Roma, 30 marzo 2009
Agenzie Fiscali
C’erano anche i lavoratori delle Agenzie Fiscali alla grandissima manifestazione di sabato 28 marzo a Roma.
Erano insieme a migliaia di lavoratori, di precari, di disoccupati e di studenti,
erano a manifestare per dire che questa crisi non la devono pagare i lavoratori.
Erano a manifestare per chiedere il blocco dei licenziamenti e la riduzione
dell’orario di lavoro a parità di salario; aumenti consistenti di salari e pensioni,
reddito minimo garantito per chi non ha lavoro.
Erano lì per chiedere l'aggancio di salari e pensioni al reale costo della vita;
una cassa integrazione almeno all’80% del salario per tutti i lavoratori compresi i precari piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi; assunzione a tempo indeterminato dei precari e reinternalizzazione dei servizi.
Erano a manifestare per rivendicare il proprio ruolo:
“Lasciateci stanare gli evasori – noi la crisi non la paghiamo” recitava lo
striscione che li precedeva.
Questo per ribadire quanto la loro funzione sia una ricchezza per il nostro
paese, soprattutto in questo momento, e per affermare che se c’è la volontà di investire su di loro e di far funzionare la macchina fiscale si possono
recuperare i miliardi di evasione fiscale e fare in modo, quindi, di non far
pagare le tasse solo ai lavoratori dipendenti e pensionati, ma di ricercare le
ricchezze e le rendite nascoste, il lavoro nero perché non devono essere i
più poveri a pagare la crisi ma oggi più che mai è indispensabile valorizzare e
applicare finalmente l’articolo 53 della Costituzione Italiana che recita:
“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in
ragione della loro capacità contributiva. Il sistema
tributario è informato a criteri di progressività”.