In Puglia gli oltre trenta lavoratori precari, prima impegnati nelle convenzioni dei Comitati Provinciali di Bari e Foggia, pur in presenza della sentenza vinta da CRI al Tar Puglia, vengono “deportati” verso altre destinazioni ( Milano, Torino e Roma ) e servizi. Il tutto con una proroga dei contratti di soli tre mesi e senza precise garanzie, vista l’inaffidabilità di CRI nel mantenere gli impegni anche formali, sul futuro sia in termini di rientro nella Regione di residenza sia di possibilità di prosecuzione dei rapporti di lavoro alla scadenza.
I Lavoratori di Foggia e Bari sono stati costretti nel giro di pochi giorni a dover accettare queste destinazioni sotto il ricatto di licenziamento, in perfetto “ modello Marchionne ”, e in dispregio degli accordi sindacali.
Ecco il futuro che CRI, mettendosi sotto i piedi anche l’ umanità uno dei principi fondativi dell’ Ente, offre ai suoi precari: il ricatto!
...o accetti le condizioni dettate,
cioè pagare un alloggio/container 300 euro con un salario mensile da 1000 al mese, non poter usufruire di una Legge 104 ecc…,
o vieni licenziato!!
Noi temiamo che tutto ciò sia l’inizio della fine, un pericoloso apripista che provocherà un effetto domino per i circa 2000 lavoratori precari di Croce Rossa, a scadenza contratto, con il taglio del 50% del personale precario previsto a gennaio 2010 dalla manovra Tremonti.
Non permettiamo di scaricare i problemi di bilancio di CRI
sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie.
Se ormai l’ UNICO SCOPO di CRI È CONTINUARE A SPREMERE
LA MANODOPERA PRECARIA FINCHÈ POSSONO
E DISMETTERE LE CONVENZIONI NON PROFICUE PER LORO…
NON PERMETTIAMOGLI DI FARLO!!
Dobbiamo lottare e impedire che CRI diventi una seconda Alitalia o una Fiat targata Marchionne, rilanciamo la mobilitazione dei lavoratori
con assemblee nei posti di lavoro, mobilitazioni e presidi.
Foggia – Vertenza CARA, chiesto parere agli Interni. Sindacati contestano Rocca
Pubblicato martedì, 14 settembre 2010
DOPPIA ricezione in Prefettura stamane per i sindacati impegnati da tempo nella vertenza relativa ai lavoratori della Croce Rossa Italiana, comitato provinciale di Foggia.
In discussione: l’affidamento del C.a.r.a. di Borgo Mezzanone. Doppia ricezione in Prefettura ma con analoga conclusione: spetterebbe al Ministero degli Interni il parere decisivo per l’aggiudicazione finale tra i due enti in contesa per la gestione del Cara: il consorzio siciliano Connecting People (attualmente presente all’interno del Cara con i suoi dichiarati 26 operatori – dopo l’affidamento temporaneo su disposizione del Prefetto di Foggia nel 2009) o la Croce Rossa Italiana, comitato provinciale di Foggia (che il C.a.r.a lo ha già gestito per quasi dieci anni, fino allo stesso bando emanato dal Prefetto, con aggiudicazione temporanea ai siciliani di Connecting).
Intanto la Croce Rossa nazionale avrebbe concesso una proroga di 15 giorni – su spinta dei sindacati – relativamente alla scadenza dei contratti dei lavoratori della Cri del capoluogo dauno, con nuovo termine fissato dunque al 30 settembre del 2010.
Ma i sindacati, che nell’intervista rilasciata a Stato, hanno contestato il commissario straordinario Cri Francesco Rocca, chiedevano una proroga di “almeno due mesi”.
LA COMMISSIONE SI DOVREBBE RIUNIRE IL 20 SETTEMBRE 2010 – Dunque, in attesa che la Commissione per la valutazione dell’offerta anomala commissione formata da tecnici della Prefettura e nominata dal Prefetto di Foggia, si esprima relativamente alle motivazioni apportate dalla Croce Rossa per giustificare l’offerta “anomalmente bassa” ( Sviluppo sentenza Tar ) inserita per l’aggiudicazione del bando di gara della Prefettura (commissione – Nominata la Commissione – che dovrebbe riunirsi il prossimo 20 settembre, con l’eliminazione di un soggetto ritenuto probabilmente “incompatibile” rispetto alla passata formazione dei tecnici della Prefettura che valutarono le motivazioni della Connecting P. “atte a giustificare le anomalie inserite nella propria offerta di gara”) anche stamane il presidio dei lavoratori e dei sindacati è continuano per tutta la giornata.
“MENO 3 GIORNI AL NOSTRO LICENZIAMENTO”: così un piccolo striscione al di sopra delle teste dei lavoratori. Lavoratori tutti seduti su delle seggiole bianche e dinnanzi alla Prefettura di Foggia.
Per gli occupati continua la protesta (in atto dallo scorso 6 settembre) per richiedere l’applicazione alla Prefettura di Foggia di quanto disposto dalla prima sezione del Tar di Bari ( La sentenza): un’applicazione che dovrebbe significare l’allontanamento di Connecting People dal centro e il riaffidamento del Cara agli operatori della Cri.
