la Repubblicadi MAURIZIO BONGIOANNI e GERALDINE SCHWARZ
NELLA CAPITALE GERALDINE SCHAWRZ
A Roma dieci sfratti al giorno
e gli alloggi popolari sono bloccati
Secondo i dati diffusi dal Viminale (che riguardano il 2010), ogni anno nella capitale vengono emesse 8 mila richieste di esecuzioni di sfratto. Un'emergenza sociale che sta per esplodere tanto che si è mobilitato anche il sindaco Gianni Alemanno
ROMA - La signora Virginia D'Ippoliti, 80 anni, abitante in via Giovanni Miani, sotto San Saba, ha cerchiato in rosso un giorno sul suo calendario appeso in cucina: 16 gennaio. Perché tutti gli anni il 16 gennaio ha un appuntamento. Con l'ufficiale giudiziario. "Sono quattro anni che arriva puntuale, racconta la signora, siamo diventati quasi amici. Certo, io confesso che spero sempre di non vederlo più anche perché se la prossima volta si presenta con la polizia non so proprio cosa potrei fare. Vivo qui da quando avevo 3 anni e ho sempre pagato puntuale oggi mi chiedono 1300 euro e io come faccio? Avevo pensato ad una casa di riposo comunale ma non ho abbastanza soldi per pagarmi la retta e quindi la speranza è che quel signore non si presenti o venga con l'ennesima proroga. I primi anni, ci sono stata male con il batticuore, oggi vivo alla giornata e spero di morire prima di quella data".
Ogni giorno a Roma dieci famiglie vengono sfrattate. Secondo i dati diffusi dal Viminale (che riguardano il 2010), ogni anno nella capitale vengono emesse 8 mila richieste di esecuzioni di sfratto, 6710 diventano provvedimenti di cui 4638 per morosità e 1446 per finita locazione. Un triste primato nazionale che vede nella sola capitale 2500 sfratti eseguiti con l'ufficiale giudiziario e l'intervento della polizia, questo significa che ogni 250 famiglie che abitano sul territorio romano, una ha ricevuto una sentenza di sfratto ed è obbligata a lasciare la casa in cui abita. Duemilacinquecento famiglie che ogni anno perdono la casa e finiscono non si sa dove. Che ci sia un disabile, un anziano, una condizione di estrema precarietà non importa per la legge, si deve lasciare la casa e in questo momento, denunciano l'Unione inquilini e i sindacati di base tra cui As.ia (Associazione inquilini e assegnatari) Usb, essendo bloccato il bando per le case popolari, tagliato e quasi azzerato il fondo di contributo per gli affitti, non ci sono possibilità da offrire agli sfrattati.
Quindi le alternative che si presentano a chi viene obbligato a lasciare la casa sono andare da amici, da parenti, in coabitazione, occupare o finire per strada. Mario Colantonio, 83 anni è disabile al 100% e abita con la moglie a piazza Bologna, ha lo sfratto da 4 anni per finita locazione ed è rassegnato: "aspetto l'ufficiale giudiziario il 31 dicembre e non so che fine faremo se ci cacciano, qualcosa troveremo." Una bomba sociale ad orologeria quella degli sfratti a Roma che sta per esplodere tanto che si è mobilitato anche il Sindaco Gianni Alemanno che dopo aver richiesto l'intervento del ministro Fornero, che non è arrivato, ha cercato di mobilitare anche il Parlamento. Grazie al lavoro dei Sindacati Asia Usb, alle manifestazioni promosse in tutta Italia da sigle e realtà diverse legate al diritto alla casa come Action, e alle ripetute richieste di aiuto che arrivano da migliaia di cittadini, martedì in Parlamento saranno presentate tre proposte di legge firmate dai tre partiti di maggioranza per fermare la dismissione degli immobili degli enti previdenziali, chiedere una moratoria degli sfratti e arginare l'aumento esponenziali dei canoni di affitto che negli ultimi anni sono passati anche al 300% in più.
