Siamo insegnanti o miserabili pacchi di patatine negli scaffali di un supermercato? Siamo insegnanti o imputati sotto processo?
Questa è la domanda che viene da porsi sentendo la trovata di un dirigente scolastico, il preside dell’istituto Rambaldi Valeriani, di Imola, Lamberto Montanari che si è inventato un “questionario di gradimento del docente” da somministrare agli studenti.
Il test di valutazione sottoposto nel mese scorso agli studenti, consiste di undici domande in cui l'unico soggetto è l'insegnante visto, ovviamente, dalla prospettiva dello studente al quale si richiede, ad esempio, se si sente sufficientemente motivato, se recepisce “logica e congruenza” nei metodi di valutazione delle verifiche scritte ed orali, o ancora quanto “professionale e competente” reputi il proprio insegnante. Insomma un vero e proprio processo all'insegnante in cui non c'è neppure l'ombra sul resto dell'istituzione scolastica, sui mezzi e strumenti disponibili, sulla disponibilità di laboratori, sul funzionamento della segreteria. Neppure l'ombra di riflessioni auto critiche dell'allievo sulle proprie motivazioni, sul tempo dedicato allo studio, sul proprio interessamento alla formazione, sulle modalità di intervento dei genitori nello studio, nel profitto e nel comportamento a scuola.
Tutto ciò è condito dalla denominazione del questionario propinato agli studenti: “Scheda di gradimento”, alla stessa stregua in cui in un supermercato possono decidere se mantenere o eliminare un prodotto. Insomma, un test di gradimento per verificare se l'operato dei docenti, gli imputati al processo, sia o meno gradito agli studenti-utenti. Considerata la tipologia delle domande il punto di vista del dirigente di Imola è chiarissimo: registrare un’ “insoddisfazione dell’utenza” è ovviamente imputabile solo e soltanto all’insegnante, di che sorprendersi del resto: se c'è traffico in strada, è ovviamente colpa del vigile!
Nel corso degli ultimi decenni la figura del docente ha subito una spietata esautorazione, parallelamente alla progressiva ricezione dell’istruzione come spesa passiva del bilancio statale in un processo degenerativo in cui il lavoro del docente è ridotto a un banale “servizio” nei confronti dell’ “utenza” che ogni scuola ha interesse ad attrarre e consolidare ponendosi in concorrenza con altre scuole. Siamo passati dal modello di scuola “I care” di don Milani, al modello “ikea”, nel quale lo studente è il cliente ed il cliente ha sempre ragione. I primi registi “in loco” di tale scenario, esecutori traduttori di questo trend dettato da politici e governanti, sono i presidi, i dirigenti scolastici nel lessico d'azienda, sempre pronti a fustigare ed a mortificare, anche in pubblico, gli addetti al “servizio docenza”, qualora la propria clientela, studenti e famiglie, dia segni di insoddisfazione. L'operato di Montanari in realtà non ci sorprende. Lo conosciamo come paladino dei quiz invalsi, sostenitore di un'idea del ruolo del dirigente più vicina a quello del padrone di una piantagione sudamericana di qualche secolo fa che del responsabile di un delicato presidio del diritto all'istruzione. Se così non fosse, Montanari si preoccuperebbe del fatto che negli Istituti della nostra regione ci sono classi con 35 alunni, poche risorse per il sostegno, pochissime per il recupero e nessuna per l'integrazione. È in questi dati che vanno ricercate le cause di eventuali insuccessi nelle nostre scuole.
Attendiamo i risultati del test di gradimento dell'istituto di Imola e siamo curiosi dell'uso che ne farà il dirigente facendosi scudo degli studenti-utenti che lo hanno compilato. Chiediamo a tutti i docenti interessati da test analoghi di tenerci informati e di denunciare qualsiasi abuso.
Nel frattempo, appronteremo un questionario rivolto a tutti i docenti sul loro gradimento rispetto all'operato dei dirigenti.
6-7 E 13 MAGGIO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA
durante la somministrazione dei quiz invalsi