Ma al di là della sentenza di Bari restano come detto: le anomalie presenti nelle offerte dei due consorzi per l’aggiudicazione del bando (offerta troppo bassa, utilizzo probabile di volontari), una commissione valutatrice nominata dal Prefetto, la suddivisione come detto fra occupati e volontari nella gestione del Cara (con volontari impegnati forse inappropriatamente nello stesso centro di Mezzanone), fino ad incarichi di rappresentanza apparentemente distanti (eufemismo, ndR) da un piano gestionale atto sostanzialmente ad una risoluzione finali degli annunciati passivi.
Ovvero: la Croce Rossa verterebbe in una condizione di crisi finanziaria (ma così non sarebbe per il comitato di Foggia, con un bilancio in attivo di 5 milioni): questo avrebbe originato una confusione decisionale nei vertici della stessa associazione.
Una confusione che non poteva che riflettersi tanto sui rappresentanti territoriali della Croce Rossa (sindacati ed ex direttivi), quanto sulle vittime principali (in un modo o nell’altro, in questa lotta quasi krameniana per la gestione del Cara ) della vicenda: i lavoratori.
PAROLA AI SINDACATI: “PROROGA LAVORATORI SCADUTA, SENZA UNA RISOLUZIONE” – Stamane Stato ha avvicinato i rappresentanti delle sigle sindacali che, a detta dei lavoratori, “hanno rappresentato strenuamente in questi giorni le necessità dei lavoratori Cri”.
Dunque: il segretario territoriale della Rdb di Foggia Antonio Di Gemma, il segretario provinciale Cgil Funzione pubblica Nicola Salvatore, fino a Gino Iacovino segretario Uil pubblica amministrazione di Foggia.
“Da un punto di vista amministrativo – dicono i sindacati – il prefetto di Foggia Antonio Nunziante sta operando da giorni per una risoluzione della vicenda. Stamane – dicono ancora Salvatore, Di Gemma e Iacovino – siamo stati ricevuti due volte in Prefettura: con certezza entro il 15 settembre (scadenza proroga per lavoratori Cri, ndR) il Prefetto non riuscirà a definire la situaziuone relativa alla gestione del Cara”.
Dunque per i lavoratori Cri la certezza della scadenza del termine (attualmente) finale per il reinserimento nel Cara di Mezzanone.
SINDACATI: “ENTRO 60 GIORNI POSSIBILE ESECUZIONE DELLA SENTENZA DEL TAR DI BARI”- Allo stesso tempo, dicono i sindacati, entro 60 giorni il Prefetto Nunziante dovrebbe dare esecuzione a quanto disposto dalla sentenza/dispositivo del Tar della Puglia di Bari, con la quale – si ricorda – era stato stabilito l’annullamento del bando relativo alla gestione del Cara.
Si ricorda che il direttivo di Connecting People ha parlato di “un dispositivo” che avrebbe dichiarato soltanto “l’annullamento dell’affidamento” ma lasciando inalterata la validità dello stesso contratto per l’affidamento del Cara.
In ogni modo, attualmente sono i 26 operatori della Cri ad essere occupati all’interno del centro e l’applicazione della sentenza è connessa inderogabilmente alle future disposizioni del Ministero degli Interni – in base a quanto comunicato dalla Prefettura – e della Commissione alla quale spetta la valutazione delle motivazioni della Cri per giustificare le anomalie presenti nell’offerta di gara.
Pareri che porterebbero comunque ad un reinserimento o allontanamento immediato e finale della Cri nel Cara di Mezzanone.
IL PREFETTO IN CONTATTO CON VERTICI CRI E MINISTERO INTERNO – CHIESTA PROROGA LAVORATORI PER ALTRI DUE MESI – “Il Prefetto – dicono ancora i tre rappresentanti sindacali – si è impegnato nel contattare direttamente il Ministero degli Interni (per accellerare l’iter burocratico, ndR) ed anche i vertici della Croce Rossa chiedendo la proroga relativa ai contratti in scadenza (15 settembre, ndR) dei 32 lavoratori Cri per altri due mesi.
In ogni modo i rappresentanti sindacali citati si sono dichiarati “soddisfatti” per l’operato attuale del Prefetto Nunziante, ma invitando allo stesso tempo i vertici della Croce Rossa nazionale ad “attuare la proroga per le scadenze contratti per altri due mesi – come richiesto dal Prefetto – anche considerando – continuano i sindacati – il bilancio in attivo del Comitato provinciale della Cri di Foggia”, attivo pari ad oltre 5 milioni di euro.
“Le problematiche di bilancio della Cri nazionale – dicono i sindacati – non possono ricadere ed essere pagate dai precari della Cri”.
L’INCONTRO A FEBBRAIO 2010 TRA SINDACATI E COMMISSARIO CRI FRANCESCO ROCCA: “PROMESSA PROROGA CTR PER UN ANNO” – Ma nel corso dell’intervista i rappresentanti sindacati citati fanno anche luce su un incontro tenutosi a Roma nello scorso febbraio, “alla presenza del commissario nazionale Cri Francesco Rocca (nuovo Commissario Nazionale della Croce Rossa Italiana, nominato nel novembre 2008 dal Presidente del CdM Silvio Berlusconi e fino a pochi giorni prima capo del Dipartimento per le Politiche Sociali del Comune di Roma collaboratore del sindaco Gianni Alemanno, ndR) il quale si dichiarò disponibile, dicono i sindacati, per prorogare il contratto ai precari della Cri di Foggia per un anno”.
