Ultimo dell'anno tempo di bilanci e di buoni propositi.
Da dove iniziare quando tutto il mondo sembra camminare contro la storia?
Proviamo a partire dal nostro piccolo mondo ed ecco che date e “questioni” si intrecciano.
Sono passati
15 anni.... 1999 Autonomia Scolastica ed istituzione del Fondo per l'Istituzione Scolastica… dirigenti al comando con il loro “staff”, inizio della via crucis dei “progetti”;
16 anni.... 1998 Accordo sulle RSU nel pubblico impiego … con l'affermazione dei parametri per la maggiore rappresentatività sindacale (per stabilire chi a nome dei lavoratori poteva firmare contratti) spariva il diritto di assemblea dei lavoratori a favore del monopolio dei sindacati “amici”;
17 anni...1997 Pacchetto Treu … legalizzazione del lavoro interinale, nuovi contratti precari, conferma degli LSU e ancora sgravi fiscali ai padroni. La “novità” è che l'Italia è chiamata a pagare una multa fino a 30 milioni di euro a semestre per il mancato recupero dei finanziamenti illeciti (gli sgravi fiscali) così come stabilito da una sentenza di condanna della Corte Europea!
20 anni ...1995 Riforma delle Pensioni.. allungamento dell'età pensionabile abbassamento del valore della pensione dal calcolo retributivo al contributivo;
22 anni ...1993 Accordo sulla Rappresentatività Sindacale e Accordi per il privato... firmati da CGIL, CISL e UIL con le organizzazioni padronali, si apre ufficialmente l'epoca della concertazione;
23 anni ...1992 Privatizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici, abolizione della Scala Mobile … per rendere tutti i lavoratori “uguali” i lavoratori pubblici vengono “contrattualizzati”, ergo diventano licenziabili e per rendere davvero tutti uguali, pubblici e privati, viene abolito l'unico strumento di controllo automatico del valore dei salari, grazie al quale all'aumentare del costo della vita veniva automaticamente incrementato, anche se in parte, il salario;
Era sempre il 1992 quando iniziò la stagione di “Mani Pulite” che portò alla luce affari e corruzione ai più alti livelli dello Stato e del mondo della finanza e imprenditoriale (non un lavoratore o un disoccupato hanno mai creato tanti problemi a tutta la società!)
25 anni ...1990 legge n.146 la legge contro il diritto allo sciopero
Erano gli anni del Trattato di Maastricht (e i parametri di rientro dal debito pubblico-1992) della guerra in Jugoslavia (altro che Europa dei popoli!) ed in Iraq, del bombardamento del Parlamento a Mosca, dei disastri ambientali, di mani pulite e gli attentati della mafia, dei Governi tecnici e di centrosinistra che hanno privatizzato come nessun Governo di destra.
Erano anche gli anni delle contestazioni, della reazione al tradimento e alla concertazione tra governo e sindacati (2 ottobre 1992), del fallimento degli “autoconvocati” e l'inizio di una nuova fase dello sviluppo del sindacalismo di base. Anche allora ci dicevano che c'era il “debito” e la crisi.
25 anni è un tempo ragionevole per valutare gli effetti della “liquefazione” delle organizzazioni politiche e sindacali della classe operaia nel nostro paese.
Per arrivare ai nostri tempi, potremmo semplicemente riprendere le “questioni” a cui governi, sindacati e padroni hanno messo le mani in quegli anni, attualizzare le date ma, soprattutto, vedere come è cresciuto l'odio nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie per capire come e quanto profondamente siano inconciliabili gli interessi di classe. Non solo, vedremmo quale è il rapporto di forza tra le classi sociali e chi li rappresenta.25 anni di sacrifici inutili, serviti solo a riempire le loro tasche e pagare i loro vizi, perché il loro sistema economico sta facendo vedere il suo vero volto. Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo porta povertà, degrado culturale e morale, è in contraddizione con la scienza e la natura: ci conduce inesorabilmente verso la guerra. La crisi sistemica non si “chiude” con un decreto legge!Ora lo chiamano “Job Act”, “Fiscal Compact”, Pareggio di Bilancio, Spread e Spending Review, con l'Accordo sulla Rappresentatività Sindacale del 10 gennaio 2014 si apre un altro capitolo della cancellazione delle libertà sindacali: si passa dalla concertazione al collaborazionismo.Se prima dovevano “mettersi d'accordo”, mediare un po', cogestire i sacrifici, per avere la pace sociale, ora il Governo e il padronato ordinano e i sindacati collaborano rendendo più facile e diretta la via alla realizzazione dei loro interessi!
