Nel desolante quadro della tv italiana capita di rado sentire voci fuori dal coro. In modo particolare in ambito economico dove sembra essere in vigore una sorta di dittatura neoliberista. Infatti, a interventire nei vari dibattiti vediamo sempre e comunque sostenitori di questa fallimentare e ottusa teoria economica. Possono declinarla in vari modi, provare a camuffarsi, ma sempre neoliberisti sono.
Nella giornata di ieri, invece, abbiamo finalmente potuto ascoltare parole di buon senso. Tra gli ospiti della trasmissione ‘Linea Notte’ su Rai 3 c’era infatti Luciano Vasapollo. Professore di Politica Economica presso l’Università La Sapienza di Roma e storico esponente della sinistra sindacale e politica.
All’ordine del giorno vi è la manovra di bilancio in corso di approvazione in Parlamento. In merito alla questione il professore romano ha denunciato che «dietro alle manovre finanziarie ci sono i bisogni delle persone. Bisogna ripristinare un’Europa in cui le politiche economiche si rivolgano ai bisogni dei cittadini. La politica deve dettare tempi e modalità dell’economia, non viceversa».
Luciano Vasapollo ha inoltre aggiunto che l’attuale Unione Europa è segnata da un drammatico «vuoto di democrazia».
Aggravato dal fatto che dietro le politiche economiche neoliberiste imposte dalla «dittatura dell’euro», «c’è un vero e proprio massacro sociale, dai precari alla classe media, per il bene della finanza».
Come ben spiegato nel suo libro che ha avuto modo di presentare durante la trasmissione - ‘PIGS la vendetta dei maiali. Per un programma di alternativa di sistema: uscire dalla UE e dall’Euro, costruire l’Area Euromediterranea - l’alternativa c’è. «Pensiamo che i Paesi dell’area mediterranea, che sono i più complementari tra di loro e che subiscono maggiormente questa crisi, possano mettere in moto cittadini e movimenti sociali e dei lavoratori per una spinta al cambiamento e, perché no, un’alternativa all’Unione Europea».
Magari prendendo ad esempio l’ALBA latinoamericana. Un’unione tra Stati sovrani basata sulla solidarietà e non la competizione. Dove l’interesse supremo è quello di migliorare le condizioni di vita dei popoli. Non produrre profitti sempre maggiori per l’avido capitale finanziario.