Ovvero ipoteticamente: fino a settembre 2011. “Lo stesso commissario straordinario Rocca- dicono i sindacati – aveva comunicato inoltre a febbraio che a sei mesi da quell’incontro avrebbe esercitato un azione di stimolo sui commissari locali della Cri (Bari, Foggia e della Puglia, ndR) affinchè gli stessi stipulassero delle nuove convenzioni con gli enti locali (Comune, Provincia, per ulteriori servizi per gli operatori, ndR).
IL COMMISSARIO ROCCA AVREBBE ANCHE PROMESSO MONITORAGGIO PER L’ATTIVAZIONE DI NUOVE CONVENZIONI – “SICURO DELL’AFFERMAZIONE NEL RICORSO” Nel corso dell’incontro a febbraio 2010 tra sindacati e commissario straordinario Rocca, come comunicato dagli stessi, il rappresentante della Cri avrebbe anche promesso l’attivazione di un monitoraggio bimestrale per “verificare l’attivazione delle (citate) convenzioni” con gli enti locali.
Come evidenziato nei precedenti testi, la Croce Rossa sarebbe stata infatti sicura di poter riottenere l’affidamento del Cara, anche dopo l’aggiudicazione temporanea stabilita dal Prefetto alla Connecting. Andrebbe motivata in questo senso “la decisione del commissario Rocca di affidarsi al ricorso presentato dalla Cri al fine di risanare la criticità occupazionale”.
I CAMBI AL VERTICE DEL COMITATO PROVINCIALE: AD AVVOCATO DI MANFREDONIA IL RUOLO DI COMMISSARIO CRI PROVINCIALE – “Ma se da febbraio (data dell’incontro, ndR) ad oggi – dicono i sindacati – lo stesso commissario ha già provveduto a rimuovere l’allora commissario provinciale della Cri di Foggia, il dottor Michele Di Bari, a pochi mesi (due, ndR) dal suo insediamento, così assumendo ad interim l’incarico”, oltre a nominare ”l’avvocato Raffaele Di Sabato quale vice-comissario provinciale, all’incirca 45 giorni fa”.
Una nomina non gradita dai sindacati per un semplice motivo: “il repentino cambio – dicono Salvatore (Cgil), Di Gemma (Rdb) e Iacovino (Uil) – non ha di certo favorito il proseguimento del piano del precedente commissario atto alla sottoscrizione delle vitali convenzioni con gli enti locali”.
E inoltre: “la verifica bimestrale del commissario Rocca non è stata mai attuata”.
IL COMMISSARIO ROCCA “SICURO DI VINCERE NEL RICORSO” – “Ha sempre detto che sarebbe entrato nel Cara di Mezzanone alla guida dei 32 operatori Cri – dicono i sindacati riferendosi al commissario Rocca – noi possiamo solo rilevare un irrigidimento e relativo disinteresse dello stesso direttivo Cri relativamente alla condizioni contrattuali dei lavoratori (per i quali è prevista, dopo la scadenza della proroga: mobilità forzata per 14 con spostamento nel centro di Trento – dove sono presenti servizi Cri relativi a 118, ausiliari sanitari, etc.- mentre per gli altri 18: “12 dovrebbero essere collocati nel comitato provinciale Cri di Bari, mentre per i restanti 6 la collocazione nel comitato provinciale di Foggia ma con “part-time al 50%”, così come i 12 lavoratori ricollocati a Bari).
“Oggi la sentenza del Tar ha confermato gli auspici del commissario Rocca. Da qui l’incredulità per l’irrigidimento ed immobilismo del diritto relativamente alla vertenza occupazionale”.
SINDACATI: ATTEGGIAMENTO CRI CONTRARIO A STATUTO DEONTOLOGICO – “Non comprendiamo come le problematiche di bilancio possano giustificare l’atteggiamento inumano del direttivo della Croce Rossa Italiana nei confronti dei 32 operatori di Foggia”,dicono i sindacati.
“Inoltre la proroga richiesta per la scadenza dei contratti non toccherebbe il bilancio nazionale, ma nonostante questo la Cri conserva un atteggiamento duro verso i lavoratori, contrariamente a quanto disposto nei principi fondanti dello statuto dello stesso ente pubblico italiano”.
Una “inamissibile barbaria – dicono ancora i sindacati – specie se si pensa che i lavoratori precari della Cri hanno contribuito al bilancio in attivo del comitato provinciale sostenendo il Cara anche da volontari”.
In conclusione i sindacati “confidano nella proroga contrattuale per altri due mesi per i lavoratori della Cri” manifestando al contempo la propria “incredulità” per una vertenza lavorativa che vede pagare i precari di Foggia a causa di una “allegra gestione dei bilanci da parte del direttivo della Croce Rossa, con bilanci non approvati nell’ultimo quinquennio”.
da Stato Quotidiano
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16 luglio 2010 - La Stampa
La calda estate della Cri
Torino - Occuperemo la sede fino a quando non avremo risposte certe sul nostro futuro». Sono le 9 di ieri quando, all’ombra dei platani di corso Trento, a Torino, davanti alla sede regionale della Croce Rossa, la «pasionaria» Rosaria Fragomeni, delle Rdb, impartisce le dritte ai precari arrivati da tutto il Piemonte per manifestare contro i nuovi contratti di lavoro. Da quel momento il picchetto diventa occupazione. La notizia raggiunge le ambulanze in giro per la città, qualcuno inserisce sul cruscotto i cartelli «solidarietà ai colleghi in occupazione» e il clima si surriscalda come il sole del torrido luglio: 109 precari, su 239, chiedono di mantenere il vecchio contratto, stipulato nel 2007, che scade alla fine del 2012. Si oppongono a quello nuovo che scade invece il 31 dicembre 2010.
