Ormai non fa più notizia perché è diventata normalità. La normalità è quella che i lavoratori e le lavoratrici della mensa e del bar in appalto all’interno dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Enea, gestiti dall’azienda Ricos Srl lavorano gratis. Non sono bastati i solleciti, le diffide, la Ricos fa orecchie da mercante e i lavoratori e le lavoratrici sono in arretrato con gli stipendi. Stipendi già notevolmente bassi e che sfiorano la soglia della povertà, grazie alla contrattazione nazionale di Cgil Cisl e Uil.
Lavoratori vittime del sistema degli appalti dove ingiustizie, disuguaglianze, senso di precarietà, di insicurezza investono ogni aspetto della loro vita e sono la conseguenza di un sistema dominante che ha messo al centro il profitto e l’interesse di pochi a scapito delle fasce di lavoratori più deboli, private e rapinate di ogni tutela e di ogni diritto, calpestando, negando e violando quei diritti fondamentali come il diritto al lavoro e ad una retribuzione dignitosa.
I lavoratori e le lavoratrici dipendenti di Ricos non ci stanno e questa mattina, alla riapertura delle mense e dei bar, hanno gridato ad alta voce la loro protesta.
Affinché la precarietà e l’instabilità lavorativa non rimanga consuetudine, USB invita tutti e tutte a sostenere la battaglia di questi lavoratori affinché vengano finalmente spezzate le gabbie del sistema appalti per ridare dignità a persone che da anni svolgono un lavoro considerato povero, le cui condizioni economiche peggiorano di volta in volta.
Chiediamo agli istituti committenti un intervento risolutivo come da normativa in materia di codice degli appalti per la tutela degli emolumenti stipendiali spettanti ai lavoratori e alle lavoratrici. Fermo restando che la soluzione è la reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori
USB Lavoro Privato