L’Azienda decide di sospendere l’applicazione dell’aumento dell’orario
di lavoro come previsto dal nuovo CCNL, e già preannunciato dalla
stessa con un articolazione di 20 minuti + 10 di stacco al giorno, che
assommano a 3 ore di lavoro settimanale non retribuito per il personale operativo impiegato su 6 giorni settimanali. Per il personale amministrativo impiegato su 5 giorni invece l’aumento orario ammonta a 24 minuti + 10 di stacco.
Un atto dovuto da parte del nuovo A.U. che tiene conto del 70% di
lavoratori AMA che hanno detto NO a questo contratto, ma soprattutto
hanno scioperato il 12 dicembre contro l’arroganza di CGIL, CISL, UIL
e FIADEL di ratificare un CCNL senza una consultazione certificata e
senza dati pubblici e attendibili. Nella maggior parte delle grandi aziende pubbliche la prevalenza del NO è stata schiacciante e documentata, mentre in gran parte del territorio nazionale le consultazioni non sono state neanche fatte.
I lavoratori che hanno scioperato a giugno per il rinnovo contrattuale
sono stati beffati 2 volte, hanno sacrificato 2 giorni di salario e si sono
visti rifilare, contro il loro volere, un contratto che gli aumenta l’orario di
lavoro, gli abbassa la paga base e riduce i diritti.
Lo sciopero del 12 dicembre ha dimostrato che la lotta paga. 1000 colleghi hanno sacrificato una giornata di salario ma hanno lanciato un
segnale inequivocabile:
nessuna delega in bianco ai sindacati di di regime
uniti nella lotta si vince