E ora i 109, tra soccorritori e autisti (ieri erano una trentina) vivono con una spada di Damocle sulla testa, chiamata «licenziamento». «Se non accetteremo il nuovo contratto - dice Gianni Perotta, della Cigl - rischiamo di perdere il posto». A 6 astigiani, ad esempio, è già arrivato un invito a firmare: «La lettera dice che devono presentarsi il 20 luglio, altrimenti la Croce rossa è pronta a sostituirli con altri lavoratori interinali. Altre circolari stanno partendo in tutto il Piemonte».
Carla Griffero, di Baldichieri, assunta dal 2004 (prima era volontaria) teme per il suo lavoro: «Avevo un posto fisso in un’industria tessile, l’ho lasciato perchè credevo nella Croce rossa. E ora rischio di perdere il posto. Ho un mutuo da pagare e i lavori di ristrutturazione della casa». La sua storia è lo specchio di tante altre, confessate nei corridoi occupati della sede di corso Trento, aspettando la direttrice Emanuela Sciaudone («i contratti del 2007 sono scaduti da tempo» sostiene). Quando si affaccia dall’uffico i sindacalisti le chiedono di farsi portavoce per un incontro urgente col commissario regionale, Dante Ferraris. «Vi può ricevere solo il 27 luglio» dirà lei dopo un paio di telefonate. Ma la data supera l’ultimatum del 20 luglio arrivato ai precari astigiani: i sindacati chiedono allora di congelare la pratica Asti.
Richiesta accolta, alle 11,30. In cambio si scioglie l’occupazione. Se ne riparlerà il 27.
24 giugno 2010 - La Stampa
CRISI.TEMONO DI PERDERE IL POSTO
Croce Rossa, i precari ai ferri corti con Torino per il contratto di lavoro
Torino - Si sentono «precari a tempo indeterminato»: sono stati assunti 5, 7, qualcuno anche 10 anni fa, con contratti a scadenza rinnovabili, ma ancora parlano della «stabilizzazione» come di una «chimera». Sono per lo più soccorritori e autisti di ambulanza. Ed oggi, per la maggior parte di loro, la strada verso il posto fisso sembra sempre più tortuosa: il rinnovo del contratto di lavoro dei precari piemontesi della Croce rossa italiana è oggetto di una delicata vertenza sindacale intrapresa in questi giorni con la direzione regionale. In Piemonte il 90% dei dipendenti della Croce è precario e su 228 assunti (il totale nazionale è di 1668) 120 si sono rifiutati di firmare il nuovo documento perchè lo considerano «troppo sbilanciato». Intravedono, tra articoli e incisi, gli estremi con cui la direzione potrebbe giustificare, alla prossima scadenza, il mancato rinnovo del contratto. Tradotto vuol dire: lo spettro di perdere il posto.
Nell’Astigiano sono 18 gli assunti, di cui 3 a tempo indeterminato e 15 i precari: di quest’ultimi 6 (1 lavora ad Asti, 1 a Moncalvo e 4 a Canelli) hanno impugnato il documento. «Vediamo il lavoro sempre meno garantito e temiamo per il nostro futuro» dice Carla Griffero, autista di ambulanze di Baldichieri, iscritta alla Cigl, la sigla sindacale che insieme a Rdb, Cisl, Uil e Cisal, sta conducendo un duro «tiro alla fune» con la direttrice regionale, Emanuela Sciaudone.
Ieri c’è stato un ennesimo incontro a Torino, durato meno di un’ora e terminato con l’arroccamento delle parti. «Abbiamo chiesto che fino alla fine dell’anno fosse mantenuto il contratto precedente, quello stipulato nel 2007 in seguito a un accordo quadro con la Regione, ma non abbiamo avuto margini per trattare - spiega Gianni Perotta, coordinatore regionale Cigl -. Quell’accordo affidava la convenzione del servizio di emergenza alla Croce rossa fino al 31 dicembre 2010 e prevedeva il rinnovo dei contratti fino al termine delle procedure di stabilizzazione».
«Il contratto era scaduto» sostiene invece la direttrice Sciaudone che aggiunge: «C’è una serie di passaggi che l’amministrazione sta rispettando: l’accordo quadro garantisce la stipula delle convezioni, ma non è la fonte diretta della proroga dei contratti».
Perotta è perentorio: «Il nuovo documento, quello che la direzione vorrebbe che firmassimo ora, scade già alla fine dell’anno. Chiedevamo di revocare questa data: visti infatti gli indirizzi della finanziaria, che prevede, a partire proprio da gennaio 2011, di ridurre del 50% i precari della pubblica amministrazione, significa che il personale della Croce rossa il prossimo anno potrebbe essere dimezzato».
