Oggi 5 giugno, gli Abitanti Resistenti del Quartiere Savonarola, As.I.A. - USB di Padova, lo Sportello Sociale di Rifondazione Comunista Padova e lo Sportello Sociale Contro la Crisi di Este hanno dato vita ad un percorso di lotta per chiedere il rilancio delle politiche abitative attraverso la valorizzazione e un'efficiente manutenzione degli alloggi pubblici esistenti e tramite un nuovo piano di edilizia residenziale che preveda la creazione di nuovi alloggi a canone sociale. Una prima giornata di mobilitazione per dire che la casa è un diritto anche nella crisi; anzi, che proprio in questo periodo in cui si moltiplicano i casi di morosità e insolvenza e quindi sfratti e pignoramenti che l'intervento pubblico deve essere rafforzato sia in termini di alloggi sia in termini di fondi a sostegno degli affitti e dell'emergenza abitativa. Per dire però anche che l'emergenza non deve trasformarsi in precarietà abitativa istituzionalizzata e soggetta alla discrezionalità della burocrazia, ma le politiche pubbliche devono sempre mirare a rendere autonomi gli individui e le famiglie.
Quella di oggi è stata una giornata sicuramente positiva perché il presidio, oltre a denunciare la vendita da parte dell'Ater di 16 dei suoi alloggi, è riuscito ad ottenere un incontro con il Direttore dell'azienda, l'Ing. Giambruni al quale sono state presentate le situazioni emergenziali della città e della bassa padovana e lo stato di degrado degli alloggi Ater del quartiere Savonarola. Inoltre al Direttore sono state poste alcune questioni circa le politiche abitative dell'Ater.
In sintesi questo è il risultato dell'incontro:
motivo della vendita dei 16 alloggi: Giambruni ha affermato che si tratta di un piano di vendita ordinario, previsto già da tempo, che consiste nell'alienazione degli appartamenti promiscui, ossia inseriti in condomini a maggioranza di alloggi privati. Non si tratta della “vendita straordinaria” che è bloccata dalla Regione. A detta del Direttore gli incassi dovrebbe servire per la manutenzione del patrimonio dell'Ater. Manutenzione che, è stato detto, ammonterebbe annualmente a 3 milioni e 500 mila euro. La nostra richiesta è stata quindi di avere una certificazione degli interventi e i dati relativi agli appalti, perché l'esperienza delle realtà presenti al presidio è quella di una quanto meno scarsa attenzione dell'azienda alle condizione degli alloggi.
Motivo del blocco delle liste di assegnazione: nel 2012 non è stato emesso il bando per l'assegnazione di alloggi Ater. Giambruni ha scaricato la responsabilità al Comune sostenendo che ogni anno Ater mette a disposizione 120 alloggi e che il comune li assegna con un criterio retroattivo per rispondere a bandi precedenti.
Ater ha intenzione di mettere a disposizione 80 appartamenti nel 2012: la richiesta delle realtà presenti al presidio è stata quella di mettere a disposizione dell'emergenza abitativa una parte di questi alloggi e assegnare la parte restante a coloro che pur in presenza dei requisiti non hanno avuto un alloggio
Alla luce di queste informazioni abbiamo ottenuto dall' Ater:
di avere l'anagrafe del patrimonio pubblico regionale e comunale;
la disponibilità all'apertura di un tavolo congiunto con il Comune per discutere dell'emergenza abitativa, i criteri di assegnazione degli alloggi e la manutenzione del patrimonio edilizio. A breve quindi prenderemo contatto con l'assessore alla casa di Padova Di Masi per fissare un primo incontro.
di discutere la possibilità di convertire immobili pubblici ad uso abitativo per affrontare la crisi.
Oggi si è visto che la pressione degli inquilini, degli assegnatari e in generali degli abitanti dei quartieri può portare l'Ater e le istituzioni a dover rendere conto delle proprie scelte. Oggi è cominciato un percorso che ci vedrà sempre più presenti nella lotta per l'estensione e la valorizzazione del patrimonio pubblico, ma anche per concretizzare dal basso il diritto alla casa.