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Comunicati USB INPS Coordinamento Nazionale

LA CROCE ROSSA SINDACALE IN SOCCORSO DELL'AMMINISTRAZIONE

Nazionale,

Comunicato n. 24/09

 

Questa volta non sappiamo da che parte cominciare, tanta è la rabbia accumulata nella riunione di trattativa del 10 aprile, alla vigilia di Pasqua. Avremmo voluto che foste tutti lì, a verificare di persona, direttamente, senza filtri, quanto sia difficile sostenere il carico di aggressioni personali, di falsità, di arroganza. Ma cerchiamo di mettere ordine ai nostri pensieri. Sull’argomento più importante del giorno, l’apertura del contratto integrativo 2006-2009, l’amministrazione non aveva predisposto alcun documento ed è stato chiaro che non aveva alcuna intenzione di parlarne. Al di là dei proclami di qualcuno, è evidente che permangono problemi di natura economica che impediscono all’amministrazione di avviare una seria trattativa per il 2009.

 

E’ stato invece analizzato e concordato unitariamente un primo pacchetto di interventi in conseguenza del sisma in Abruzzo, riguardante sia i lavoratori dell’Istituto sia la presenza dell’Ente in quel territorio.

 

Il centro della riunione è stato occupato dalla sottoscrizione di due accordi assolutamente negativi, con i quali si afferma una volta di più che le regole sono saltate e che i contratti possono essere stravolti a piacimento. Entrambi gli accordi sono stati sottoscritti da CISL-UIL-CISAL.

 

Il primo riguarda le risorse economiche per lo straordinario del 2009 ed è un accordo di per sé inutile, perché già tutto era stato deciso unilateralmente dall’amministrazione con l’invio del messaggio N. 6728 del 24 marzo, nel quale si comunicava alle sedi l’importo delle risorse da utilizzare per il lavoro straordinario delle aree professionali, medici compresi, per 48 milioni di euro, di cui 24 milioni sottratti al Fondo di Ente ed altri 24 milioni a capitoli di spesa relativi a mutui e piccoli prestiti, finalizzando prioritariamente lo straordinario all’attività collegata agli ammortizzatori sociali. L’accordo ratifica quanto già avvenuto e lo fa al di fuori della contrattazione integrativa, senza conoscere l’entità del Fondo di Ente, rappresentando nella sostanza il soccorso di alcune organizzazioni sindacali al comportamento antisindacale dell’amministrazione. L’accordo contiene anche un’affermazione falsa, quando si legge testualmente: “… mantenendo nel fondo del personale delle Aree A,B e C la quota di risorse previste dai vigenti CCNL (3,2 milioni di euro). …” E’ una cifra assolutamente inventata, in quanto fino allo scorso anno la somma destinata a straordinari e turni all’interno del Fondo era di 27 milioni di euro e l’affermazione nel suo insieme è falsa: sfidiamo l’amministrazione a provare il contrario. E’ invece intuibile l’obbiettivo di far diventare attività ordinaria quella delle CMV, utilizzando lo straordinario, ed anche in questo caso si stravolgerebbero intese precedenti, in un contesto già gravato dal progetto straordinario di visite mediche di verifica sull’invalidità civile, che ha aumentato il carico di lavoro non solo dei medici ma anche degli infermieri e degli amministrativi.

 

Il secondo accordo riguarda l’assegnazione delle posizioni organizzative. Con quest’intesa si stravolge completamente l’Art. 7 del contratto integrativo 2006 e si dà mano libera alla dirigenza per l’assegnazione degli incarichi. Infatti non è più previsto il rispetto dell’ordine di graduatoria regionale per l’assegnazione della posizione organizzativa ai C3 idonei alla selezione a C4, ma il nucleo di valutazione potrà scegliere liberamente tra i lavoratori in graduatoria quello idoneo a ricoprire l’incarico. La graduatoria, a detta dell’amministrazione, diventa uno dei riferimenti, certamente non quello principale. Inoltre, sarà data preferenza al lavoratore appartenente alla sede nella quale risulta vacante la posizione organizzativa,   indipendentemente dall’ordine di graduatoria regionale. Non essendo riusciti ad avere carta bianca nelle selezioni, oggi i dirigenti si riappropriano di tutto il potere discrezionale e, per di più, nell’accordo si prevede di assegnare le posizioni immediatamente, senza aspettare le graduatorie definitive. Ci è permesso ancora di scandalizzarci e di ribellarci a questi soprusi? Ci stupisce che due organizzazioni sindacali ostili nel 2002 alle pagelline oggi sottoscrivano un accordo che è una resa a quel sistema.

 

Dobbiamo impedire che si vanifichi la nostra battaglia sulla trasparenza e si riapra quel mercato clientelare tanto caro a chi non vuole cambiare realmente il sistema dentro l’Istituto. Ma di quale meritocrazia vuole parlare l’amministrazione se è riuscita a scatenare il contenzioso anche su selezioni interne che sarebbero dovute filare lisce come l’olio? Con quali titoli hanno il coraggio di parlare di funzionalità, se sono proni al potere politico e non affermano il principio di autonomia dell’Istituto? Quale credibilità potrà mai avere un’amministrazione che fa lievitare a 1.500 il totale dei contratti di lavoro interinale, pari al 5% del personale, senza un vero confronto sindacale ed un organico progetto di intervento straordinario?

 

Non ci si venga più a parlare di sindacati responsabili, che firmano gli accordi, e di sindacati irresponsabili, che non si accontentano mai e che mirano a buttare tutto in “caciara”. Oggi la scelta è tra chi ha un progetto di difesa dello Stato Sociale e di rilancio del protagonismo dei lavoratori, e chi invece segue vecchie e logore strade aziendaliste e clientelari, nella speranza di continuare a gestire il piccolo potere quotidiano e magari ingraziarsi i nuovi comandanti, per ottenere solo avanzi deteriorati.

 

C’è un deficit di democrazia oggi all’INPS e noi lo denunciamo con forza e con coraggio. Non abdicheremo al nostro ruolo, non permetteremo che siano stracciate le poche regole del contratto, già scarsamente democratiche. Dobbiamo costruire un movimento che resista alla forza d’urto che si vuole scatenare contro i lavoratori, anche qui all’INPS.

 

 

NO ALLE PRESE IN GIRO DEI PROGETTI EMOTICON

NO AL TOTALITARISMO DELL’AMMINISTRAZIONE

 

DIFENDIAMO I DIRITTI, PER NOI E PER QUELLI CHE VERRANNO