Incredulità, sgomento, rabbia, questo è quello che si prova leggendo il testo della Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2012 e pubblicata in G.U. n. 27 del 01/02/2013.
Nei commenti al testo sul sito della Protezione civile lo si spaccia come un aggiornamento al precedente regolamento del 2001 (DPR 194/01), in realtà leggendone i contenuti si capisce come esso assuma i contorni di un vero e proprio putsch, dove la protezione civile scalza il CNVVF, relegandolo al ruolo di coprotagonista.
La protezione civile continua dunque la sua evoluzione, fuoriuscita dal “sistema”, così come lo prevedeva l'art.11 della L. 225/1992, assurge già con Bertolaso a servizio a sé stante incardinandosi nella Presidenza del Consiglio dei Ministri, con propria autonomia gestionale, con un colossale patrimonio di mezzi, uomini e strutture.
Oggi la protezione civile e di conseguenza tutte le sue associazioni di volontariato ad essa affiliate, con questo provvedimento fanno un ulteriore passo in avanti, e nella direttiva lo si evince chiaramente : “Il volontariato di Protezione Civile costituisce una componente fondamentale del Servizio nazionale della Protezione Civile e dei sistemi regionali e locali che lo compongono. La qualificazione come struttura operativa consente alle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile di prendere attivamente parte a tutte le attività previste dalla legge: la previsione, la prevenzione, l'intervento di soccorso ed il supporto per il rapido ritorno alle normali condizioni di vita nei territori interessati.”
Le cose che saltano subito agli occhi sono due: la prima è che il Corpo nazionale non è più la componente fondamentale della Protezione civile, che a sua volta passa da “sistema” a “servizio”, dove per servizio è da intendersi un' opera di interesse pubblico prestata dallo Stato o dagli enti locali, direttamente o attraverso concessioni e appalti, a favore della collettività. E cioè un ente a se stante ben definito e con piena autonomia decisionale; per secondo, che è il volontariato, la componente fondamentale di tale Servizio.
Insomma la conclusione è che mentre la stragrande maggioranza dei soggetti coinvolti (sindacati, dirigenza) è protesa a traghettare il Corpo dentro il comparto sicurezza, non ci si è accorti che qualcun'altro ci faceva le scarpe sottraendoci compiti e competenze.
Lo andiamo dicendo da decenni, quando puntavamo ad assurgere a Corpo nazionale di protezione civile, ci ridevano dietro e ci hanno presi per matti. Oggi qualcuno ha seguito quella strada e su quella indicazione si è ritagliato spazi a discapito del Corpo nazionale, spolpato e ridotto all'osso, senza assunzioni e senza soldi, imbottito di precari fino all'inverosimile, con limiti pensionistici sempre più alti, ma sopratutto da oggi demansionato e senza identità.
Tutto questo ha responsabilità ben precise e sta nell'incapacità della nostra dirigenza, nel collaborazionismo del sindacato confederale e nella follia securitaria che ha iniziato col volerci tutti con pistola, grado e distintivo e ha finito riducendoci a stampella della Protezione civile.
E' arrivato il momento di punire i colpevoli ritirandogli la fiducia accordata attraverso la tessera sindacale.
Difendi il tuo posto di lavoro, fai la cosa giusta, passa all'USB.