Nel corso degli ultimi venti anni abbiamo assistito all'espansione urbanistica e demografica degli insediamenti informali dei braccianti agricoli nelle campagne del Foggiano: milioni di euro, roboanti task-force regionali, piani sperimentali, fondi straordinari, ma le condizioni di degrado e abbandono restano immutate per migliaia di lavoratori che vivono tra l'ex gran-ghetto di Rignano e la pista di Borgo Mezzanone.
Una parte considerevole di questi interventi hanno infatti avuto un'incidenza pressoché impercettibile per i lavoratori agricoli, finendo spesso solo per ingrossare e ingrassare enti e associazioni con una scarsa propensione all'attività di prossimità nel fango della miseria di queste baraccopoli, senza mai affrontare concretamente il tema del protagonismo e del coinvolgimento diretto dei braccianti.
Al contrario la predisposizione di una rete di foresterie per i lavoratori stagionali, sebbene del tutto provvisoria ed emergenziale come soluzione abitativa, ha rappresentato per centinaia di braccianti una alternativa concreta alle baracche di lamiere e cartone, oltre a permettere agli stessi l'accesso all'iscrizione anagrafica e quindi alla fuoriuscita dalla condizione di invisibilità: gli stessi vertici nazionali di USB chiesero la predisposizione di container a ridosso dell'insediamento di Torretta Antonacci all'indomani dell'incendio del 3 dicembre 2019 che distrusse gran parte delle baracche, pur nella consapevolezza del rischio segregazionista di tale intervento perché anche i braccianti agricoli hanno diritto ad una casa vera e propria come tutti i lavoratori.
Ma invece del passo in avanti dai container verso le case, le istituzioni scelgono di fare il passo indietro dai container verso le baracche: la Regione Puglia, infatti, ha deciso di chiudere le foresterie, soprattutto nelle aree più critiche di Borgo e Torretta, comunicando all'ente gestore la chiusura al 30 settembre 2021 per mancanza di fondi.
Non sappiamo se questa scelta sia dettata da intoppi e ritardi burocratici o l'esito di una cronica mancanza di programmazione strutturale: tuttavia USB non vuole solo denunciare, ma contribuire a trovare una soluzione perché riteniamo inammissibile tornare indietro, invece di andare avanti, lasciando un patrimonio immobiliare di diversi milioni di euro all'abbandono e all'incuria, senza custodia e vigilanza.
La soluzione più adeguata è affidare la gestione ai diretti interessati: per questo abbiamo sollecitato i nostri delegati sindacali attualmente dimoranti presso la foresteria alla costituzione di una associazione formalmente riconosciuta, al fine di poter procedere immediatamente all'affidamento della struttura agli stessi, senza costi e oneri per la finanza pubblica. Riteniamo che l'autorganizzazione dei braccianti sia la migliore risposta all'indifferenza e all'immobilismo istituzionale.
Chiediamo pertanto al Prefetto di Foggia di farsi promotore di un tavolo istituzionale con la Regione per attivare una procedura d'urgenza per l'assegnazione temporanea della foresteria di Torretta Antonacci agli stessi residenti.
Unione Sindacale di Base – Federazione provinciale Foggia