L’allarme che come sindacato USBintendiamo lanciare si fonda sul continuo depauperamento delle risorse umane poste a presidio delle delicate funzioni sociali che l’Istituto è chiamato a svolgere.
I dati di inizio anno rilevano una carenza di personale amministrativo nell’ordine del 27% per la Liguria rispetto alle 601 in servizio nel 2018: 70% di personale dai 55 anni in su, il 40% addirittura ultrasessantenne e oramai prossimo alla pensione.
Nel 2023 per la Liguria si parla di soli 73 nuovi arrivi su 4.124 neoassunti (1,77%) contro i 324 della Sicilia (7,85%), i 409 della Campania (9,92%), i 1.040 del Lazio (comprensivi della Direzione Centrale) pari al 25,22% per fare alcuni esempi. E’ significativo anche il rapporto tra città, dove Genova - e Provincia - come 6.a città per numero di abitanti con i suoi 43 neoassunti si vede superare da altre città meno popolose: Firenze 87, Bologna e Catania 77, Bari 73, Modena Verona e Foggia 70….). Le cose vanno anche peggio per Imperia e Savona che vedono ulteriormente ridursi le assegnazioni inizialmente previste.
Tuttavia sarebbe fuorviante fermarsi a questi dati, come qualche altro sindacato si è limitato a fare. La situazione assume contorni ancora più drammatici se si considerano gli effetti della mobilità interregionale; infatti mentre la Liguria perde del personale tra entrate e uscite, ci sono le Regioni del Centro Sud che fanno il pieno di colleghi che vi si vogliono trasferire, ragion per cui il misero 1,77% ligure verrebbe ulteriormente abbattuto rispetto alle Sedi che da questa operazione ci guadagnano in modo ancor più significativo (ulteriori 28 unità per Avellino, 33 per Bari, 24 per Caserta, 55 per Catania, 23 per Catanzaro, 44 per Cosenza, 31 per Lecce, 26 per Messina, 65 per l’Area di Napoli, 32 per Palermo, 29 per Reggio Calabria, 106 per l’Area Romana, 27 per Salerno…)
Questo insieme di fattori sta quindi determinando un’accentuazione dei problemi che gravano sulle Sedi della Liguria, tanto da prefigurare un accentramento di funzioni sui capoluoghi di Provincia, in continuità del resto con il ridimensionamento territoriale avvenuto nel corso di questi ultimi anni – recentemente è toccato a Savona chiudere 2 Agenzie su 3 convertendole in Punto Cliente (presidio solo informativo) a causa dei vincoli sul numero minimo di lavoratori necessari per tenerle aperte -, o su scala nazionale con il ridislocamento presso la Struttura Centrale di servizi specialistici quali il Polo delle Convenzioni Internazionali, il Polo delle prestazioni per la liquidazione del TFS/TFR dei lavoratori pubblici, la gestione dei formulari in ambito UE per i lavoratori che prestano servizio all’estero.
A nulla sono valse le nostre proposte che avrebbero perlomeno consentito di tamponare la fase emergenziale, del resto diventata oramai cronica, trovando però la malcelata ostilità delle altre forze sindacali. Come sostenuto mesi orsono sarebbe stato opportuno destinare, tramite un apposito meccanismo di compensazione, una maggiore quota di colleghi neoassunti rispetto a quelli che le Sedi avessero subito con la perdita dei vincitori del precedente concorso, che dopo quasi 3 anni di formazione e apprendistato sono in molti casi diventati dei veri punti di forza nel presidio organizzativo; inoltre si è chiesto di intervenire, a fronte di un‘acclarata criticità produttiva, affinché si ridisegnasse il servizio di ricevimento per renderlo più rispondente alle richieste dell’utenza e per evitare un dispendio immotivato di competenze specialistiche nell’assicurare livelli informativi a basso valore aggiunto.
Si rende quindi necessario un allargamento vertenziale a partire dalle Regioni che più patiscono gli effetti di questa politica aziendale, per confrontarci sulle problematiche comuni citate e preparare le doverose contromisure, in difesa dell’erogazione di servizi vitali per i territori e presidio di democrazia per tutti i cittadini!!
USB Pubblico Impiego - INPS
Genova, 31/03/2023