Scioperate quando volete, ma venerdì 7 dicembre voi della Polizia Locale di Milano dovete essere tirati a lucido e pronti a rispondere alle esigenze delle autorità che sciameranno in città, tra un vertice OSCE e una prima alla Scala. Così scrive in sostanza il Prefetto di Milano nell’ordinanza del 4 dicembre con la quale viene differito lo sciopero proclamato dall’Unione Sindacale di Base Polizia Locale di Milano per il 7 dicembre.
Non c’è modo migliore di dare ragione alle istanze che abbiamo avanzato come USB, quando abbiamo proclamato quello sciopero e il blocco degli straordinari dal 4 al 9 dicembre. Dicevamo tra le altre cose “no” all’uso strumentale del nostro glorioso corpo, “no” a una Polizia Locale asservita ai potenti di turno, senza dignità e subordinata alle esigenze delle altre forze di polizia statali.
L’ordinanza di differimento ci ricorda invece che la Polizia Locale di Milano, quando si mettono in moto i potenti e il bel mondo, deve esserci.
Quando invece si tratta di comuni cittadini, allora della Polizia Locale si può anche fare a meno. Che scioperi pure.
Eppure lo sciopero USB proprio dai cittadini partiva: dalla preoccupazione di fornire alla gente normale un servizio all’altezza di una metropoli europea, chiedendo dunque lo sblocco del turnover per ringiovanire un corpo in cui l’età media supera i 50 anni, di rivedere le procedure interne di mobilità, di stabilire procedure operative chiare per non mettere in difficoltà il personale, di avere assistenza legale in caso di controversie per poter operare in tranquillità, di rinunciare all’introduzione del badge in una realtà in cui l’assenteismo è pari a zero, di reintegrare il fondo previdenziale ex art.208, di dire no alla trasformazione della Polizia Locale in un corpo da usare come massa di manovra per l’ordine pubblico.
Questo chiedevamo: un corpo di Polizia Locale al servizio esclusivo dei cittadini. Ci hanno ricordato, una volta di più, che prima di tutto dobbiamo essere al servizio dei potenti e del privilegio. Contro questa visione continueremo a lottare, per i diritti e la dignità.