Chiaramente qualcuno abituato ad avere in cambio dei privilegi, dalle pensioni e carriere d'oro, gestione dei fondi pensione o degli enti bilaterali o della formazione, oggi si agita per mantenere il suo status e per avere il sostegno dei lavoratori è disposto a lanciare invettive contro il Governo e fare pure lo sciopero (addirittura oibò!)!
Le modifiche alla Costituzione e all'assetto istituzionale stanno creando nuove e più forti barriere alla partecipazione dei lavoratori alla decisioni sulla propria vita. E la guerra bussa sempre più forte alla porta.
Oggi a condizionare la nostra vita è la Trojka (UE, BCE e FMI) lo stesso “pilota automatico” che ha messo in ginocchio la Grecia sulla base di una ricetta tanto vecchia e sperimentata che ha affamato interi popoli dell'America Latina, dell'Africa: rapina dello Stato Sociale a favore di Banche e privati corrotti, repressione anche nel sangue di chi si ribella.
Questa ricetta (per noi lavoratori) non ha funzionato per i 25 anni passati, il debito è pure cresciuto, perché dovrebbe funzionare oggi?
L'attuale “modernità” è solo nei mezzi di comunicazione, dalla tv e i giornali alla rete. Nella scuola dopo le “Riforme” Berlinguer, Moratti, Gelmini con l' “aiutino” del suo precedessore Fioroni che ha aperto la porta alle Fondazioni private, oggi il salto è verso la “Buona Scuola”.
Diminuzione delle ore e degli anni di studio, aumento dei costi per le famiglie, abbassamento dei salari aumento delle ore di lavoro, invasione dei privati nella scuola, invasione nei programmi di studio dei test INVALSI altro tassello per reprimere la libertà di insegnamento, chiamata diretta per le assunzioni del personale, cancellazione dei Decreti Delegati, modifica dei parametri sulla sicurezza in funzione dell'accresciuto numero di studenti per classe.
Questo è il “nuovo” che avanza!
E ancora Accordi firmati, da CGIL,CISL e UIL e Padronato/Governo: contratti capestro, o di solidarietà come nelle scuole private, accordi sulla rappresentatività, sulla spending review, sugli scatti d'anzianità, sulla “Buona Scuola” come l'accordo firmato a Trento, per la promessa di una manciata di assunzioni si accetta l'aumento di orario e la mobilità forzosa per tutti, nuovi e vecchi assunti!
Prendiamo qualche numero e senza andare troppo lontano vediamo cosa è successo nella nostra scuola in questi ultimi dieci anni (2004/2005-2014/2015)
Avevamo ancora un contratto nazionale di lavoro, la liquidazione pagata al pensionamento, gli scatti d'anzianità, il diritto alla malattia, nominavamo i nostri vicepresidi, la valutazione era ancora in capo ai Collegi Docenti così come la scelta dei libri, avevamo perso in potere d'acquisto solo un 10%, un precario aveva la stessa paga di un lavoratore a tempo indeterminato, la mobilità era volontaria e le mansioni e le cattedre erano stabilite secondo i titoli di studio e criteri certi. E se a parlare fossero i nostri colleghi, dei 25 anni precedenti, tanto altro avevano ottenuto: assunzioni e contratti con aumenti veri, la scuola di massa, la riforma delle elementari e la normativa sulla disabilità, gli stessi Decreti Delegati che davano un posto di “controllo”ad ogni componente della scuola.
Non esiste il “Punto di Ripristino” come nei sistemi operativi dei computer.
Non esiste la possibilità di ritornare al passato e cancellare gli effetti delle scelte precedenti.
Non esiste per un amore rotto, una amicizia tradita o una fiducia spezzata, tanto meno per un sistema di relazioni cosi delicato e complesso come la formazione e l'educazione.
Non esiste la possibilità in nessun caso di “ritornare indietro” anche quando si individua esattamente il punto in cui tutto si è incrinato.
