione di una riorganizzazione che aveva una gran fretta di venire apparecchiata (chissà per quale ragione?!?) e trasmessa per l’approvazione della Ministra.
Una Ministra, vogliamo ricordarlo a chi ha partecipato alle riunioni sul rientro al Ministero del Lavoro, che di fronte alle richieste unitarie di parità salariale (arretrati + adeguamento presente e futuro) ha messo sul tavolo una riorganizzazione con raddoppio del numero dei dirigenti di livello generale, ampia autonomia decisionale per il Direttore e ulteriori accorpamenti delle sedi territoriali. Anche questa è una risposta a saperla leggere…
Che cosa ci sia dietro lo scopriremo in piena stagione estiva (scadenza interpelli 22 agosto), quando conosceremo i nomi di chi guiderà le direzioni centrali e interregionali…mentre sono già cominciate le grandi manovre (o meglio i giochi di potere) al Ministero del Lavoro, che adesso darà le carte sugli incarichi di 8 dirigenti di livello generale (4 nuovi di zecca) e 20 dirigenti a supporto delle direzioni centrali e interregionali.
Ovviamente il tutto a discapito dell’autonomia dell’Agenzia propagandata 7 anni fa e in barba alla funzionalità dei territori, in cui si registra un considerevole aumento delle sedi accorpate, soprattutto al nord, che passano dalle attuali 18 a 26 (compresa una tripla!).
Praticamente il 40% degli uffici periferici (66 tra IAM e ITL) diventerà sede accorpata!
Su questo si sarebbe potuta imboccare la strada opposta riportando ad unità molte delle attuali sedi unite visto che l’esperienza ha portato con sé una pessima gestione degli accorpamenti, soprattutto sul lato operativo, con fusioni a freddo di sedi con storie, contesti produttivi, economici e sindacali differenti e spesso mal conciliabili.
Dovremo invece aspettare un paio di mesi prima di capire di che tipo di struttura organizzativa saranno dotate le sedi territoriali dell’INL, se resisterà il funzionigramma del 2019 e se ci saranno ancora i processi e i team, o se magari si chiameranno solamente in un altro modo.
E nel frattempo, vista la perenne disattenzione verso il personale dell’INL, ricordiamoci di tenere alta l’attenzione sulla questione perequazione, tornando a praticare le forme di lotta e rilanciando la mobilitazione su ogni luogo di lavoro!
A proposito, attendiamo in settimana la conversione in legge del D.L. 75/2023, approvato ieri alla Camera, per verificare se anche i dipendenti dell’INL e dell’ANPAL otterranno l’estensione della perequazione, accanto al “comparto Ministeri”, per il 2023 e per gli anni a venire. Sugli arretrati ieri il Governo in aula alla Camera ha riformulato un OdG impegnandosi “a valutare l’opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere risorse al fine di corrispondere per il 2020, 2021 e 2022 al personale dell’INL e dell’ANPAL l’indennità di amministrazione, come perequata…”
Insomma, dopo 3 anni di discriminazione salariale subìta da 5.000 dipendenti stiamo ancora “a valutare l’opportunità” di riconoscere agli stessi quanto è stato già corrisposto a tutti gli altri dipendenti ministeriali!
Qui la fretta è sparita…
Roma, 1 agosto 2023
USB P.I.
Coordinamento Nazionale INL-MLPS-ANPAL