Lunedì abbiamo partecipato, insieme a tanti lavoratori e cittadini, al presidio di protesta sul ricorso effettuato dall’assicurazione di Europam per “presunto comportamento negligente” del Vigile del Fuoco Giorgio Lorefice.
Sì, eravamo in tanti lavoratori a stringerci intorno ai famigliari del pompiere deceduto sul lavoro nel 2005
Sì, eravamo in tanti cittadini a portare solidarietà al Corpo dei Vigili del Fuoco per questa ennesima vergogna, ma eravamo in pochi se in qualche modo si allarga la visione di cosa possa voler significare questo ricorso.
A causa di complessi ed ormai storici motivi che non si possono certo riassumere in un volantino (tra tutti la cessazione o quasi di attività formative che permettano di leggere la realtà con lo sguardo di un lavoratore), siamo ormai abituati a leggere un singolo fatto che non capiti direttamente a noi come un qualcosa che non ci appartenga o che “a noi non capiterà mai”.
Certo, la solidarietà esiste ancora ma manca quel sentore comune che ci permetteva di dire: “Questo sta accadendo a tutti noi”.
Il ricorso presentato dall’assicurazione è l’ennesima mossa di una “partita a scacchi” giocata dal capitale e dai lavoratori.
Forse questa volta, considerando la reazione, non passerà, ma intanto è cominciato l’iter.
Ogni volta che si è voluto eliminare un diritto è sempre iniziato in questo modo.
Pensiamo all’entità di tutto questo rapportato ad altri settori. Medici, Infermieri, Protezione Civile, Polizia, Carabinieri, Soccorso Alpino, Soccorso in Mare, etc Durante un’emergenza si avrà sempre la possibilità di riflettere?
Di indossare i DPI?
Di aspettare che la situazione si sia normalizzata prima di intervenire?
Quante vite si perderebbero se passasse questo principio?
E quanti soldi risparmierebbero le assicurazioni sulla pelle di chi quotidianamente lavora nell’emergenza?
Coordinamento USB Sanita Liguria