Abbiamo ricevuto una missiva da un lavoratore "incaz..." che ci piace portare a conoscenza di tutti per la forza con la quale vengono espresse delle valutazioni che, a parer nostro, al di là della palese ingiustizia subita, rimandano ad una riflessione seria e non più rinviabile sulla rappresentanza ed il ruolo del sindacato.
IO MI VERGOGNO!
Le regole devono essere rispettate da tutti. Non si “aggiustano” all’occorrenza.
Appare pertanto offensiva la determinazione di Persociv che trasferisce, in ragione di “prioritarie” esigenze di servizio, “provvisoriamente” ad altra regione (quella di provenienza) alcuni vincitori di concorso.
Tanto veniva scritto all’indomani della circolare informativa a firma del Direttore Generale per il Personale Civile della Difesa – Prot. n° M_DG CIV 0087720 del 28/12/2007.
Tutto in palese contrasto con quanto previsto dagli accordi e dai bandi relativi ai percorsi formativi e a quanto contenuto e specificato dalla circolare della Direzione Generale per il Personale Civile n° 0037071/B1 del 1/6/2007.
MA, ANCORA DI PIU’!
Il Dott. Lucidi ribadisce e precisa sui percorsi formativi:
“Si precisa che i vincitori dei percorsi formativi in atto potranno essere assegnati solo ad Enti nella regione per la quale i medesimi hanno prodotto domanda di partecipazione e, pertanto, richiesta di assegnazione diverse non saranno prese in considerazione” - Luglio 2007 –
Tutto accadeva quando il mondo continuava a girare nel senso giusto. Un bel giorno il mondo si fermò e incominciò a girare nel senso inverso; il nastro si è riavvolto e quanto già detto e scritto non conta più.
… e qui incomincia la commedia…
Così come recita una canzone di “Caruso” – “con un po’ di trucco e con la mimica puoi diventare un altro” – i nostri rappresentanti sindacali, senza necessità di trucco e mimica, ma soprattutto senza vergogna, si sono accordati ignobilmente a danno di tanti lavoratori al fine di tutelare i soli lavoratori di Terni. Questi ultimi, infatti, partecipando al concorso in varie regioni d’Italia, tra cui anche la Puglia, dopo un solo giorno di permanenza nella Regione sono stati prontamente trasferiti a Terni, con la favola, cari amici, della temporanea assegnazione al Polo di Terni.
A seguito di quanto sopra, per il vergognoso accordo, la coscienza chiede conto e qualcuno (nello specifico, il Coordinatore CISL nella persona del Sig. Giuliano Caffarata), con un manifesto pubblicato in Roma il 17/1/2008 (“…per doveroso quanto indispensabile chiarimento”) ha già pubblicamente ammesso l’inciucio, “svergognando” chi asseriva che le regole vanno rispettate da tutti pur essendo già a conoscenza di quanto concordato, vergognosamente ed in modo scellerato.
Grazie Sig. Caffarata, grazie di cuore…
Vergognatevi tutti (CGIL, CISL e UIL)!!!
Per questo ho inteso stracciare la tessera del sindacato CGIL a cui appartengo da 28 anni ma, da cui non mi sento più in alcun modo rappresentato e tutelato, deluso e amareggiato da queste persone che continuano ancora oggi a non ammettere i propri errori e ad addossare furbescamente le proprie responsabilità sempre ad altri.
…o forse non sono errori ma interessi personali?
Ad ogni buon conto, porterò questa storia a conoscenza di tutti, anche attraverso i media, al fine di ottenere giustizia e soprattutto, per ricondurre il sindacato alla ragione dei suoi compiti istituzionali, volti alla tutela dei diritti di tutti i lavoratori e non solo di alcuni, forse perché protetti da qualche politico avido di voti e favori nel bacino elettorale della regione Umbria, che ha trovato davanti a se non sindacalisti ma mercenari.
Taranto, 3/3/2008 Lettera Firmata
Fermo restando che il nostro percorso sulla tematica sollevata prosegue coerentemente e che solidarizziamo con il lavoratore (da oggi nostro iscritto) ci “scappa” una riflessione che vi proponiamo:
“Cetto” Fra Noi
Sarà il “ vento dell’antipolitica” oppure il solito, becero qualunquismo; sarà che coloro i quali sono costantemente lì a catechizzarci ed arringarci sono quelli stessi che predicano bene e razzolano male (professionisti del sindacalismo di cogestione del potere) e che per questo hanno perso credibilità perseguendo soltanto scopi di visibilità e di vantaggi personali ma il fatto è che non si può più ostinarsi a farsi rappresentare da questi figuri.
Ormai somigliano sempre più, anzi ne sono i modelli, al famoso On. Cetto La Qualunque per cui quello che esce dalle assemblee, dai comunicati, dai volantini, è il solito slogan:
“spessatamente, qualunquemente e sempremente Cchiù pilu pe’ tutti”.
Invece i problemi che abbiamo richiederebbero non parole e vane promesse di futuri immaginari.
Ricordiamo quale futuro radioso ci era stato prospettato anni fa a dispetto delle cassandre che parlavano di posti di lavoro in pericolo?
Come stride la realtà attuale con quei ricordi!
Ci vorrebbe un po’ di sana , onesta autocritica e di umiltà, occorrerebbe un vero ricambio di persone oltre che di un cambio di politiche e strategie sindacali.
Ci piace ancora sperare che ciò sia possibile perché vorremmo, anzi pretendiamo, il diritto ad un lavoro dignitoso in luoghi di lavoro salubri e sicuri.
Ci piacerebbe dare un bel calcio nel sedere all’ On. Cetto La Qualunque e a tutti i suoi emuli presenti tra noi.