SANITÀ: USB, STABILIZZARE 2 MILA PRECARI CROCE ROSSA
OGGI SCIOPERO GENERALE DAVANTI LA SEDE DI ROMA
Roma, 9 giu. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Riaprire il percorso di stabilizzazione del personale precario della Croce Rossa Italiana (Cri), riformare la pianta organica e istituire un tavolo interministeriale per risolvere qualsiasi controversia. Queste le richieste dell'Unione sindacale di base (Usb), che ha proclamato per oggi uno sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori precari e stabili della Cri. Il sit in di protesta è attivo da questa mattina nella sede romana della Croce Rossa, in via Toscana. Il punto più delicato, ovviamente, riguarda il futuro del personale precario che ammonta attualmente a circa duemila operatori. «Bisogna riprendere al più presto il percorso di stabilizzazione dei precari - spiega Francesco Spataro, portavoce dell'Usb pubblico impiego - perchè questa strada è stata abbandonata un anno fa dopo che è stato consegnato un questionario al ministero della Funzione pubblica che sosteneva il falso. Sul documento c'era scritto che non c'erano precari, mentre in realtà sono circa duemila in tutta Italia». Il braccio di ferro tra sindacato e direzione generale non finisce qui. «Ancora stiamo attendendo una riforma della pianta organica - prosegue Spataro - perchè molti impieghi della Croce Rossa vengono affidati a personale militare, pagato dalla funzione pubblica, che esercita queste mansioni in borghese, come qualunque dipendente civile o volontario. In realtà questi lavori andrebbero affidati a tutto quel personale precario che attende delle risposte, e ancora ci sarebbe un esubero di posti». Il sindacato auspica anche un confronto diretto con le Istituzioni. «Da tempo chiediamo un tavolo interministeriale - sottolinea il sindacalista - che coinvolga i dicasteri della Salute, del Welfare, della Funzione pubblica, della Difesa e degli Interni per risolvere il problema. Invece, pare che non ci sia la volontà politica di farlo». Spataro puntualizza come si siano ormai stravolte le gerarchie all'interno della Cri. «Dopo i volontari - osserva - ora non ci sono più i dipendenti civili, ma i militari. Bisogna cambiare qualcosa». La preoccupazione del sindacato, inoltre, «è che presto anche il personale effettivo si trovi in difficoltà. C'è infatti sempre il timore - aggiunge Spataro - che questo diventi un ente di diritto privato. E da alcuni segnali lanciati dal commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca, le nostre preoccupazioni sono legittime». Infine, l'Usb chiede anche il rispetto di tutte le norme sindacali e quelle sulla sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, «visto che alcuni non ce l'hanno. Stiamo preparando una documentazione che consegneremo ai Vigili del fuoco in merito alla situazione in cui versa il Centro di educazione motoria (Cem) di Roma, con un'ala non a norma. Vogliamo che venga ristrutturato - conclude - visto che non ci sono nemmeno gli scivoli per i pazienti in carrozzina».
Croce Rossa: Domani Per Intera Giornata Sciopero Lavoratori Precari
(ASCA) - Roma, 8 giu - Domani, mercoledi' 9 giugno, RdB-USB ha proclamato 24 ore di sciopero nazionale dei lavoratori precari e stabili di Croce Rossa Italiana, con presidio a Roma davanti alla sede nazionale CRI in via Toscana 12. Lo sciopero che si svolgera' da inizio a fine turno di ciascun turno e riguardera' anche i lavoratori del servizio 118 ex-Ares, e' indetto, informa una nota, ''per protestare contro il mancato avvio delle procedure di stabilizzazione del personale precario della C.R.I., compreso quello ex-Ares; contro le mancate applicazioni contrattuali ai dipendenti a tempo determinato; contro la mancanza di un piano di riordino dell' Ente e contro il tentativo di privatizzazione in atto che elimina tutele e diritti al personale di ruolo ed ai precari; per il rispetto delle norme sulla sicurezza con la completa applicazione del Testo Unico per la sicurezza 81/08 in tutte le sedi di lavoro, e per il rispetto di tutte le regole e norme sindacali. Lo sciopero ricade nell'ambito della 'staffetta precaria', la settimana di mobilitazione dei precari della P.A., che vede oggi lo sciopero nazionale di Lsu, Lpu, cassintegrati e lavoratori in mobilita', ed il 10 giugno i 'Tetti della ricerca...e non solo', con iniziative in tutti gli Enti pubblici di ricerca''.
3 giugno 2010 - Adnkronos
Sanita': Rdb, 9 giugno sciopero nazionale Croce Rossa di 24 ore
Roma, 3 giu. (Adnkronos Salute) - Mercoledì 9 giugno RdB-Usb ha proclamato 24 ore di sciopero nazionale dei lavoratori precari e stabili di Croce Rossa Italiana, che si svolgerà da inizio a fine turno per ciascun turno e riguarderà anche i lavoratori del servizio 118 ex–Ares, con presidio a Roma davanti alla sede nazionale della Cri, in via Toscana 12. Lo sciopero, che si inquadra nell'ambito della 'staffetta precarià, ovvero la settimana di mobilitazione dei precari della pubblica amministrazione, «è indetto - spiega in sindacato in una nota - per protestare contro il mancato avvio delle procedure di stabilizzazione del personale precario della Cri, compreso quello ex-Ares; contro le mancate applicazioni contrattuali ai dipendenti a tempo determinato; l'assenza di un piano di riordino dell'Ente e contro il tentativo di privatizzazione in atto, che elimina tutele e diritti al personale di ruolo e ai precari; per il rispetto delle norme sulla sicurezza con la completa applicazione del Testo Unico per la sicurezza 81/08 in tutte le sedi di lavoro, e per il rispetto di tutte le regole e norme sindacali». «Di fronte a anni di promesse niente di concreto è stato fatto dal Commissario Francesco Rocca e dalla dirigenza Cri per dare diritti, stabilità e tutele al personale che ogni giorno manda avanti servizi essenziali per i cittadini - accusa Massimiliano Gesmini, della RdB-Usb Cri - come il 118, il Cem, i Cie e tanti altri. La dirigenza Cri sembra solo preoccupata di non disturbare il manovratore, mentre i precari diventano sempre più precari e gli stabili rischiano di diventare vittime di processi di privatizzazione». «Quella del personale - prosegue Gesmini - è una situazione sempre più a rischio, visto anche il taglio del 50% della spesa rispetto al 2009 per i contratti a tempo determinato, inclusi Co.co.co. e interinali, previsto nella manovra recentemente approvata dal Governo. Nulla è stato fatto per un piano di riordino serio e di crescita delle funzioni e competenze di Cri». «Assistiamo invece - incalza il sindacalista - a un lento e sotterraneo processo di frantumazione e privatizzazione della gestione dell'Ente, a cominciare dai suoi comitati territoriali in virtù di un ruolo predominante delle componenti volontaristiche, e si profilerebbe la trasformazione da ente pubblico a fondazione di diritto privato, una trasformazione a cui RdB-Usb si opporrà con tutte le sue forze». RdB-Usb Cri invita inoltre tutti i lavoratori a partecipare alla manifestazione nazionale del 5 giugno a Roma e a quella regionale a Milano contro la «manovra-massacro», indette da Usb insieme alla Confederazione Cobas.