É necessario farla finita con il fatalismo e la metafisica di chi davanti ai suoi malesseri o a quelli dell'umanità, pensa che tutto è perso (senza di te non sopravvivo), che tanto sono tutti uguali (uomini o donne o politici o sindacalisti), non si può fare nulla, che c'è sempre qualcun altro che deve muoversi prima di noi.
E mai si deve lottare sul proprio posto di lavoro contro il proprio dirigente e mai si devono indagare le proprie responsabilità. Quelli insomma del “io non cambierò mai” è tutta colpa dell'immigrazione, del mio vicino, del mio collega (di lei o lui che mi ha abbandonato).
Poi ci sono i masochisti, tanto più illusi e residuali oggi in questo contesto, della posizione dei piccoli passi di chi, attratto dalla “cosa” grande (CGIL) pensa di influenzarla (dagli autoconvocati a molti sindacati di base) che magari pensano che si possa difendere la scuola pubblica che a pezzi ci hanno già portato via. Proprio come quegli uomini e quelle donne che non riescono a vedere che il proprio amore è cambiato e anche loro lo sono, e che la separazione è l'unica soluzione.
Guardare avanti. Significa prendere coscienza dei problemi e delle proprie effettive possibilità e risorse, studiare con metodo scientifico la possibilità di raggiungere i propri obiettivi, sperimentare, verificare i risultati non in funzione di ciò che l'avversario vuol far apparire attraverso i suoi “persuasori di massa” ma degli interessi della propria classe.
In fondo era il 1992 quando Galilei fu riabilitato dalla Chiesa!!
Possiamo solo cambiare la nostra azione, impegnarci a conoscere le leggi scientifiche che regolano i processi umani, dall'economia alla politica, e della natura, per comprendere il mondo.
Dopo la “negazione” del processo di smantellamento dello stato sociale (la difesa della scuola pubblica) è giunto il momento della “negazione della negazione”, per la sua riconquista dobbiamo ricreare rapporti di forza e “istituzioni” nuove.
Scopriremmo subito che le “altre” leggi, quelle dei governi sono solo la costatazione dei rapporti di forza tra le classi sociali fatte per ratificare i soprusi già in atto. Vedremmo chiaramente che quello strato di melma sociale atto alla corruzione, al furto, all'inganno è il prodotto di questo sistema economico e che non basterebbe fare un bel “ripulisti” di una “casta” che subito ce ne sarebbe un'altra. Proprio come abbiamo già visto con “Mani pulite”.
La madre di tutti i problemi rimane: chi, cosa e come produrre e distribuire i prodotti e lavoro.
Non possiamo far altro che ripartire dalla nostra identità.
Noi siamo figli della classe operaia che ha lottato e conquistato la scuola di massa, che ci ha permesso di studiare e di trovare nella scuola un posto di lavoro e una funzione sociale fondamentale e grazie a noi nella scuola italiana anche se per poco e con molte difficoltà abbiamo garantito il pluralismo e la democrazia.
Ora, in questo sistema, stanno buttando fuori dalla scuola i nostri figli e i figli degli altri lavoratori con i costi sempre più alti, con le scuole che chiudono nei quartieri popolari, con studi e una pedagogia che ci riporta ben peggio della scuola Gentiliana, togliendo ai figli dei lavoratori anche la speranza di costruirsi un futuro diverso, magari migliore dei loro genitori precari.
Ci stanno buttando fuori dalla scuola come lavoratori, dal controllo brunettiano alle angherie dei colleghi “se lo dice il dirigente è vero”, alla mancanza assoluta di possibilità di aggiornamento non a pagamento, dagli orari e gli impegni che aumentano e che proprio per la maggioranza del personale significa dover rinunciare anche a quella miseria di salario accessorio, perché siamo donne e con sanità, scuola, trasporti che non funzionano e una casa da mantenere tutto ricade sulle nostre spalle.
Perché siamo esseri coscienti non alziamo le spalle quando trovano l'amianto nella nostra scuola, non ci fermano alle circolari quando in gioco c'è il diritto costituzionale all'istruzione per i nostri studenti, anche se questo ci può costare un provvedimento disciplinare.
