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Lombardia EXPO

La sospensiva del TAR "non illuda i lavoratori"

Varese,

 

Per dare ai lavoratori un’informazione quanto più chiara possibile sulla vicenda della “sospensiva del TAR” del 21/5/13, riguardo il provvedimento sanzionatorio della Commissione Europea. Indichiamo di seguito il processo burocratico di come è avvenuto, senza dimenticare che il vero problema è la proprietà di SEA, che privatizzata con obiettivi di solo profitto e non di servizio, pensa che in un periodo di crisi l’utile si può ottenere esternalizzando servizi; vendendo rami di azienda o approfittando di quanto può deliberare la Corte di Giustizia europea, per liberarsi di SEA Handling; cedendola ad altri nuovi o vecchi Handlers, iniziando con questo un effetto domino di sgretolamento su tutta l’azienda, liquidando tutti i settori collegati a SEA Handling.

In data 4/3/13 il Governo Italiano attiva la procedura della Commissione Europea senza però notificare la sanzione.

In data 26/3/13 il Governo Italiano quantifica alla Commissione Europea l’importo complessivo di 452 milioni di euro comprensivi degli interessi.

Il Comune di Milano, ritenendo infondata la sanzione della Commissione Europea, si rivolge al TAR della Lombardia contro la posizione del Governo Italiano chiedendo una sospensiva.

In data 3/5/13 la Commissione Europea notifica al Governo Italiano la sua inadempienza riguardo i modi e i tempi della procedura di recupero degli aiuti comunicando che entro 20 giorni sarà notificato alla Corte di Giustizia di Lussemburgo l’infrazione.

In data 21/5/13 il TAR della Lombardia accoglie la sospensiva richiesta dal Comune di Milano motivando la sua decisione con una formula giuridica basata sulla “apparenza di buon diritto” in relazione al fatto che il Gruppo SEA è in buona sostanza una azienda di diritto privato di cui il Comune è soltanto un azionista.

Aggiungiamo che, ad oggi, il Gruppo SEA è costituito dal 54,5% dal Comune di Milano e dal 44,5% dal Fondo f2i, azionista privato.

Il TAR della Lombardia, nella sua ordinanza di sospensione, ha considerato che il giudizio sulla validità della decisione presa dalla Commissione Europea, risulta già pendente davanti alla Corte Giustizia Europea.

Il TAR dice, pure che il pagamento della sanzione in prima istanza comporterebbe rilevanti problemi di bilancio per il Comune di Milano, sociali per il territorio e squilibri socio-economici per i lavoratori del Gruppo SEA.

La sospensiva del TAR è valida “sino alla decisione del merito della causa a riguardo pendente davanti alla Corte Giustizia Europea” e presumibilmente ciò avrebbe potuto far chiudere il bilancio di SEA S.p.A. e SEA Handling entro il 31/5/13 dai rispettivi CDA con approvazione degli Azionisti entro e non oltre il 30/6/13.

In realtà, sia la Commissione Europea che il TAR della Lombardia rinviano ogni decisione alla Corte Giustizia Europea

Un ulteriore problema è dato dal fatto che potrebbero inasprirsi le tensioni tra il Governo Italiano (qualora non notifichi la sanzione di 452 milioni) e l’Unione Europea in un momento di forte debolezza dell’Italia nello scenario europeo.

Si aprirebbe in questo caso un’infrazione nei confronti dell’Italia che costerebbe, oltre alla rilevanza politica, cifre davvero elevate per il periodo di inadempienza riguardo la sanzione

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La visione sia degli azionisti che del management è miope perché di fatto crea la rendita da un lato e l’impoverimento dalla parte del lavoro.

Ciò non crea progresso, ma ingiustizia e disuguaglianza sociali inaccettabili.

Paradossalmente si verifica che le responsabilità del disastro di SEA Handling ricadono sui lavoratori invece che essere individuate e perseguite nel tipo di gestione complessiva dell’azienda.

Contro queste politiche noi continuiamo a proporre con le nostre lotte il modello di gestione duale tedesco, come ad esempio Fraport, cioè una SEA con all’interno la “Divisione Handling”.

Abbiamo capito che la sanzione viene utilizzata dagli azionisti e dal management in modo strumentale per abbandonare l’Handling e i suoi lavoratori in un processo di macelleria sociale come accaduto con MLE.

Contro la sanzione e l’ipotesi della “newco”, o dello spezzatino, abbiamo fatto lo sciopero di 24 ore di tutti i lavoratori del Gruppo SEA il giorno 29 maggio 2013 con presidio presso la rappresentanza italiana del Parlamento Europeo e della Commissione Europea in corso Magenta, il prossimo è previsto per il 14 giugno 2013 di 24 ore.

Durante il presidio una delegazione sindacale ha ottenuto un colloquio con un funzionario del Parlamento Europeo il quale ha poi immediatamente inviato una relazione dell’incontro ai parlamentari europei italiani.

Oggi più che mai siamo convinti di essere dalla parte della ragione. Esortiamo tutti i lavoratori del Gruppo SEA ad essere presenti al prossimo presidio nel luogo dove si terrà il CDA di SEA Handling per la chiusura del bilancio 2012 che sarà decisivo per le sorti del Gruppo SEA e per il destino dei suoi lavoratori.

Segreterie Regionali Lombardia

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