3 giugno 2010 - Apcom
Rdb Cub proclama sciopero dipendenti e precari della Croce
(Apcom) Anche i lavoratori della Croce Rossa, stabili e precari, incrociano le braccia: accadrà il 9 giugno. Lo sciopero di 24 ore è stato proclamato dalla RdB-USB e si svolgerà da inizio a fine turno di ciascun turno: riguarderà anche i lavoratori del servizio 118 ex-Ares, con presidio a Roma davanti alla sede nazionale Cri in via Toscana 12. Lo sciopero, che si inquadra nell'ambito della "staffetta precaria", la settimana di mobilitazione dei precari della pubblica amministrazione, è indetto per protestare contro il mancato avvio delle procedure di stabilizzazione del personale precario della Cri, compreso quello ex-Ares. E ancora, contro le mancate applicazioni contrattuali ai dipendenti a tempo determinato, la mancanza di un piano di riordino dell'ente e contro il tentativo di privatizzazione in atto, che elimina tutele e diritti al personale di ruolo ed ai precari. Quella del personale, spiega il sindacato di base, è una situazione sempre più a rischio, visto anche il taglio del 50% della spesa rispetto al 2009 per i contratti a tempo determinato, inclusi Co.co.co. e interinali, previsto nella manovra recentemente approvata. RdB-Usb Cri invita inoltre tutti i lavoratori a partecipare alla manifestazione nazionale del 5 giugno a Roma ed a quella regionale a Milano contro la manovra-massacro, indette da Usb insieme alla Confederazione Cobas
in allegato il volantino
il giorno mercoledì 9 giugno 2010, per l’intera giornata, da inizio a fine turno di ciascun turno, RdB indice lo sciopero nazionale dei lavoratori precari e stabili di Croce Rossa Italiana, compreso ex – ares.
- Contro il mancato avvio delle procedure di stabilizazione del personale precario ( compreso ex- ares ) avente diritto della C.R.I. e le mancate applicazioni contrattuali ai dipendenti a tempo determinato.
- Contro la mancanza di un piano di riordino dell’ Ente e il tentativo di privatizzazione in atto, che elimina tutele e diritti al personale di ruolo ed ai precari.
- Per il rispetto delle norme della sicurezza e la completa applicazione del Testo Unico per la sicurezza 81/08 in tutte le sedi di lavoro
- Per il rispetto di TUTTE le regole e norme sindacali
Comunicato a tutti i lavoratori precari
Da anni la Croce Rossa Italiana si regge e si fa conoscere ed apprezzare in Italia per i servizi che rende grazie al personale precario, che rappresenta ormai la quasi totalità del personale civile in servizio. Basti pensare a servizi come il 118, il CEM , ai CIE ed altri in regime di convenzione.
Da anni CRI non affronta e non dimostra alcuna volontà politica per risolvere il problema della stabilizzazione del proprio precariato, distinguendosi in negativo rispetto alle altre amministrazioni dello stato che, invece, hanno avviato e persino completato la trasformazione a tempo indeterminato dei proprio contratti a termine.
Da anni CRI tergiversa, proroga e non conclude, ma, alza le spalle e gli occhi al cielo del Governo sperando che qualcuno intervenga e, ultimamente, spera che siano le Regioni a “toglierle le castagne dal fuoco”.
Da anni tante promesse, tanti “ vedremo ”,e “ ci stiamo impegnando “ ma niente di certo e tangibile.
