I risultati delle recenti assemblee dei lavoratori, organizzate nei luoghi di lavoro del Gruppo Equitalia ed indette dalle Organizzazioni Sindacali di settore per rispondere alle volontà del governo e della politica di “chiudere” Equitalia, ci danno l’esatta dimensione di come è ridotta l’istituzione sindacale in questo settore.
A Cosenza, per esempio, qualche giorno fa ad una assemblea dei lavoratori della medesima provincia ha partecipato il 10% della forza lavoro, di cui la metà dirigenti sindacali, per discutere del sit-in organizzato a Roma dagli stessi quadri sindacali.
Tutto ciò misura lo stato di mobilitazione, o presunto tale, che le Organizzazioni Sindacali in Equitalia riescono oggi ad esprimere rispetto a timori e disagi dei lavoratori nel settore.
Ormai da anni il comparto riscossione è martoriato da diversi problemi: CCNL scaduto da 6 anni; illegittimo blocco degli automatismi stipendiali; riorganizzazioni e scelte del management aziendale incomprensibili; violenti attacchi socio/mediatici all’operato quotidiano, sui quali ha visto il sindacato puntualmente subire passivamente la situazione o addirittura evidenziarsi quale colpevole e consapevole co-protagonista di queste scelte penalizzanti per tutti i lavoratori.
L’emblema di questo “fallimento”, o meglio dell’azione in Equitalia del sindacato, è plasticamente rappresentato dal “Fondo Previdenziale Esattoriale”, un contenitore per i lavoratori completamente INUTILE. Un punto su cui partirà la nostra azione politica, e sulla quale nei prossimi giorni concentreremo la nostra attenzione.
La risposta a questo scenario desolante e mortificante per i lavoratori della riscossione parte proprio dalla città di Telesio.
Tanti dirigenti sindacali, che in questi anni, dopo aver provato a cambiare da dentro il modo di fare sindacato in Equitalia e si sono visti impallinati perché non in linea con le politiche di chi a Roma muoveva e muove i fili, hanno deciso di aderire alla nostra Organizzazione.
Cosi come in queste ore stanno aderendo all’USB decine e decine di uomini e donne che in Equitalia sono stati testimoni del fallimento e delle tante Caporetto consumatesi per colpa di un sindacato che, in questi ultimi 10 anni, non ha mai messo al centro i lavoratori ma li ha considerati sempre una appendice, privilegiando il dialogo costante e quotidiano nelle segrete stanze con i vertici aziendali.
Con questo scenario poco edificante era inevitabile la scelta di tanti lavoratori di aderire ad un sindacato strutturato sul territorio nazionale, un sindacato che in questa provincia da un anno a questa parte sta crescendo.
Un’organizzazione sindacale, presente in tantissime aziende sparse per la provincia di Cosenza, nelle quali la costruzione della nostra rappresentanza è percepita come la vera alternativa alla deriva di chi in questo paese ha consentito di smantellare lo stato sociale e tagliare i diritti e le tutele.
Un sindacato che, così come sta facendo nelle tante aziende dove è presente, anche in Equitalia “ci metterà la faccia” e proverà a costruire quel rapporto di fiducia con i lavoratori, laceratosi in questi ultimi anni.
Un sindacato che non ha scheletri nell’armadio e che non si assommerà agli artefici del disastro ma sarà una identità diversa così come viene percepito dagli otre 200.000 iscritti a livello nazionale, orgogliosi di far parte di un soggetto dove al centro ci sono le persone in carne ed ossa.
Esecutivo Provinciale USB - Cosenza