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Emilia Romagna

La regione approva norma trasferimento coatto del personale

Bologna,

SONO SOPRATTUTTO FATTI NOSTRI

I contenuti dell’articolo 50 della Legge regionale n.4/2010 approvata come ultimo atto dal consiglio regionale prevede la cessione del personale regionale a società per azioni costituite per svolgere compiti di competenza istituzionale.

Questo non è molto diverso da quanto avviene sul piano nazionale con le varie Difesa Spa, Protezione Civile SpA, Infrastrutture SpA, Consip Spa, ecc. ecc..

L’obbiettivo è sottrarre dal sistema di regole e controlli pubblici pezzi consistenti di pubblica amministrazione per trasformali in società per azioni, per operare con scopi privati ma con soldi pubblici!

Le recenti inchieste nazionali e locali hanno messo sotto gli occhi di tutti che quando il denaro pubblico viene speso senza regole e senza controlli si va ad alimentare un sistema di connivenza politicoaffaristica, con concessioni di appalti, consulenze, assunzioni fuori dalle regole.

Senza andare molto lontano basta guardare le recenti cronache politiche-giudiziarie bolognesi in cui emergono relazioni tra il famoso bancomat “di cortesia”, appalti, clientelismo e politica che hanno coinvolto il Cup, la Regione e il Comune.

Esattamente come procede il governo Berlusconi, la Regione Emilia-Romagna ha approvato a fine legislatura e in maniera subdola questa nuova norma che spiana la strada a pericolose privatizzazioni, nascosta tra articoli che trattano di sportello unico, ricezione turistica, maestri di sci e campeggi !

Ovviamente senza alcun confronto con i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali. Questa norma allarma giustamente i dipendenti della Regione Emilia-Romagna: nessuno si sente al riparo dal trovarsi trasferito in maniera coatta ad una azienda privata, quindi con un contratto privato, con tutele, orario di lavoro, agibilità e stipendio differenti.

Primi fra tutti sono preoccupati quelli che operano in quelle strutture che gestiscono appalti, gare, acquisti non solo per la Regione, ma anche per il Servizio sanitario regionale e per altri Enti locali territoriali.

Stiamo parlando di centinaia di milioni di euro di denaro pubblico all’anno, che potrebbero essere sottratti al sistema di controllo e regole della pubblica amministrazione. RdB ha già avviato il confronto con i lavoratori confermando che si oppone e si opporrà ad ogni ipotesi di privatizzazione e trasferimento obbligato del personale regionale

MOBILITIAMOCI AFFINCHÉ IL PROSSIMO CONSIGLIO REGIONALE CANCELLI QUESTA NORMA.