La direzione dell’ Agenzia ha diffuso il 7 dicembre u.s. un piano, definito di riorganizzazione, destinato nei suoi intenti a diventare operativo già da questo mese.
Il piano prevede l’espulsione di circa un quinto dei lavoratori poligrafici, limitando di fatto la capacità produttiva dell’ azienda, ponendo le premesse per la futura espulsione di ulteriore personale, tra l'altro altamente qualificato, di cui già nel piano presentato si prefigura l’ esubero a tendere.
Le argomentazioni presentate appaiono speciose, si invoca la crisi che spingerebbe ad agire in termini di giorni, se non di ore, a fronte di un quadro annunciato da mesi, se non da anni, da quella stessa direzione che oggi pretende un’ urgenza che non consente mediazioni.
Già oltre dieci anni fa l’ amministratore delegato, tutt’ oggi in carica, annunciava piani per alleggerire la dipendenza dalle commesse della pubblica amministrazione, causa i rinnovi al ribasso dei contratti, allargando il portafoglio clienti.
Le stesse, identiche argomentazioni, oggi drammaticamente invocate, erano richiamate nel piano di ristrutturazione risalente al settembre 2007, la cui attuazione era stata traguardata al 31 dicembre 2011!!
Quel piano realizzò tra 2008 e 2010, un esodo di varie decine di lavoratori, avvalendosi delle agevolazioni previste dalla legge 62/2001. Oggi il personale che potrebbe fruire di simili benefici– atteso che il quadro normativo di contorno è drammaticamente nel frattempo cambiato - è di poche unità.
Per contro il bilancio del 2010 ha registrato un attivo di un milione e mezzo di euro.
Il piano annunciato si presenta pregno di incongruenze e contraddizioni; tanto più evidenti alla luce di fatti ampiamente risaputi all’interno dell’Agenzia.
Si ripropongono strade già esplorate in passato con esiti eufemisticamente deludenti; le prospettive di successo azzerate da approssimazione, velleitarismo ed errori di valutazione (vedi gli accordi stipulati con governi travolti dalle recenti vicende che hanno rivoluzionato il quadro politico nel nord Africa).
Si vagheggiano sviluppi su cosiddette nuove tecnologie (iPad e iPhone); servizi destinati ad un’utenza residuale, là dove peraltro i concorrenti offrono servizi gratuiti su di una più ampia e moderna gamma di piattaforme.
Le iniziative di sviluppo prospettate fanno tutte perno su attività di evoluzione dei sistemi informativi; nello stesso piano si contempla il ridimensionamento degli addetti a questo settore.
Nel solo 2011 sono stati spesi oltre 2,3 milioni di euro di consulenze; attività che avrebbero potuto essere svolte, tra gli altri, dal personale dichiarato in esubero. Operano elettricisti ed impiantisti di società di ‘consulenza’. Ci si vuole disfare di lavoratori che potrebbero svolgerle con maggiore efficienza, lavoratori che, in tutti i settori, hanno dato e continuano a fornire contributi cui ANSA deve il conseguimento di rilevanti risultati, risparmi ed ottimizzazioni.
La prospettiva di questo scenario è una netta ed irreversibile riduzione della capacità produttiva dell’Agenzia. Istituzione che sarebbe chiamata ad erogare i suoi servizi ininterrottamente non soltanto grazie ai suoi giornalisti ma anche ai suoi sistemi informativi, alle sue strutture di supporto amministrativo e commerciale. Risorse su cui non andrebbe lesinata attenzione, competenze ed oculati investimenti.
Nessun riconoscimento delle responsabilità di una direzione che ha condotto a questo stato di cose!!
Nessun annuncio di risparmi sulle costose prerogative concesse a dirigenti di ogni rango; premi, auto di servizio ecc.
La crisi come alibi per la propria inadeguatezza, occasione di rivalsa agli occhi dei propri referenti sulla pelle di decine di lavoratori e delle loro famiglie!!