Nella serata di venerdì è arrivato l’annuncio della firma sul contratto integrativo per le aziende del gruppo FIAT Chrysler -CNH Industrial (FCA). L’accordo sottoposto dai vertici del lingotto dopo sei mesi trattative è stato siglato da FIM CISL, UILM UIL, UGL e Fismic.
L’USB e la FIOM e sono rimaste escluse dal tavolo delle trattative in ragione delle nuove relazioni sindacali imposte da Marchionne. Le regole volute dall’AD di FCA hanno preceduto il Testo Unico, firmato da Angeletti, Bonanni, Camusso e Squinzi il 10 gennaio 2014. In una prima fase, queste regole, sono state rifiutate da Landini, ma nei fatti poi accettate dalla FIOM che nel maggio di quest’anno ha avviato la campagna di rinnovo delle RSU sulla base del TU.
Il risultato è un una tantum di 260 euro lordi annui, 20 euro lordi al mese, tredicesima compresa, una miseria che toccherà tutti gli 86 mila dipendenti FIAT, bontà loro compresi i 36mila cassa integrati .
L’aumento di 20 euro lordi anche ai cassaintegrati è insulto all’intelligenza, e non nasconde le responsabilità della FIAT, nella deindustrializzazione del paese e nell’accaparramento di fondi statali .
E’ utile ricordare come la FCA si avvalga da anni degli aiuti statali e come la CIG sia da essa utilizzata come un bancomat. Il recente spostamento delle sedi fiscali e legali in Olanda e UK della FCA, garantisce inoltre un notevole risparmio per le casse della FCA, determinando al tempo stesso un buco nella fiscalità del paese. Altro che impresa sociale!
L’intesa non prevede una specifica parte normativa, ma solo alcuni accordi su malattia e permessi il cui contenuto però non è stato ancora divulgato.
Si può quindi affermare che si tratta semplicemente di un una tantum, ossia un accordo ponte che chiude il precedente integrativo che aveva portato 40 euro lordi mensili nel 2013, e che rimanda al 22 settembre 2014 l’effettiva discussione sul nuovo integrativo .
In quella sede si traccerà il vero rinnovo del contratto integrativo che avrà validità triennale (2015-17) e disegnerà le nuove regole che scandiranno la vita dei lavoratori del gruppo FIAT Chrysler Automotive. A settembre FCA e sindacati complici si ritroveranno intorno ad un tavolo per tradurre in normative la nuova organizzazione del lavoro voluta dall’Holding Italo- statunitense, il WCM (word class manufacturing) .
Il WCM è un processo produttivo che riduce all’osso le interruzioni e impone che i gesti e la postura del lavoratore si adattino alle macchine, subordinando l’uomo al ciclo produttivo. E’ evidente che con un simile approccio i limiti fisici e mentali vengano misurati e quelli meno performanti saranno visti come un ostacolo agli obiettivi della produzione .
Gli incrementi salariali, di se ridicoli, saranno legati agli obiettivi di produzione previsti dal WCM, in più dovendo questo processo industriale ridurre i tempi e i costi per unità di prodotto, l’altro fronte sarà quello della tempistica e della piena disponibilità della forza lavoro. Obiettivo della FCA, saranno perciò di nuovo le pause, un maggiore controllo nella gestione delle ferie, dei permessi e una criminalizzazione della malattia.
Come ogni fregatura che si rispetti, anche questo contratto è stato presentato dai firmatari alla maniera di un grande successo.
L’enfasi delle frasi di Uliano FIM, e Panicali UILM però fa a pugni con la realtà: questo contratto è un capestro, invitiamo i lavoratori a contestarlo.