Ne eravamo quasi certi che l’epilogo dell’incontro di ieri sarebbe stato una sventura per i Lavoratori della C.R.I. e per le speranze di raddrizzare una situazione di per se già complicata.
La nostra decisione di non partecipare alla riunione del 4 ottobre (tenete a mente questa data) era giustificata dall’esigenza di non legittimare un’Amministrazione che, in questi cinque anni, a più volte tentato di raggirare sia i Lavoratori, sia le parti sociali.
A meno di 24 ore dal fallito tentato di presentazione dell’emendamento truffa, non potevamo pensare ad un ravvedimento convinto e sincero di R., il quale le ha tentate tutte pur di disfarsi dei Dipendenti. Eravamo assolutamente consapevoli che, come si dice a Roma, avrebbe tentato (riuscendoci) di “incartargliela” passando per il “buon samaritano” (forse perché ieri era la
festa di S. Francesco?), che si prende cura e aiuta il prossimo.
Per riuscire nell’impresa si sarebbe presentato con due o tre “suoi” presidenti regionali che hanno rassicurato la platea sulla bontà dell’emendamento e sulla volontà di questa Amministrazione (e quella futura, cioè quella Privata) di accogliere a braccia aperte tutti quei Dipendenti (soprattutto precari) che, appena 24 ore prima, volevano cacciare a calci abbandonandoli al loro destino.
La nostra posizione non è assunta per partito preso, ma è frutto di una esperienza quinquennale che ci ha persuasi non solo ad essere prudenti, ma a non fidarci assolutamente di questa Amministrazione.
Non abbiamo compreso la necessità di un confronto al ribasso, quando tutte le
OO.SS., in sede di intersindacale non meno di due settimane fa, avevano stabilito la necessità di un confronto con l’unico soggetto Istituzionale titolare (il Ministro della Salute) accompagnandolo da una serie di Manifestazioni con il dichiarato intento di dare seguito al c.d. DDL Lorenzin.
Secondo il nostro modesto parere, quella era, ed è, l’unica sede dove sottoscrivere accordi tra persone serie ed affidabili; questa modifica dell’emendamento Pagliari (che ancora non conosciamo) potrebbe essere anche la più efficace del mondo, ma mai e poi mai l’avremmo affidata nelle “sapienti” mani di R.! Ma questa non è la circostanza più preoccupante; affidare il destino di circa 4000 Lavoratori ad una modifica di un emendamento, significa perdere di vista (volutamente?) il problema principale e cioè quello di cambiare la natura giuridica di un Ente Pubblico.
Ignorare le prospettive indicate dal Ministero della Salute e inserite nel DDL Lorenzin, allo stato attuale l’unico vero strumento per rendere inefficace gli effetti del Decreto 178, sarebbe un suicidio politico che aprirebbe le porte allo smantellamento della Pubblica Amministrazione.
La C.R.I., infatti, sarebbe il primo Ente Pubblico a rischiare di essere completamente privatizzato (nemmeno nella disastrata Grecia è accaduto questo) aprendo un cuneo in tutti gli altri enti del Comparto (compresi gli Enti vigilati dallo stesso Ministero della Salute) che, fino ad oggi, sono stati soggetti solo a piani di riordino.
Chi ignora questa possibilità, si assume una responsabilità enorme.
Perché si vuole sminuire la portata del Disegno di Legge della Lorenzin? Perché ci si affida alle promesse da marinaio di R.?
A queste domande qualcuno dovrà dare delle risposte, soprattutto a quei Lavoratori che sono stanchi di essere presi in giro e di sentirsi appesi ad un sottile filo di speranza.
Leggeremo con attenzione la nuova formulazione dell’emendamento per un ulteriore gesto di correttezza nei confronti dei colleghi aziendali delle altre OO.SS. che hanno preso parte all’incontro di ieri ma, come già ampiamente espresso, le nostre valutazioni saranno in ordine soprattutto al metodo oltre che, ovviamente, al merito.
Per questo motivo questa O.S., rimanendo coerente con quanto già più volte
preannunciato, comunica l’intenzione di Organizzare una Manifestazione sotto il Ministero della Salute da tenersi il giorno 11 ottobre 2013, data subordinata all’ottenimento della disponibilità da parte della Questura di Roma. Ribadiamo che il nostro percorso non è, e non vuole essere, un percorso in contrapposizione alle altre parti sociali che, coscientemente, hanno deciso di intraprendere un’altra strada.
Arriviamo ad affermare che saremmo ben lieti di fare pubblica ammenda chiedendo scusa a tutti i Lavoratori della C.R.I., qualora le altrui posizioni risultassero finalmente efficaci; questo significherebbe che tutti i problemi che assillano i Dipendenti della C.R.I. saranno stati risolti.
Onestamente, crediamo che più di così non si possa fare. U.S.B. Pubblico Impiego C.R.I.
Massimiliano Gesmini