Non ci siamo fermati quando la ministra Giannini, nel 2016, propose una legge di riordino inaccettabile e ci dovremmo fermare oggi, dopo il nostro convegno del 27 ottobre nel quale abbiamo incassato la volontà della maggioranza di governo per il rilancio della ricerca pubblica?
Proprio no!
Per questo la “Ricerca che Resiste” si incontra in assemblea giovedì 12 novembre. Ci saremo tutti, provenienti dai diversi enti, per descrivere la situazione che viviamo e per rilanciare. La resistenza scende a valle per assediare i palazzi delle decisioni.
Comparto, governance, fondi ordinari, carriere e reclutamento: sono i 5 punti che De Cristofaro, Fioramonti, Gallo, Melicchio e Oddati hanno discusso e su cui hanno accettato di aprire una interlocuzione a lungo termine; sono anche i temi sui quali anche gli Enti, rappresentati dai vertici della Consulta dei Presidenti e della Conferenza dei DG degli EPR, hanno dimostrato l’intenzione e la necessità di parlare.
Noi ci siamo, abbiamo creato le condizioni di un confronto che abbiamo tutta l’intenzione di sostenere dialetticamente ma con determinazione.
Del precariato parleremo in uno specifico evento che abbiamo organizzato per l’11 novembre.
Di tutto il resto discuteremo il 12: partiremo dalle criticità di ogni ente per finire con le carriere, in un’assemblea che rafforzerà ulteriormente il sindacato della ricerca, l'ultimo rimasto in campo, che monitorerà, sorveglierà, pungolerà i politici per arrivare con piccole e grandi decisioni al miglioramento del nostro settore.
Per tutti i lavoratori e le lavoratrici della ricerca e per la committenza sociale
La pandemia in corso così come l’emergenza ambientale, sono solo due dei temi che ci spingono e legittimano nella nostra lotta e aspirazioni: la punta dell'iceberg del nostro lavoro e delle nostre competenze.
È ora il momento per uscire e combattere per la ricerca pubblica.
Assemblea via web, giovedì 12 novembre ore 15