Ci stanno buttando fuori perché ai nostri figli è preclusa la possibilità di diventare lavoratori della scuola, accedere ai corsi, ai tirocini, ai concorsi costa. E fare il precario costa emigrazione, paghe sempre più scarne e in ritardo. Con la chiamata diretta da parte dei Dirigenti davvero solo chi avrà buoni sostegni potrà ambire a diventare maestro, professore o collaboratore scolastico.
E allora? Noi figli della classe operaia diciamo basta!
Abbiamo bisogno di una organizzazione sindacale indipendente, autonoma, conflittuale, che sappia ragionare davvero in modo confederale e nazionale, sapendo leggere anche il livello internazionale dello scontro, costruendo con la solidarietà nella lotta la vera unità dei lavoratori.
Una organizzazione legata ai posti di lavoro e nei territori, che allacci tutte le alleanze possibili con i settori sociali colpiti dalla furia del padrone, dagli studenti ai giovani disoccupati a quelli che pur lavorando non possono permettersi una casa, alle donne e agli uomini che lottano contro la devastazione ambientale e allo sfruttamento della natura.
Questo è il nostro SINDACATO che sta da una parte è il sindacato di classe, gli altri stanno con i padroni, le banche, i servi prezzolati.
Questa forza sta crescendo in tutte queste contraddizioni, sta già attirando le forze più sane del movimento dei lavoratori che rompono con le mere “rappresentazioni” codiste del conflitto ma, soprattutto, rompono con il collaborazionismo in primis della CGIL.
I nostri interessi di classe ci indicano segnano le nostre rivendicazioni
Rinnovo del Contratto Nazionale con adeguamento al costo reale della vita
Stabilizzazione di tutti i precari
Assunzione di almeno altri 250 mila su altrettanti nuovi posti di lavoro tra docenti e personale ATA
Abbassamento dell'età pensionabile per tutti uomini e donne
Libertà di pensiero, credo politico e religioso, di espressione, di riunione, libertà d'insegnamento e sindacale
Valutazione, didattica, scelte pedagogiche tornino in capo agli Organi Collegiali
Messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici
Cacciamo i privati dalla Scuola pubblica Statale
Nazionalizziamo le scuole private
Internalizzazione di tutti i servizi (dalle pulizie, agli assistenti specialisti per il sostegno, alla gestione informatica e di segreteria) e di tutti i lavoratori
A Marzo prossimo si voterà per le RSU, sarà un momento importante a cui i lavoratori saranno chiamati a dire la loro sulle politiche sindacali e anche quelle del Governo.
Ovviamente c'è chi deve sfruttarle per contrattare un proprio ruolo nei teatro dei collaborazionisti.
USB per la seconda volta e sotto la condizione di non poter indire Assemblee si presenterà alle elezioni per portare la voce e la bandiera dei lavoratori e dei loro figli.
Chiediamo ai lavoratori, ai sinceri democratici di fare un passo avanti, questo è il momento.
Riportare la cultura del conflitto sindacale nella Scuola è il nostro primo obiettivo per ricostituire quel tessuto di esperienze indispensabili per la costruzione di un fronte ampio di opposizione e del SINDACATO che SERVE AI LAVORATORI.
Così come in amore, in amicizia è possibile ritrovare un nuovo amore, riconquistare una amicizia ritrovare fiducia nelle proprie forze e possiamo ritrovare fiducia nel futuro non ancora scritto.
Non siamo folli, ciò che ci spinge è il nostro “pessimismo della ragione e l'ottimismo della nostra volontà”
Vi trasmettiamo i messaggi di augurio per un 2015 di lotte e di vittorie giunti anche ad USB PI-Scuola dal FENAPES- PIT CNT organizzazione de gli insegnanti dell'Uruguay e diffusa in America Latina e d in particolare la FISE (la Federazione Mondiale dei Lavoratori della Scuola affiliata al WFTU) e dal WFTU la Federazione Sindacale Mondiale a cui aderiamo.
Un pensiero va a tutti i nostri compagni della FISE impegnati in ogni angolo del pianeta ad affermare il diritto all'educazione e all'istruzione, spesso anche a prezzo di una dura repressione: UNITI VINCEREMO!
Buone lotte e tante vittorie per il 2015!
Barbara Battista Francesco Bonfini
Esecutivo Nazionale USB-PI Coordinamento Naz USB-PI