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INPS: ogni limite ha il suo interpello

Nazionale,

OGNI LIMITE HA IL SUO INTERPELLO

(26/23) Abbiamo denunciato più volte le scelte sbagliate sulla mobilità, regionale prima e nazionale poi, che hanno penalizzato molti lavoratori. Avevamo visto giusto scrivendo che questi errori avrebbero avuto ripercussioni negative sull’organizzazione del lavoro. Che la situazione delle sedi territoriali sia al collasso, nonostante l’immissione di oltre 3700 nuovi colleghi, è ormai sotto gli occhi di tutti.

Non si tratta solo di carenze croniche di personale, sulle quali torniamo a dire che sono necessarie ulteriori congrue assunzioni, ma anche e soprattutto di evidenti mancanze nell’organizzazione del lavoro, aggravate da nefaste modifiche al sistema di misurazione della produttività e qualità.

I lavoratori annaspano - travolti da fiumi di Linee INPS, PEC, cassetti, appuntamenti e slots - mentre cercano nei ritagli di tempo di liquidare qualche pratica, con il fiato della dirigenza sul collo a sollecitare il rispetto di tempi soglia e tempi di giacenza.   Le difficoltà per il raggiungimento degli obiettivi di produttività crescono sempre di più mettendo a rischio l’incentivo in una fase economica di continua crescita del costo della vita.

L’assegnazione, al lordo delle rinunce, di ben 412 neoassunti alla Direzione Generale ha suscitato molti malumori tra i lavoratori del territorio. Infatti, pur comprendendo che serviranno a coprire solo in parte la carenza di organico delle direzioni centrali e dei servizi al territorio, l’esigenza di far fronte alle sempre più pressanti richieste dei cittadini avrebbe richiesto scelte diverse.

L’attesa delle nuove assunzioni suscitava speranze e certo il loro contributo migliorerà la situazione, nonostante i troppi esempi di malagestione della situazione.

Di fronte al malcontento dei lavoratori la tecnostruttura, invece di cercare di rimediare, ha peggiorato le cose emanando alcuni discutibili interpelli per l’acquisizione di personale per la Direzione Generale e per la Direzione Regionale Abruzzo. Oltre all’effetto di aumentare ancora la carenza di personale nelle sedi territoriali, si opera una pesante discriminazione verso chi non ha potuto accedere a quelle sedi con le procedure di mobilità.

Se almeno gli interpelli per la DG si pongono il limite di escludere i colleghi appena assunti, il direttore regionale dell’Abruzzo supera anche i limiti del buon gusto e del bon ton ed apre le porte a tutti, con l’evidente intento di portare alla sua corte chi decide lui, dopo aver escluso la direzione regionale dalle procedure di mobilità.

Totò diceva che ogni limite ha una pazienza, all’Inps ogni limite – alla decenza – ha il suo interpello. La pazienza dei lavoratori non è ancora evidentemente arrivata al suo limite ma continuare a provocarli è un grosso azzardo.