Noi crediamo che non basti e che bisogna riprendere una mobilitazione forte ed incisiva
Negli ultimi mesi abbiamo dovuto prendere parte a tavoli sul precariato che sembravano più un elenco di “ non posso fare ” e “ non so fare ” che costruttivi momenti di soluzione delle molteplici situazioni di precariato, sparse sui territori e per le quali non solo non si vede l’alba di un nuovo giorno, ma il più delle volte solo un triste e assurdo tramonto; solo per elencarne alcune:
In Puglia, i numerosi lavoratori del 118 di Bari rischiano di essere licenziati perché la ASL ritiene che non avendo contratto firmato da diversi anni, per negligenza della CRI, non possono essere internalizzati dalla stessa; se questo succedesse, per un diabolico effetto domino, anche i lavoratori di Foggia, a loro temporaneamente “ appoggiati ”, terminato l’ avanzo di bilancio a loro destinato dal Comitato Centrale si vedrebbero recapitare le lettere di licenziamento. A questa emergenza, il Direttore Regionale Chambeyront, dopo aver snocciolato diverse idee da proporre alla nuova giunta regionale, sicuramente andate in porto ( per lui ), dichiara, durante un incontro con il Direttore Generale Ravaioli, presenti tutte le OO.SS. che
“ purtroppo la Regione gli ha sbattuto le porte in faccia perché non porta voti, tanto lo sapete che è così che funziona “. Tutto ciò non è solo inettitudine ma è soprattutto arrogante protervia. La situazione è di stallo e forte incertezza.
In Piemonte è stata firmata la proroga contrattuale per i lavoratori del 118, ma le date di scadenza dei contratti, sono diversificate da città a città. La nostra sigla sindacale è riuscita a far inserire nel nuovo contratto il comma 367, a tutela dei requisiti per il percorso di stabilizzazione di tutti i lavoratori, ipotizzando che la Direzione lo voglia portare a termine. Contro il volere del Ministero degli Interni,all’ interno dei CIE, vengono utilizzati lavoratori interinali, che gravano sul bilancio per un 30% in più.
In Lombardia il termine delle convenzioni è ad un mese da oggi, eventualmente prorogabile fino a dicembre, ma anche qui viene utilizzato personale interinale, che sappiamo essere meno professionalizzato. Lo stesso personale è stato assunto anche per la Fiera.Nel contempo,a Milano sono presenti numerosissimi volontari del soccorso, ulteriore segnale del processo di privatizzazione in corso, che metterà a rischio tutele e diritti anche del personale a tempo indeterminato.
Altre realtà molto critiche sono presenti su tutto il territorio nazionale laddove è presente la CRI!!!
Ricordiamo Umbria, Campania, Sicilia, ogni volta un elenco di buone intenzioni, nella migliore delle ipotesi di proroghe dello stato di precarietà, di misure tampone, ancora speranze di altre convenzioni !
Dal Commissario straordinario, nessun piano di riordino serio e di crescita delle funzioni e competenze di CRI, ma un lento e sotterraneo processo di frantumazione e privatizzazione della gestione dell’ Ente, dei suoi comitati territoriali, in virtù di un ruolo delle componenti volontaristiche predominanti …
Un ruolo a parte sembra averlo il Lazio: è stata persa la convenzione del CIE, di cui si attende l’ esito del ricorso, e i lavoratori sono stati ricollocati tra CARA,COSP, e CEM. Quest’ultimo, unico centro per disabili rimasto in tutta Italia, dopo la chiusura di quello campano,ne ha assorbito l’utenza,pur essendo in eterna carenza di organico.
I lavoratori vivono in una condizione di stress psico-fisico drammatica, che male si sposa con il tipo di mansioni da loro svolte I loro contratti legati a convenzione,in perenne proroga,non vengono firmati dai lavoratori da decenni.
Inoltre,non vengono rispettate le comuni norme di sicurezza, al punto tale che un’ ala del Comitato Provinciale,sembra essere inagibile, pur essendo occupata da lavoratori e utenti.
Nel frattempo il commissario provinciale si accorda con la Dirigenza per coprire il disavanzo del comitato che assicurerebbe ai lavoratori la convenzione fino al 2011: ci domandiamo: dopo questa data, ci sarà una sorta di istituzionalizzazione del servizio CEM o i lavoratori più verosimilmente andranno a casa?
La dirigenza CRI sembra solo preoccupata di “non disturbare il manovratore”, di “nascondere l’evidenza” e di “chiedere ma senza convinzione”. Infatti nel monitoraggio Brunetta dei precari nelle Pubbliche amministrazioni, la stessa Dirigenza occulta la gravità del fenomeno, dichiara di non avere precari da stabilizzare, non firma documenti che rilancino con forza la problematica chiedendo deroghe e procedure speciali, non chiede un tavolo tecnico interministeriale che valuti e costringa tutti quelli che si avvalgono dei servizi CRI a fare la propria parte.
Vorremmo tanto credere anche noi alle sirene dei sindacati concertativi che pur di non attaccare la gestione di CRI collaborano a illudere i lavoratori che si stia facendo qualche cosa di importante parlando di tavoli. Vorremmo tanto ma ogni volta la montagna partorisce un topolino e CRI diventa sinonimo di ente che fa del bene a tutti tranne che ai precari e ai lavoratori che la fanno funzionare:
CRIngrata!!!
