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A.S.I.A

La tendopoli a Palazzo d'Accursio e il diritto ad esistere!

Bologna,

In questi giorni, insieme ad ASIA-USB, prendiamo parte allabattaglia campale che si sta tenendo dentro il cortile di Palazzo d’Accursio,sede del comune, per la difesa di un diritto fondamentale: quello alla casa. La chiamiamo battaglia, sebbene prenda la forma di una“semplice” tendopoli, perché dimostra come esista ancora una parte dellapopolazione,... per quanto denigrata, sfruttata, sfrattata, disposta a mettere daparte le proprie paure, i ricatti sociali, e trovare la forza di agire. Trovarela forza di piantare le tende (letteralmente) nella sede dell’autorità locale enon spostarsi finchè non vi saranno soluzioni vere, pratiche all’emergenza incui sempre più persone si trovano. L’obiettivo principale è semplice, riottenere l’allacciodelle utenze nelle occupazioni di via Toscana (ex scuole Ferrari) e via 21Aprile (Centro d’Accoglienza Autogestito “Lampedusa”). Questo non soltanto per riconquistare una condizione di vitadignitosa per la quale non basta un tetto improvvisato sopra la testa, ma ancheperché il taglio delle utenze, così come il rifiuto che gli occupanti subisconodi vedersi riconoscere una residenza hanno una fonte comune: l’applicazione delPiano Casa. Vivendo in anni in cui il patrimonio pubblico viene svendutoa tutto spiano a enti privati, semiprivati o cooperative e la stessaprivatizzazione stanno subendo tutti i principali servizi al cittadino (scuola,sanità…), mentre si abbassano tragicamente i salari e le garanzie sul lavoro(il Jobs Act sarà la ghigliottina finale in questo campo) è normale che lagente non sappia davvero più come fare per affrontare affitti e mutui semprepiù alti. Per tutte queste persone le istituzioni non hanno soluzioni,l’edilizia popolare e il modo in cui viene gestita non è sufficiente, identicodiscorso per dormitori e affini, piccole toppe che non bastano più ad arginareun’emergenza dilagante. Tuttavia, nello stesso tempo le città pullulano di edificivuoti, lasciati in rovina a causa di una mala gestione del patrimonio o moltopiù spesso di volontà speculativa, e allora sembrerebbe facile individuare lasoluzione in questi edifici. Tuttavia, la strada del recupero, del riuso e dellasolidarietà sono sempre osteggiate da istituzioni che si fanno portavoce ecomplici degli interessi di palazzinari, grandi proprietari, per cui ilprofitto viene molto prima delle vite di un pugno di pezzenti. Dunque non rimane altra strada, per dare un segnale forte atali poteri e alla cittadinanza, che appropriarsi di tali stabili, restituirglinuova vita e renderli una casa. Il decreto legge di Lupi, in particolare l’art5, è finalizzato a rendere impossibile la vita di chi con coraggio compiequesta scelta, impedendo di allacciare utenze e ottenere la residenza, fonte dimolti diritti primari come il voto, l’assistenza sanitaria, l’iscrizione ascuola e la cittadinanza. Se privare della residenza è anticostituzionale (perapprofondire leggere asia.usb.it/index.php delle utenze è semplicemente barbaro, un vero attacco incivile. Perquesto riallacciare le utenze tagliate nelle occupazioni non è soltanto unapiccola conquista, è il segnale che non è possibile applicare norme che ledonola vita della popolazione, e che il solo possibile cambiamento passa perl’attenzione alle condizioni reali della popolazione e per una diversa gestione– pubblica – dei beni e delle risorse. Inoltre, la nostra è una vera battaglia anche perché è incontrotendenza rispetto alla vita individualista e basata sui propri interessiche rappresenta il modello attuale, creando una dimensione di comunità, diunità, una babele solidale fatta di uomini e donne che al di là di sesso, età,provenienza e religione si ricordano che l’unico modo per costruire un futuromigliore è lottare per esso, e che da soli alla fine si può solo arrendersi, otentare di nascondersi. Per questo, invitiamo tutti e tutte a venire a trovarci, apartecipare per un po’ con noi a quella che è una lotta di tutti, aperta atutti, per una città migliore e per una vita degna in cui non sia tutto nellemani di pochi. Noi Restiamo, 27/9/2014