Secondo giorno di occupazione all’ISFOL, ente pubblico di ricerca del ministero del Lavoro, dove i lavoratori e le lavoratrici, col sostegno dell’USB P.I., si battono contro lo smantellamento dell’Istituto, il licenziamento di circa 300 precari e la dispersione del personale a tempo indeterminato e del patrimonio conoscitivo e di competenze sviluppato in 40 anni di attività.
Domani, giornata di mobilitazione nazionale contro la riforma del lavoro, contro la spending review e contro le politiche del Governo Monti, organizzata in tutta Italia dai sindacati conflittuali e di base, i lavoratori di moltissimi Enti Pubblici di Ricerca saranno in assemblea generale nella sede all’ISFOL occupato, in corso d’Italia 33.
Da INEA, CRA, INRAN, ISPRA e ISS, enti a vario titolo interessati da processi riorganizzazione, i lavoratori verranno a portare solidarietà agli occupanti dell’ISFOL, divenuto il simbolo di un attacco complessivo al sistema degli enti pubblici di ricerca.
Questo attacco, mirato ad un ridimensionamento che, in un settore piccolo come quello egli EPR, sfocia nello smantellamento vero e proprio, si inquadra nel progetto di destrutturazione della Pubblica Amministrazione che il Governo Monti sta praticando in ottemperanza a quanto disposto da BCE, UE e FMI.
Secondo USB P.I. Ricerca, la risposta non può venire solo dei lavoratori direttamente interessati da questo processo, ma deve essere di tutti i lavoratori, di ruolo e precari, della Ricerca Pubblica, nella consapevolezza che in gioco ci sono posti di lavoro, competenze e professionalità: sostanzialmente la tenuta del sistema della ricerca pubblica, che rappresenta un patrimonio per tutto il Paese. Per la difesa di questo bene comune USB P.I. è pronto a mobilitare i lavoratori dell’intero settore.
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