Cinquant'anni fa, con la legge 118/71, lo Stato italiano stabiliva che nella scuola pubblica statale le alunne e gli alunni con disabilità dovessero essere inseriti nelle classi insieme a tutti gli altri studenti. Oggi accade che quell'evoluzione legislativa, che gradualmente ha condotto in classe anche gli studenti portatori di "gravi deficienze intellettive” o di gravi "menomazioni fisiche", venga messa in discussione attraverso la conclusione dell'iter della "Buona scuola" renziana. Il 29 dicembre 2020 Ministero dell’Istruzione e il Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno emanato il Decreto Interministeriale 182 che definisce "Modalità per l'assegnazione delle misure di sostegno e nuovo modello di PEI ai sensi dell’art. 7, comma 2-ter del decreto legislativo 66/2017".
Si tratta di un nuovo modello di Piano Educativo Individualizzato che prevede l’esonero per alcune ore dalla frequenza scolastica delle alunne e degli alunni con "disabilità complessa". Al posto dell'inclusione e della socializzazione con il gruppo classe, i gruppi operativi potranno determinare l'uscita dalle aule scolastiche degli studenti con gravi disabilità al fine di declinare interventi educativi, interventi didattici e criteri di valutazione personalizzati. Insomma, per non mettere in discussione il sistema scolastico con le sue barriere, le sue rigidità, i suoi vincoli strutturali di affollamento di studenti e scarsità di organici, si preferisce adire a interventi che in modo nemmeno troppo velato escludono, discriminano, emarginano gli studenti con disabilità grave.
L'inevitabile allontanamento dell’alunno con disabilità dai propri compagni di classe ne inficerà gravemente tutte le dinamiche di socializzazione, relazione, comunicazione nonché la piena e reale inclusione che è ancora oggi tutelata dalla legge 517 del 1977, unico e virtuoso esempio nel panorama scolastico europeo e fiore all'occhiello della scuola pubblica statale italiana del secolo scorso.
Questo modello di PEI unico imposto a tutte le scuole è l'ennesima modalità burocratica per attuare una delle leggi delega alla Buona scuola, ma è anche il ritorno alle classi speciali, con la disabilità ritenuta fuori dal percorso comune, con contesti di ghettizzazione con cui potrà interagire esclusivamente il docente di sostegno, svuotando d'importanza il ruolo degli organi collegiali, dai team al consiglio di classe. L'intenzione sembra essere quella di procedere a grandi passi verso la professionalizzazione del docente di sostegno, che USB Scuola ha da sempre contrastato.
In questi giorni nelle scuole si sta analizzando il nuovo PEI che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno scolastico 2021/22.
USB Scuola invita le colleghe e i colleghi a boicottare questa ennesima violenza alla struttura democratica della scuola pubblica statale italiana che ci fa tornare indietro di 50 anni, perdendo le conquiste legali e pedagogiche ottenute con gli scioperi e la lotta.