L’universo dell’informazione e della comunicazione è cambiato radicalmente nel volgere di pochi anni, e identità che parevano consolidate sono state stravolte. Oggi gran parte di ciò che comunichiamo passa attraverso internet e i device mobili (smartphone e tablet), e la quasi totalità di questo flusso digitale è governato e condizionato dai principali motori di ricerca. Perfino le istituzioni comunicano direttamente con i cittadini attraverso un post o un tweet. Così i cittadini non hanno più nemmeno il vantaggio di avere un contraddittorio rispetto all’informazione che ricevono.
Senza contare il devastante mercato delle fake news ovvero di tutte quelle bufale che girano in rete, che fanno il gioco dei social network perché generano sì traffico di utenti, e quindi la visualizzazione di contenuti pubblicitari, ma che «avvelenano» la realtà dei fatti e i più elementari principi di convivenza, con un groviglio di menzogne da cui è difficile, per l’opinione pubblica, districarsi.
Il fatto poi che, a livello mondiale, sul fronte della libertà di stampa, l’Italia figuri al 77° posto della classifica stilata da Reporters sans Frontieres, è emblematico di quanta strada occorra ancora percorrere per garantire ai cittadini un esercizio consapevole e informato dei propri diritti.
Come riattivare dunque, in modo virtuoso, la partecipazione democratica dei cittadini e degli operatori della comunicazione in questo contesto? In primo luogo attraverso la sensibilizzazione dei cittadini stessi, e con un rinnovato impegno da parte dei professionisti del settore.
Anche un sindacato come USB mass media è chiamato a fare la sua parte, con un progetto in grado di stimolare la partecipazione attiva e pluralista degli addetti ai lavori, e di affrontare, con strumenti nuovi le sfide che la globalizzazione mediatica sta imponendo a tutti.
Per esempio consolidando la rappresentanza nazionale e le rappresentanze territoriali di USB mass media, aggregando gli operatori della comunicazione (siano essi giornalisti, grafici, speaker e tecnici radiofonici, video maker, web designer, web content editor, social media editor, ecc. Una piattaforma comune che riconosca l’interazione e la specializzazione, spesso trasversale, di queste professionalità che meritano un maggiore e migliore riconoscimento contrattuale ed economico.
USB mass media si fa promotore di un dibattito e di una partecipazione quanto più possibile ampia e articolata perché l’informazione e la comunicazione sono un bene collettivo, e un pilastro della nostra libertà di espressione. E come tali appartengono a ognuno di noi, e a tutti. Senza distinzione.