"Se gli enti continuano con questa politica nei prossimi mesi a Roma avremo un disastro sociale - ha detto il Sindaco Alemanno - questo spingerebbe altre 10 mila famiglie fuori di casa e visto l'ostruzionismo in consiglio comunale che non ci ha permesso di andare avanti nella costituzione di 35 mila case dedicate all'housing sociale che avevamo in programma, questo sarebbe un contraccolpo insostenibile per la città." "La situazione è drammatica - spiega Angelo Fascetti, coordinatore nazionale Asia Unione Sindacale di Base che a giugno ha fatto insieme ad altri sostenitori, dieci giorni di sciopero della fame davanti alla prefettura per sensibilizzare le istituzioni su questo tema - la crisi degli ultimi tre anni ha aggravato molto la situazione, la dismissione degli immobili degli enti previdenziali che si sono privatizzati, come Enasarco, Enpam, Enpaia, Cassa dei ragionieri, tanto per citarne alcuni, (che a Roma hanno il 90% dei loro immobili) sta producendo un massacro, questi stanno triplicando gli affitti che in alcuni casi passano da 600 a 1800 euro e le famiglie non ce la fanno, anche il ceto medio ormai non ce la fa più e allora scatta lo sfratto per morosità e poi si arriva allo sfratto esecutivo con ufficiale giudiziario e forza pubblica. Noi ogni giorno facciamo dei picchetti e cerchiamo di sostenere le famiglie che aspettano lo sgombero e denunciamo anche gli enti quando c'è da farlo. Ormai ci chiamano in tutta Roma e facciamo quindici, venti picchetti al giorno per aiutare le persone che altrimenti finirebbero per la strada."
Oltretutto gli 80 mila alloggi popolari gestiti dal Comune di Roma sono bloccati perché da tre anni il bando è sospeso come denuncia Fascetti "le case che si liberano che sono circa 1500 ogni anno non tornano ad essere gestite dal Comune ma finiscono nel mercato nero." "Quella italiana non è un'emergenza abitativa ma un problema strutturale della politica - aggiunge Massimo Pasquini dell'Unione Inquilini- abbiamo bisogno di edilizia popolare e invece qui stiamo dismettendo e gli inquilini non hanno gli stessi diritti dei proprietari quando invece in uno stato di diritto così dovrebbe essere. Gli errori macroscopici sono stati la liberalizzazione degli affitti e l'abbandono di politiche pubbliche per recuperare edifici da adibire ad edilizia popolare ed è su questi due temi che si deve intervenire."
19 ottobre 2012
LA LEGGE GERALDINE SCHWARZ
Il caos sfratti arriva in Parlamento
pronte tre mozioni di "tutela sociale"
Alcuni parlamentari di Pd, Udc e Pdl presenteranno domani alla Camera de Deputati un documento in cu auspicano misure per una politica di vendita agli inquilini o di rinnovo dei contratti. La richiesta è di istituire un tavolo tecnico e sindacale e restituire ordine a tutta la materia
ROMA - Aumenti degli affitti, dismissioni degli immobili degli enti previdenziali e mancanza di politiche per l'edilizia popolare stanno determinando un'emergenza abitativa per migliaia di persone. La situazione in cui versano gli inquilini degli immobili di proprietà degli enti previdenziali privatizzati è sempre più preoccupante per le conseguenze e le drammatiche implicazioni di carattere sociale che ne stanno derivando. Una condizione che vede coinvolti migliaia di cittadini, per lo più residenti a Roma, che detiene circa gran parte del patrimonio immobiliare di tali enti previdenziali. Si stima che siano circa 50 mila solo nella capitale le famiglie che abbiano problemi con le case degli enti e con gli affitti lievitati. A pensare che sia necessario un intervento del Governo, sollecitati dai Sindacati, dal Sindaco Alemanno e da alcune associazione legate alla casa, sono anche alcuni parlamentari di Pd, Udc e Pdl che martedì presenteranno alla Camera de Deputati, tre mozioni sostanzialmente simili nei contenuti che stabiliscono condizioni di tutela sociale e che auspicano misure per una politica di vendita agli inquilini o di rinnovo dei contratti secondo quanto stabilito dalla legge 410 del 2001 tuttora in vigore e che non viene fatta invece valere. Le mozioni, chiedono il rispetto della 410 e auspicano in tempi brevi una moratoria su sfratti e aumento dei canoni e condizioni di vendita, per istituire un tavolo tecnico e sindacale e restituire ordine a tutta la materia. Tra i firmatari delle mozioni, gli onorevoli, Morassut (Pd), Dionisi, Cesa, Poli, Galletti, Rao, Carra, Capitanio Santolini, Formisano AT, Compagnon, Ciccanti, Naro, Volonté (Udc) e i deputati Marcello de Angelis e Barbara Saltamartini (Pdl), autori di una proposta di legge sulla materia. Contestualmente davanti a Montecitorio si svolgerà una mobilitazione generale di inquilini e assegnatari.
19 ottobre 2012