Mobilitiamoci e non facciamoci relegare nel silenzio compiacente dei sindacati concertativi.
proponiamo una giornata nazionale di mobilitazione dei lavoratori CRI a Giugno nell’ ambito della "Staffetta" dei Precari del Pubblico Impiego: una settimana di mobilitazioni per il lavoro stabile in concomitanza con la pubblicazione del Documento di programmazione Economica che definisce i contenuti della prossima Finanziaria
10 giugno 2010 - Terra
In piazza la Croce Rossa precariaPROTESTA. Si rivedranno fra un quindicina di giorni ma i vertici della Croce Rossa sono avvertiti: non c’è più tempo per le parole o le promesse. I lavoratori chiedono fatti e sono andati ad urlarglielo ieri proprio sotto le finestre della sede centrale a Roma, accompagnati da uno sciopero che ha visto adesioni in tutta Italiadi Giuliano Rosciarelli
Si rivedranno fra un quindicina di giorni ma i vertici della Croce Rossa sono avvertiti: non c’è più tempo per le parole o le promesse. I lavoratori chiedono fatti e sono andati ad urlarglielo ieri proprio sotto le finestre della sede centrale a Roma, accompagnati da uno sciopero che ha visto adesioni in tutta Italia. E così anche ieri come ormai da più di dieci anni, il solito striscione e il solito lenzuolo con su scritto" Precari della Croce Rossa", erano presenti sotto la sede della Cri a via Toscana. Anche ieri erano lì presenti e determinati a strappare un incontro con il commissario, Francesco Rocca, attualmente in missione all’estero e aprire un tavolo interministeriale con il governo. Da anni i lavoratori della Croce Rossa chiedono un impegno per la stabilizzazione dei lavoratori precari senza però ottenere nulla. Con la manovra lacrime e sangue in discussione in questi giorni in Parlamento e la nuova ondata di privatizzazione che rischia di travolgere la Cri, la questione seppur datataassume però una nuova dimensione. «Quella del personale - sottolinea Massimiliano Gesmini della RdB-USB CRI - è una situazione sempre più a rischio, visto anche il taglio del 50% della spesa rispetto al 2009 per i contratti a tempo determinato, inclusi Co.co.co. e interinali, previsto nella manovra recentemente approvata. Di fronte alla richiesta di diritti, stabilità e tutela del personale che ogni giorno manda avanti servizi essenziali per i cittadini come il 118, il CEM, i CIE, e tanti altri, si sono fermati alle promesse. Assistiamo invece ad un lento e sotterraneo processo di frantumazione e privatizzazione della gestione dell’Ente e si profilerebbe la trasformazione da ente pubblico a fondazione di diritto privato». Una soluzione che porterebbe a fare un salto all’indietro di quasi 30 anni riportandolo ai giorni in cui i lavoratori lottarono per portare sotto il controllo pubblico, l’allora Ente di diritto privato. «Ci sono già riusciti con i comitati locali – spiega Francesco Spataro della Rdb-Cub – mantenendo sostanzialmente solo la parte volontaristica». Lo sciopero, si inquadra nell’ambito della "staffetta precaria", la settimana di mobilitazione dei precari della P.
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24 giugno 2010 - La Stampa
CRISI.TEMONO DI PERDERE IL POSTO
Croce Rossa, i precari ai ferri corti con Torino per il contratto di lavoro
Torino - Si sentono «precari a tempo indeterminato»: sono stati assunti 5, 7, qualcuno anche 10 anni fa, con contratti a scadenza rinnovabili, ma ancora parlano della «stabilizzazione» come di una «chimera». Sono per lo più soccorritori e autisti di ambulanza. Ed oggi, per la maggior parte di loro, la strada verso il posto fisso sembra sempre più tortuosa: il rinnovo del contratto di lavoro dei precari piemontesi della Croce rossa italiana è oggetto di una delicata vertenza sindacale intrapresa in questi giorni con la direzione regionale. In Piemonte il 90% dei dipendenti della Croce è precario e su 228 assunti (il totale nazionale è di 1668) 120 si sono rifiutati di firmare il nuovo documento perchè lo considerano «troppo sbilanciato». Intravedono, tra articoli e incisi, gli estremi con cui la direzione potrebbe giustificare, alla prossima scadenza, il mancato rinnovo del contratto. Tradotto vuol dire: lo spettro di perdere il posto.
Nell’Astigiano sono 18 gli assunti, di cui 3 a tempo indeterminato e 15 i precari: di quest’ultimi 6 (1 lavora ad Asti, 1 a Moncalvo e 4 a Canelli) hanno impugnato il documento. «Vediamo il lavoro sempre meno garantito e temiamo per il nostro futuro» dice Carla Griffero, autista di ambulanze di Baldichieri, iscritta alla Cigl, la sigla sindacale che insieme a Rdb, Cisl, Uil e Cisal, sta conducendo un duro «tiro alla fune» con la direttrice regionale, Emanuela Sciaudone.
Ieri c’è stato un ennesimo incontro a Torino, durato meno di un’ora e terminato con l’arroccamento delle parti. «Abbiamo chiesto che fino alla fine dell’anno fosse mantenuto il contratto precedente, quello stipulato nel 2007 in seguito a un accordo quadro con la Regione, ma non abbiamo avuto margini per trattare - spiega Gianni Perotta, coordinatore regionale Cigl -. Quell’accordo affidava la convenzione del servizio di emergenza alla Croce rossa fino al 31 dicembre 2010 e prevedeva il rinnovo dei contratti fino al termine delle procedure di stabilizzazione».
«Il contratto era scaduto» sostiene invece la direttrice Sciaudone che aggiunge: «C’è una serie di passaggi che l’amministrazione sta rispettando: l’accordo quadro garantisce la stipula delle convezioni, ma non è la fonte diretta della proroga dei contratti».
Perotta è perentorio: «Il nuovo documento, quello che la direzione vorrebbe che firmassimo ora, scade già alla fine dell’anno. Chiedevamo di revocare questa data: visti infatti gli indirizzi della finanziaria, che prevede, a partire proprio da gennaio 2011, di ridurre del 50% i precari della pubblica amministrazione, significa che il personale della Croce rossa il prossimo anno potrebbe essere dimezzato».
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