Franco Gabrielli Prefetto di Roma
Edizione del 06.02.2016
Pubblicato 5.2.2016, 23:52
Gentile direttore,
l’articolo in cui Paolo Berdini, prendendo spunto dallo sventato tentativo di occupazione di un immobile in via Ostiense, taccia i Prefetti «che governano Roma» di cecità e strabismo di fronte al disagio abitativo, merita alcune brevi note di replica.
Nell’aprile dell’anno scorso, quando sono diventato Prefetto di Roma, le strategie di risposta all’«emergenza-casa» erano ad un punto morto.
La delibera del gennaio 2014, con la quale la Regione aveva stanziato 192 milioni di euro per reperire abitazioni per quanti vivono in condizioni precarie, era rimasta paralizzata dalle divergenze tra gli uffici regionali e comunali sul come darvi attuazione. Di contro, il numero degli edifici occupati illegalmente era salito, solo a Roma, a 110, scatenando le ovvie, ma anche giuste, rimostranze dei proprietari pubblici e privati. Un’equazione impossibile, di cui la Prefettura di Roma si è fatto carico a tutto tondo, non limitandosi – come pure avrebbe potuto fare – a un cieco ripristino della legalità formale.
In dieci mesi, sono state ridotte le occupazioni, scese a 101, con interventi però che hanno sempre avuto cura di non pregiudicare le situazioni ad uso effettivamente abitativo. Su questo versante – con l’unico strumento a disposizione: la moral suasion – abbiamo fatto un grande sforzo per riaccendere il dialogo tra Regione e Comune e dare concreta attuazione alla delibera del 2014, in modo da giungere al rilascio pacifico degli edifici. Va a merito di questa attività se il percorso intrapreso si sta avviando alla conclusione, aprendo a chi ne ha veramente titolo la prospettiva di potersi vedere assegnata una sistemazione alloggiativa degna.
Ma il compito della Prefettura è anche quello di prevenire ulteriori aggravamenti dell’emergenza-casa. Penso alle diverse centinaia di cittadini romani che rischiano di perdere le loro abitazioni di edilizia agevolata e convenzionata (i cd «piani di zona»), a causa di comportamenti spesso poco chiari da parte dei proprietari e di una mancata vigilanza delle Amministrazioni competenti. Anche su questo fronte, la Prefettura, andando oltre il proprio compito burocratico, sta esercitando un’opera di sensibilizzazione istituzionale che si spera possa contribuire ad una soluzione equa.
Guardando a queste cose, mi pare immeritato il giudizio di un Prefetto «cieco» e «strabico».
Ma si sa, per poter vedere bene bisogna conoscere e per conoscere bisogna informarsi.
Colgo l’occasione per salutarla cordialmente.
Franco Gabrielli, Prefetto di Roma