Come tutti sapranno ad oggi non si è ancora svolta la riunione annuale con il Dipartimento ed i vertici delle Agenzie sulle Convenzioni 2018 (piano della performance). Siamo praticamente a fine anno ed ancora non è stata ufficialmente firmata la convenzione che stabilisce gli obiettivi che i lavoratori delle Agenzie devono raggiungere per poter accedere ai finanziamenti previsti.
Però è ovvio gli obiettivi ci sono, assegnati alle Direzioni Centrali, alle Direzioni Regionali e a tutti gli uffici. Intanto i primi obiettivi da raggiungere sono quelli dei Direttori che, come ben sapete, spesso sono diversi da quelli degli uffici e valgono in termini economici molto più di quelli dei “semplici” lavoratori.
Ma il problema non è soltanto il costante innalzamento dell’asticella degli obbiettivi da raggiungere, ma anche la natura degli obbiettivi stessi che, in questi anni, coerentemente con le scelte politiche fatte dai governi che si sono succeduti, sono sempre andati nella direzione di strizzare l’occhio alle imprese a scapito del lavoro dipendente e dei pensionati.
A ben rappresentare la nuova “mission” aziendale ci sono le continue segnalazioni dei lavoratori, che con la loro voce denunciano quanto accade puntualmente nelle realtà locali.
Succede infatti che in alcuni Uffici si dia impulso ai rimborsi IVA, in sostanza destinati a imprese e lavoratori autonomi, e al contempo si tralascino le lavorazioni per rimborsi fino a euro 100 destinati alle persone fisiche. Oppure capita che mentre lavoratori dipendenti, per lo più precari, siano in automatico destinatari di attività di “cambia verso” o controlli 41-bis per più anni di imposta, per imprese e autonomi ci sia tutt’altro trattamento di favore; gli Uffici sono infatti molto attenti a non mostrare “accanimento” nei confronti di costoro, ben rappresentati dalle proprie associazioni di categoria e spalleggiati da campagne stampa sempre più aggressive.
Ma come non sospettare che tutto ciò sia anche un discorso legato agli obiettivi dei dirigenti? Difatti per quale caspita di motivo i rimborsi delle persone fisiche fino a 100 euro non dovrebbero essere lavorati? Oppure questa lavorazione, come si dice in gergo, non è considerata performante?
E’ mai possibile che allo Stato, quello con la S maiuscola, di queste persone o dei lavoratori precari in difficoltà non importi un fico secco?
In un clima sempre più invivibile all’interno degli uffici, dove la tensione si taglia con il coltello, dove lo scarico di responsabilità dall’alto verso il basso è diventata prassi costante, (a proposito, ma quando gli uffici si doteranno di un vero sistema di valutazione dello stress correlato?) si innesta la relazione dipendente-cittadino/utente. Ovunque l’Amministrazione segnala che le attività di front-office alimentano il clima di tensione lavorativa e minano il raggiungimento degli obiettivi assegnati: la riduzione costante del tempo medio di attesa dei contribuenti è diventato il nuovo mantra.
Per cui sportelli tutti aperti e, soprattutto, non perdersi in chiacchiere inutili con i contribuenti! E quando la pratica va per le lunghe, mandare tutto in back office dove, tra l’altro, c’è ulteriore carenza di personale.
Insomma, non solo non si investe sul personale con un adeguato piano di assunzioni che affronti l’emergenza che riguarda l’area servizi, non solo si sono chiusi oltre 100 uffici, ma si pretende pure di continuare a stressare i lavoratori, oramai sull’orlo di una vera e propria crisi di nervi.
Il concetto è chiarissimo, per questa amministrazione si deve lavorare (male) e sempre di più per raggiungere discutibili obbiettivi … i soldi, sempre di meno, se va bene arriveranno con tre, quattro anni di ritardo.
Per i nostri soldi non vale il discorso sui tempi medi di attesa.